Calendario Sacro dei Maya e Scienza del Tempo
di Carmen Rettore* - mcrettore@libero.it
da ANIMA NEWS n.2/2003 - rivista della Libreria Esoterica Ecumenica - Milano

Sempre più si parla del TEMPO, anche atmosferico;  continuiamo a dire,  guardandoci  in giro tra lo smarrito e il preoccupato: “Non ho tempo”, come se nostro malgrado  fossimo informati dal DNA dell’universo (e frattalmente anche dal nostro)  che il TEMPO sta per finire, che ne rimane ben poco e da utilizzare al meglio.
Il TEMPO, funzione della mente,  è una vibrazione, una frequenza;  noi non controlliamo la mente, siamo da essa pensati ed immersi e il vero scopo del TEMPO è quello  di  informare la massa biologica, cioè la vita, l’uomo  nei suoi diversi livelli di coscienza.
Il TEMPO ha un proprio codice matematico e la vera frequenza del tempo è 13:20, ordinata anche nel nostro computer biologico (o vesti spaziali tridimensionali), il corpo umano: 20 dita tra mani e piedi, 20 aminoacidi sintetizzati dal DNA umano, 13 articolazioni principali.
Le varie misure del tempo sono state via via codificate  nel sistema di computo  chiamato CALENDARIO .
Nell’antica Cina il tempo era una risorsa, un valore di proprietà esclusiva dell’imperatore ed ogni nuovo regnante aveva il diritto di riformare il calendario a suo piacere, più che altro per by-passare i creditori ! Anche la Rivoluzione Francese aveva cercato di stabilire un nuovo sistema di misura  temporale, basato su dilatate ore di 100 minuti e settimane di 10 giorni, senza tuttavia poter influire sulla legge imposta dalla natura che ogni giorno indica una rotazione completa della terra su se stessa e che  l’anno indica un’orbita completa intorno al sole.
Ma quante misurazioni del tempo sono esistite ed esistono ? Difficile conoscerle tutte!
Anno e calendario solare, lunare, accademico, commerciale, fiscale, scolastico, religioso, borsistico, agricolo, ebreo, cinese, giuliano, gregoriano, etc. Quest’ultimo e attualmente il più usato nel mondo occidentale nel giorno della sua promulgazione, il 16 ottobre 1582, passò dal 5 al 16 ottobre e ancora oggi si parla di “furto del tempo”.
E visto che il tempo è una vibrazione, una frequenza, ed il suono è il primo costruttore di forme, seguendo un qualsiasi calendario (tutti inconsapevolmente ne seguiamo almeno 4-5 in contemporanea...) si è catapultati immediatamente nella realtà tridimensionale creata ad-hoc da quel calendario.
Affermo che ogni calendario è un’astuta forma di controllo della frequenza TEMPO.
Passiamo ora ai custodi del giorno, i MAYA,  viaggiatori ed ingegneri del TEMPO.
I MAYA classici (ca 300 – 850 d.C.), che la storia ci consegna come popolo misticamente esaltato e con l’ossessione del tempo, hanno lasciato il codice del  TEMPO in quello che fortunatamente è passato come uno degli almeno 17 calendari usati dai maya: lo TZOL-KIN (sacro conto).
Questo strumento di misurazione del tempo, il calendario sacro,  ci viene tramandato come il più simile all’originale Atlantideo ed i cicli di sole, luna e venere rappresentano la chiave di lettura del suo ritmo. Il sole in circa 13 giorni percorre all’incirca la stessa strada zodiacale compiuta dalla luna in un giorno, mentre la luna compie in 20 giorni mediamente lo stesso percorso tra le stelle che il sole compie in 260 giorni.
Particolare importanza assumono i cicli di venere: la tradizione alchemica assegna a questo pianeta la “responsabilità creativa” della terza dimensione, la nostra appunto.
Lo Tzolkin come  matrice di memoria galattica, modulo armonico che si muove come un’onda sinusoidale,   l’onda più perfetta che esista (… segui l’onda …) , lo Tzolkin, griglia che racchiude in sé tutte le permutazioni dell’essere, la proporzione aurea ed i numeri di Fibonacci.
Qualsiasi cosa accada nell’evoluzione universale passa attraverso la matrice 13:20.
Il calendario sacro dei maya, lo TZOLKIN, è un ciclo di 260 giorni formato dalla combinazione di 20 archetipi x 13 numeri (o toni). Nell’arco dei 260 giorni i 20 archetipi assumono in successione 13 numeri diversi (13x20=260).
20 archetipi che fungono da detonatori  della nostra memoria centrale, il cervello , buffi nella loro iconografica semplicità ma non per questo meno efficaci: DRAGO, VENTO, NOTTE, SEMENTE, SERPENTE, ALLACCIATORE DEI MONDI (la mia identità galattica), MANO, STELLA, LUNA, CANE, SCIMMIA, UMANO, VIANDANTE DEI CIELI, MAGO, AQUILA. GUERRIERO, TERRA, SPECCHIO, TEMPESTA, SOLE.
13 numeri, dall’1 al 13, espressi con la notazione punto/barra,  olistico sistema matematico vigesimale di raffinata scienza galattica.
Un punto per indicare 1, due punti per il 2, tre punti per il 3, quattro punti per il 4, una barra per il 5, barra e punto per il 6 e così via.
La notazione punto/barra ci rimanda all’alfabeto Morse, sistema di comunicazione, di informazione.
E se dai soliti scienziati americani arriva la (abbastanza) recente scoperta che tutte le informazioni che arrivano al nostro cervello per essere decodificate devono necessariamente essere trasformate in segni (archetipi) e numeri, ci è più facile comprendere che i numeri sono soprattutto (in)formazione, comunicazione e che l’archetipo E’  la matrice e la realtà percepita E’ il significato dato all’archetipo stesso.
Ma tornando ai Maya: all’osservatorio di Kitt Peak, uno dei più grandi del pianeta, in Arizona, USA, vi è collocato  un telescopio del Vaticano (è il suo principale osservatorio astronomico); in questo osservatorio un grande mosaico murale testimonia e rappresenta il pensiero astronomico dei Maya. Un’iscrizione dice che gli antichi Maya usavano un calendario scientificamente più accurato del Calendario Gregoriano …
Vuoi vedere che seguendo la FREQUENZA NATURALE DEL  TEMPO, 13:20,  si potrebbe vivere nell’eterno presente che racchiude in sé il nostro passato e tutti i futuri possibili …...

*Carmen Rettore, ricercatrice indipendente della scienza del tempo - mcrettore@libero.it                              

Bibliografia:
- «I Calendari Venusiani», Linguaggio Astrale, n. 116/1999, www.cida.net
- «Il Fattore Maya: la via al di là della tecnologia», di José Arguelles, WIP Edizioni, Bari 1999,
wipeditore@libero.it
- «Il Signore del Tempo» di Clark Blaise, Bompiani Overlook, Milano 2001 Febbraio 2003

 
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