Home Page - Contatti - La libreria - Link - Cerca nel sito - Pubblicità nel sito - Sostenitori |
Banca
Intesa e San Paolo IMI finanziano l'oleodotto BTC
A cura di Rete Lilliput - febbraio,
2004
Banca
Intesa, il più grande gruppo bancario italiano, e la San Paolo IMI
fanno parte del consorzio di banche che forniranno più di un miliardo
di dollari per il controverso progetto dell’oleodotto
Baku-Tbilisi-Ceyhan. L’opera, partendo dall’Azerbaigian, passerà
per la Georgia finendo poi il suo percorso di 1.760 Km in Turchia.
Nonostante le diffuse preoccupazioni a livello internazionale sui gravi
impatti socio-ambientali e sui diritti umani che sta già avendo il
progetto, nonché le serie implicazioni geopolitiche in un’area già
afflitta da conflitti, negli ultimi giorni è stato raggiunto
l’accordo definitivo sul finanziamento, come riferiva ieri l’agenzia
Reuters.
Il consorzio, di cui fanno parte 15 istituti, tra cui l’olandese ABN
Amro, la statunitense Citigroup e la tedesca Westlandes Bank, prevede
che ogni banca versi una quota di 68 milioni di dollari. Questi fondi si
vanno ad aggiungere ai 280 erogati dalla Banca europea per la
ricostruzione e lo sviluppo ed i 310 della Banca mondiale.
Le prime dichiarazioni ufficiali di Michael Townsend, presidente del
Consorzio costruttore BTC, definiscono come “il più grande mai
realizzato” il pacchetto finanziario necessario per la costruzione
dell’oleodotto. Allo stesso tempo i governi dell’Azerbaigian e della
Georgia hanno confermato la loro disponibilità ad ospitare truppe
militari americane per vigilare la sicurezza dell’oleodotto a rischio
di attentati, mentre in Turchia la gendarmeria, molto criticata per la
sistematiche violazioni dei diritti umani di cui si è resa responsabile
in passato, militarizzerà il tracciato mettendo a rischio la sicurezza
delle popolazioni locali.
“Ora finalmente sappiamo”, ha dichiarato Andrea Baranes della
Campagna per la riforma della Banca mondiale, “di chi potrebbero
essere le responsabilità del prossimo conflitto militare che si sta
delineando nell’area del Caspio e delle violazioni dei diritti umani
che ci saranno a danno delle minoranze curde in Turchia.”
Roberto Cuda, referente del GLT Commercio e Finanza della rete di
Lilliput, ricordando il pesante coinvolgimento di Banca Intesa nel
commercio di armi e nella distruzione della foresta Amazzonica,
attraverso il finanziamento di diversi oleodotti, ha affermato che
“Banca Intesa, con questa decisione, si conferma come la banca del
petrolio e dei conflitti”.