USA, il mistero dei reduci killer
di Vittorio Zucconi, La Repubblica del 27 luglio 2002

Rientrati da Kabul, quattro "berretti verdi" uccidono le mogli. In due casi i soldati dopo aver ammazzato si sono suicidati.

WASHINGTON - La fatica di vivere dopo avere imparato a uccidere, la maledizione del "Rambo" divenuto di schianto inutile, colpisce anche i reduci dall'Afghanistan, come ha colpito tanti guerrieri prima di loro. Nel nido delle forze speciali americane, dei berretti verdi, degli "eroi" celebrati alla partenza e dimenticati al ritorno, a Fort Bragg in North Carolina, muoiono quattro donne in sei settimane, uccise anche loro, senza burqa e senza Corano, dalla invisibile guerra afgana.

In un mese, quattro di quegli eroi delle Special Forces hanno ammazzato le loro mogli e fidanzate, donne colpevoli di niente altro che sospetti di tradimento, bisticci, problemi di fatture da pagare. Di essere le compagne di perfette killing machines, di armi umane alle quali gli istruttori non sono riusciti a mettere la sicura e togliere il caricatore.

Vecchissima, nuovissima tragedia, questa del ritorno a casa del guerriero che non riesce mai davvero a tornare a casa, Rambo e anche Ulisse senza catarsi finale e senza Itaca, che vagano sballottati nella banalità dei problemi quotidiani e combattono i duelli e le battaglie che l'esercito gli ha trapanato in testa. "Rambismo", choc bellico, schizofrenia, paranoia da "sindrome post traumatica", i nomi e le etichette che la cultura popolare e la psichiatria hanno appiccicato al disadattamento di tanti reduci sono numerosi quanto i veterani delle guerre che l'America ha combattuto. Gli ospedali della Veteran Administration, sono pieni di mutilati e invalidi nello spirito, accanto ai mutilati e invalidi nel corpo. E se l'immensa maggioranza dei boys, ora anche delle girls tornate a casa dalla guerra riescono a riprendere la loro vita civile, sempre, dopo il Pacifico e la Normandia, dopo la Corea, dopo il Vietnam, dopo il Golfo, dopo l'Afghanistan, ci sono i casi come questi, che avviliscono la retorica della "bella guerra".

Nessuno dei quattro berretti verdi assassini era o è un criminale e chi di loro non si è suicidato, ha confessato in fretta il delitto e ha condotto gli sceriffi sul luogo della tragedia. Il sergente Brandon Floyd, Special Forces, reduce dalla battaglia di Kandahar, era il solito "bravo ragazzo tranquillo" di tutte le interviste post mortem, che "voleva molto bene alla moglie" Andrea e ai tre figli. Il loro abbraccio con prole alle ginocchia, ripreso in maggio dai fotografi della base quando era sceso dal C-131 al rientro in aprile, era stato tra i più lunghi e stretti, nel garrire enfatico delle bandiere. Ora, nessuno sa spiegare perché abbia sparato alla sua Andrea e poi si sia ammazzato nel letto matrimoniale, dove la polizia militare ha trovato venerdì scorso i due corpi.

Il sergente maggiore William Wright, Terzo Reparto Special Forces, era tornato appena un mese fa dalle valli di Tora Bora, dove aveva guidato il proprio plotone nella umiliante moscacieca contro il fantasma di Bin Laden "vivo o morto". L'Army gli aveva dato una medaglia e una promozione, a 36 anni. La moglie, gli aveva dato la notizia che lei si era stancata di aspettarlo mentre lui andava a veniva sui cargo, per missioni nei peggiori angoli del mondo e intendeva chiedere il divorzio. Al sergente avevano insegnato che c'è sempre una soluzione militare a tutti i problemi, che non c'è nulla che un severo addestramento e un'arma pulita non possano risolvere, sissignore.

Ha sparato alla moglie, ne ha sepolto il corpo in un boschetto poi si è scosso, come accade ai reduci che ruzzolano dal letto nel sonno per sfuggire a un proiettile o a un assalto. E' andato dallo sceriffo per confessare. Lo ha condotto al luogo della sepoltura. La moglie era stata rinchiusa, a termini di regolamento, dentro una body bag di plastica e sepolta bene, senza lasciare tracce, coperto di foglie e frasche, come devono fare le forze speciali quando seppelliscono un compagno caduto in terreno ostile.

Di lui, il guerriero tradito, conosciamo almeno il motivo, il divorzio vissuto come un tradimento doppio, dell'uomo e della patria. Di Rigoberto Nieves, sergente anche lui, come sono tanti dei migliori e dei più coraggiosi tra le Special Forces, non sappiamo invece nulla, altro che la polizia lo ha trovato morto suicida accanto a Teresa, alla moglie, sempre in quel letto matrimoniale dove i Rambo spenti consumano la sconfitta della loro umanità, sempre con l'arma di servizio. E ce n'è un quarto, il sergente Cedric Ramon Griffin, che lo sceriffo di Fayetteville, una cittadina satellite dell'enorme base, accusa dell'assassinio della fidanzata. Cedric in Afghanistan non ci è mai andato, ma ha ucciso ugualmente la sua donna.

I cappellani, i rabbini, i mullah e gli psicologi assegnati a questa disneyland armata tra i boschi delle Carolinas, dove si addestrano l'82esima divisione aereotrasportata con i Rangers dell'Army e le Special Forces, informano che le chiamate e le grida di soccorso di moglie e fidanzate prese a pugni, sono schizzate a cifre record, da quando i reduci sono cominciati a rientrare dall'Afghanistan, dalle Filippine, dai territori dove a volte le famiglie neppure sanno che i loro uomini sono in guerra. Parlano della depressione che travolge questi guerrieri, affilati in anni di addestramento, lanciati in missioni sempre segrete, talvolta sporche, senza conforto di marcette, gagliardetti e telegiornali, gonfi di adrenalina e di paura, in territorio ostile.

Uomini speciali, predatori solitari o in piccoli branchi, abituati a non contare su nessuno, altro che su loro stessi, che i comandi utilizzano sempre più spesso per evitare l'imbarazzo, i costi e i rischi politici di grandi unità in campo e quindi di possibili grandi perdite. Guerriglieri, più che guerrieri, arditi e incursori, tirati nei muscoli, nei riflessi e nell'anima, "i migliori soldati del mondo, con il miglior equipaggiamento e il migliore addestramento del mondo" come ripete Bush quando li manda a combattere. Deer Hunters, cacciatori che nessun nemico può sconfiggere, ma dentro bambini insicuri, che una moglie irritata in camicia da notte, sul fronte della camera da letto, può distruggere con una parola e uno sguardo, pagando la vittoria con la vita.

(27 luglio 2002)

 
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