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Argentina – Boicottaggio presidenziale

    Contro il caro-benzina e la prepotenza delle compagnie petrolifere gli argentini ricorrono al boicottaggio mirato. Con risultati incredibili. La Shell, bersaglio dell’iniziativa, ha registrato un calo del 70 per cento nella vendita dei suoi carburanti. L’invito al boicottaggio, in questo caso, è stato autorevole dal momento che è arrivato dallo stesso presidente della Repubblica, Néstor Kirchner, per l’aumento ingiustificato del prezzo della nafta del 4,2 per cento da parte della Shell. Il messaggio del capo dello Stato, appoggiato dalle associazioni dei consumatori, è stato lanciato solo lo scorso 11 marzo, ma le stazioni di servizio colpite hanno già subito un tracollo nelle vendite. Ora toccherà alla Esso, anch’essa responsabile di rincari eccessivi.         Salve la Repsol YPF e la brasiliana Petrobras, che non hanno toccato i prezzi alla pompa.
Estratto da “Il salvagente” n° 12 del 24-31 marzo 2005

    Il presidente ha ottenuto ciò che voleva. Il gigante petrolifero Shell ad aprile ha deciso di abbassare del 3,3% il prezzo del carburante nelle sue stazioni di servizio in Argentina. L’iniziativa arriva a seguito delle proteste del presidente Nestor Kirchner, che aveva accusato Shell di minacciare la fragile economia argentina dopo che l’impresa anglo-olandese, a marzo, aveva aumentato i prezzi del 4,2%, con la scusa dell’aumento del costo del petrolio. Per questo, il presidente aveva invitato la popolazione al boicottaggio nazionale di tutti i prodotti Shell. Kirchner aveva anche chiesto ai suoi concittadini di unirsi a chi già organizzava picchetti nei vari distributori sparsi per il Paese. Secondo il presidente della federazione dei distributori di carburante, Carlos Calabro, le vendite di Shell sono calate del 50% dopo l’appello di Kirchner. In Argentina, la Shell rappresenta con Esso un terzo del mercato dei carburanti.
Estratto da “Altreconomia” n° 61 del maggio 2005


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