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Anomalie
della chimica-fisica dell'acqua pura e di altro ancora
Tratto dal libro: "AQUA.
L'acqua elettromagnetica e le sue mirabolanti avventure" del
Dr. Roberto Germano
L’informazione mi arrivò via posta elettronica tramite
la mailing list del Dipartimento di Fisica: il 25 Marzo 1999 si sarebbe
svolto un seminario presso il Dipartimento di Fisica dell'Università di
Napoli: "Esiste la memoria
dell'acqua? Uno studio termodinamico sulle soluzioni estremamente
diluite della farmacopea omeopatica". A parlare era il prof.
Vittorio Elia del Dipartimento di Chimica dello stesso Ateneo.
La cosa mi
incuriosiva non poco, per i motivi già accennati in introduzione.
C'erano cioè degli approcci teorici, come vedremo meglio in seguito,
che portavano a concludere che la struttura dell'acqua era molto più
ricca e complessa di quanto sembrasse a prima vista; la "memoria
dell'acqua", però, veniva bollata come pura idiozia, e io a quel
tempo non ne sapevo molto di più.... anzi!! Per esempio - e credo di
condividere questa mia esperienza con molti di voi - fino all'età di 26
anni circa ero profondamente convinto che l'Omeopatia non funzionasse
perché…non poteva funzionare e basta a causa delle motivazioni "avogadriche"
spiegate nel capitolo precedente.
Il seminario fu eccezionale! Il prof. Elia, con dovizia di
particolari e un impeccabile linguaggio scientifico, grazie alle sue
doti didattiche, cercò di condividere con l'uditorio quanto segue:
l.
Era stato effettuato un esteso studio termodinamico su soluzioni
acquose ottenute attraverso successive diluizioni (e scuotimenti: "succussioni")
dell'1% in peso di alcuni soluti fino a "soluzioni estremamente
diluite" (soluzioni che potremmo chiamare "omeopatiche",
dato il procedimento seguito).
2.
Erano state effettuate misure del calore di mescolamento(2) di
soluzioni acide o basiche, a differenti concentrazioni, con acqua
bidistillata e con le "soluzioni estremamente diluite" (che
potremmo chiamare "omeopatiche") alla temperatura fissata di
3.
Malgrado l'estrema diluizione delle soluzioni (cioè
"omeopatiche"), che le farebbe assimilare alla tanto decantata
"acqua fresca", veniva rilevato un calore in eccesso (fenomeno
esotermico) rispetto al corrispondente solvente "non
trattato", cioè "acqua fresca", in circa il 92% dei
casi, e il calore in eccesso era molto al di sopra della sensibilità
dello strumento; si trattava cioè di una variazione eclatante, sopra
ogni livello di errore sperimentale.
4.
Se ne doveva dedurre che il procedimento consistente
nell'effettuare successive diluizioni e scuotimenti (“succussioni")
può dunque alterare le proprietà chimico-fisiche del solvente acqua!!
5,
L’origine del fenomeno rimaneva inesplicata, ma i risultati
sperimentali, che si riferivano non a pochi test ma ad alcune centinaia
di esperimenti, erano sicuramente significativi.
6.
La riproducibilità qualitativa del fenomeno era ottima, non così
per quella quantitativa (cosa che naturalmente accade sempre nel caso di
nuovi e inattesi fatti sperimentali).
Si trattava dunque di centinaia di prove sperimentali
presentate da un chimico con quasi 40 anni di esperienza nel campo della
calorimetria alle spalle - che andavano ad evidenziare che l'acqua pura
può avere proprietà chimico-fisiche diverse a seconda della
"storia", da cui il termine "memoria dell'acqua",
cosa certo non nuova in fisica - basti citare il caso dei magneti
(isteresi) - ma sicuramente nuova per quella che era la vecchia
modellizzazione dell'acqua!
Sapevo
che i membri del CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle
Affermazioni sul Paranormale e le Pseudoscienze) si interessavano,
ovviamente in maniera scettica e critica, all'Omeopatia e alla
"memoria dell'acqua", concludendo un po' affrettatamente che
l'Omeopatia fosse soltanto un caso particolare dell'effetto Placebo, per
i motivi appena discussi nel capitolo precedente. In quel periodo (1999)
seguivo con molto interesse le attività di questa associazione (infatti
gli imbrogli e gli imbroglioni purtroppo abbondano!!) ed ero anche
abbonato alla loro rivista "Scienza & Paranormale", così
pensai di invitare al seminario di Vittorio Elia, un membro del
coordinamento del nascente gruppo CICAP Campania, un medico, che però
non riuscì a venire e, che pur dicendosi interessato, mi manifestò
tutta la sua perplessità:
«(...) sul perché
fior di scienziati perdano il loro tempo con l'acqua super-diluita, che
finora non ha ancora ricevuto uno straccio di approvazione dalla comunità
scientifica "seria", e tentano di spiegare un fenomeno prima
di averne accertato la sua esistenza».
