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I Catari, il più grande movimento vegan occidentale
Franco Libero Manco – 6 giugno 2014

A dire di alcuni cronisti ed esponenti della prima Chiesa cristiana le antiche comunità osservavano l’astinenza dalla carne. Egisippo dice che molti esseni, che erano rigorosamente vegetariani, divennero cristiani, col nome di Ebioniti o Nazirei e che transitarono nel cristianesimo influenzandone la condotta. Eusebio di Cesarea dice che tutti gli apostoli erano vegetariani, S. Clemente Romano asserisce che Pietro mangiava solo pane, olive e un po’ di verdura, S. Girolamo afferma che nei primi secoli i veri cristiani si astenevano dalla carne e che coloro che mangiavano la carne facevano parte della chiesa corrotta, e Tertulliano diceva che nei primi secoli i cristiani non toccarono mai la carne.

Ma la corrente vegetariana che si era sviluppata all’interno del cristianesimo primitivo trovò l’opposizione della Chiesa che considera eretici i suoi seguaci fino alla loro persecuzione e l’annientamento di intere loro comunità, come nel caso dei Càtari (Albigesi o Patarini).

A mano a mano che i ricchi entrarono nella gestione della religione la Chiesa si distaccò dallo spirito originale e venne a generasi una demarcazione tra lo spiritualismo primitivo cristiano, caratterizzato da austerità di costumi dei primi cristiani, e la Chiesa ufficiale che divenne potente, guerrafondaia, corrotta, spietata verso chiunque interferiva con le sue regole. Le regole dell’astinenza della carne furono bandite per favorire l’apertura della nuova religione non solo ai ricchi e all’imperatore Costantino ma alla  popolazione pagana. Iniziarono le persecuzioni verso i vegetariani considerati eretici e nel 385 con lo sterminio del vescovo Priscilliano ed i suoi seguaci si decretò la fine alla corrente vegetariana all’interno della Chiesa cattolica.

Quando intorno al X secolo in Europa vi fu un generale risveglio spirituale nel desiderio di tornare alla semplicità di vita e alle regole delle prime comunità cristiane, si sviluppò il movimento vegan più grosso della storia, il Catarismo dal termine greco che significa “puro”. Questo movimento si sviluppò nel sud della Francia, in Italia, in  Germania, in Bosnia, Serbia, Bulgaria, nell’impero Bizantino. I Catari si rifacevano al messaggio di Cristo; erano asceti, pacifisti, digiunatori, rifiutavano il matrimonio e la procreazione, non possedevano ricchezze, professavano la dottrina dualista e predicavano un’assoluta purezza di vita; condannavano tutto ciò che è carnale e terreno, compreso il matrimonio, la proprietà privata, l’uso delle armi; erano  poveri, semplici, casti, vestivano un abito nero ed andavano scalzi. Rispolverarono antichi testi gnostici, scrissero vangeli in lingua volgare e pare che fu proprio la lettura di questi testi a portare  S. Francesco verso la sua dottrina ecologica.  Per i Càtari essere vegan era la condizione per diventare “perfetti” e faceva parte del giuramento che doveva prestare l’adepto”…Bisogna che facciate a Dio la promessa che non commetterete mai omicidio, che mai volontariamente mangerete formaggio, latte, uova, né carne di qualunque animale…”.

I Càtari si dividevano in due categorie, i “perfetti” che erano vegan, cioè i capi di questa setta religiosa, e i “semplici” che ancora non lo erano; La loro diffusione e la conversione delle masse al catarismo fu vastissima al punto da suscitare l’avversione della Chiesa che li perseguitò in tutta Europa fino a sterminarli con roghi e impiccagioni. Il modo di identificare un càtaro da parte degli inquisitori era ordinargli di uccidere un animale: coloro che si rifiutavano salivano sul patibolo.

Così nel 1209 per ordine di Innocenzo III (il papa che strappava i denti ad uno ad uno agli ebrei che non pagavano le tasse, il papa che quando i francesi avevano minato il suo regno d’Inghilterra disse: “Spada, spada esci dal tuo fodero e semina sterminio”, il papa che prometteva il paradiso a chi avesse ucciso un albigese, cioè un càtaro) ordì una vera crociata contro i Càtari, affidata ai domenicani e condotta dal cavaliere Simon de Montfort che fu autorizzato a sterminare più gente che poteva senza fare prigionieri. E quando i crociati chiesero al legato papale prima dell’invasione della città di Bézieres come avrebbero distinto i càtari rispose “Uccideteli tutti, li riconoscerà Dio”. Ci furono 20.000 vittime e la città fu distrutta. A Minerve 140 Catari furono spinti sulle fiamme di un’enorme catasta di legna; alcuni perfetti si gettarono senza essere spinti e senza un urlo di dolore. A Lovaur altri 400 perfetti furono bruciati su un’enorme pila. Il papa, informato di ogni tappa della crociata in una lettera a Monfort scrisse: “Sia lode e grazie a Dio per ciò che ha operato nella sua clemenza contro i suoi nemici pestilenziali” .

I pochi superstiti si rifugiarono nelle grotte o nei boschi da dove partivano per predicare e convertire la popolazione della Catalogna fino a circa il 1244 quando gli ultimi 220 catari rappresentanti del Catarismo rifugiatisi nel castello di Montsegar vicino Tolosa, furono arsi al rogo decretando la fine del movimento càtaro in Europa. Anche S. Luigi Gonzaga diede il suo contributo organizzando nel 1229 un’inquisizione per eliminare il catarismo dalla Francia. Dopo 20 anni di guerra per estirpare i Catari i morti furono più di un milione.

Da allora, e per secoli, la Chiesa vedrà in tutti coloro che per scelta etica rinunciassero a mangiare la carne, un focolaio di eresia da ostacolare con ogni mezzo. La Chiesa con tali estremi tentativi di opporsi alla diffusione del veganismo e del vegetarismo confermava la sua antica posizione sancita in 4 differenti Concili in cui proibiva al clero l’astinenza dalla carne pena la destituzione dei pubblici ministeri. Nel Concilio di Ancyranum del 314 viene ribadita la ferma decisione di allontanare i religiosi che rifiutavano di mangiare la carne; nel Concilio Gangrense del 324 la Chiesa ritorna sullo stesso argomento per neutralizzare le molte tendenze in rispetto della vita degli animali; nel Concilio di Braga del 577 viene dichiarato da papa Giovanni XII che se qualcuno giudica immonde le carni che Dio ha dato all’uomo per nutrirsi e non perché desidera mortificarsi, si astiene dal mangiare queste carni, su di lui anatema;  nel Concilio di Aquisgrana dell’816 viene stabilito che chi non osserva le regole della vita pratica deve essere allontanato dall’ordine religioso; i membri del clero che aborriscono le carni, perfino gli ortaggi che si cuociono insieme ad esse, devono essere allontanati dall’ordine.

E mentre in Europa va spegnendosi l’ascetismo spirituale cristiano il veganismo resta circoscritto nei monasteri che da vegan diventano vegetariani, poi con la conquista musulmana dei territori mediterranei l’ascetismo cristiano viene ereditato dalla religione islamica che trova nel Sufismo la corrente più rappresentativa.             
Oggi il veganismo a buona ragione può essere considerato come la versione moderna del Catarismo con i suoi aspetti più o meno etici, sociali, religiosi o spirituali.