E in effetti il CICAP Campania aveva scelto come simbolo il
"ciuccio che vola", cioè l'asino volante.... Il nostro
medico, a questo proposito, diceva:
«Nessuno lo ha
ancora portato in un laboratorio, ma molti giurano sulla sua esistenza.
E di sicuro qualcuno si starà scervellando, da qualche parte,
chiedendosi come cavolo possa fare un ciuccio a librarsi nell'aria, pur
avendo un'ossatura così pesante ... e qualcuno avrà trovato anche una
spiegazione ... scientifica».
lo gli risposi che:
«A proposito dell'acqua, temo che il problema sia diverso; non si
tratta di azzardare modelli teorici su fenomeni dubbi o addirittura
inesistenti: il seminario riguarderà solo esperimenti chimico-fisici.
Riguardo al ciuccio che vola, si racconta di S.Tommaso d'Aquino che subì
lo scherzo di confratelli che gli gridarono di uscire a vedere il
ciuccio che vola. Lui uscì e tutti ridevano. Ma lui rispose: Preferisco
credere al ciuccio che vola piuttosto che dei confratelli dicano il
falso. Prima de parlar tase! Dice un proverbio veneziano. Ascoltare ciò
che dice un serio sperimentatore e poi esprimere il proprio giudizio mi
sembra il minimo"
Dopo
la conferenza, trovai il coraggio di inviare una email al prof. Elia,
sinceramente convinto di poterlo informare su come ottenere un milione
di dollari di finanziamento per i suoi studi! Si trattava di più di due
miliardi di lire di allora! Sfida ancora in atto e su cui lo CSICOP e il
CICAP «fondano" molto del loro sarcasmo.
Il milione di dollari è qui a Napoli da Vittorio Elia,
pensavo... Mi incontrai a via Mezzocannone n.4, presso la vecchia e
storica sede del Dipartimento di Chimica, col professore Elia, dove dopo
la mia "strana" e-mail, sospettata finanche di essere uno
scherzo, mi chiamavano “l’uomo da 1 milione di dollari". E, pur
consigliato in senso contrario da molti, Vittorio Elia decise di
partecipare al concorso! Ebbene, ci credereste? Malgrado abbia mandato
la sua domanda sia negli USA che al CICAP in Italia, non solo
l'esperimento "controllato" ancora non è stato organizzato,
ma addirittura, Elia ha ricevuto una qualche risposta soltanto nel
Giugno 2003 (4 anni dopo!!!!) e soltanto a seguito di ripetute altre
sollecitazioni di cui parleremo a breve.
Qual
è il messaggio che ancora passa e si diffonde con gran fracasso?
Semplice: C'è un milione di dollari in palio per chi dimostra
scientificamente che è possibile trovare differenze chimico fisiche tra
"acqua omeopatica» e acqua pura, ma nessuno lo ha mai ritirato!!!
Quindi, nessuno è in grado di mostrarlo scientificamente!
Questa fallace deduzione presuppone che (tutte cose a dir
poco non banalmente vere):
l.
chi ne fosse capace deve essere a conoscenza del premio;
2. chi
ne fosse capace ed a conoscenza del premio debba decidere che vuole quel
milione di dollari, mettendo a rischio la propria immagine di
"serio ricercatore";
3. si
consideri di nessun valore scientifico tutta l'estesissima casistica
della medicina omeopatica (su uomini, animali e piante);
4. il
premio sia totalmente in buona fede e non sia neanche minimamente una
trovata di marketing dello "scettico pigro".
Perché mai accade che, quando un serio professore universitario di chimica è così sicuro dei suoi esperimenti degli ultimi 7 anni e che, inoltre, superando le inibizioni e i rischi della ridicolizzazione, venendo a sapere del premio, decide di parteciparvi (e tutto ciò già è poco probabile), neanche ci si degna di rispondergli? Forse ci vuole il CICACICAP? (Comitato Italiano per il Controllo della Affermazioni del CICAP). Chissà?! Ne riparleremo fra poco.