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I benefici del colesterolo alto (parte II)

diversi test col risultato dell'intero gruppo di trattamento. Mentre un vero legame causa effetto richiede che le variazioni individuali del fattore causale siano seguite da variazioni altrettanto individuali della malattia risultante e tale fatto non si è mai manifestato nei test in cui i ricercatori hanno indagato l'esistenza di un vero legame causa effetto.
Una discussione sui molti fattori accusati di danneggiare l'endotelio arteriale va oltre gli scopi di questo articolo. In ogni caso, il ruolo protettivo dei lipidi sanguigni contro le infezioni richiede di dare un'occhiata più da vicino al ruolo asserito per una delle cause addotte, i microorganismi.

L'arteriosclerosi è una malattia infettiva?
Per molti anni gli scienziati hanno sospettato che i virus e i batteri, in particolare il cytomegalovirus e la Chlamydia pneumonia partecipassero allo sviluppo dell'arteriosclerosi. La ricerca in quest'area è esplosa nel decennio scorso e, a gennaio 2004, almeno 200 articoli sul tema sono apparsi sulle pubblicazioni mediche. Data la diffusa preoccupazione per il colesterolo e gli altri lipidi, c'è stato d'altra parte poco interesse generale sul soggetto, e solo pochi dottori ne sanno qualcosa. Riporto di seguito alcune delle scoperte più interessanti.[26]
La microscopia elettronica, quella a immunofluorescenza e altre tecniche avanzate hanno permesso di rilevare i microorganismi e il loro DNA nelle lesioni aterosclerotiche in un gran numero di pazienti. Le tossine dei batteri e le citochine, ormoni secreti dai globuli bianchi durante le infezioni, sono riscontrate più spesso nel sangue di pazienti con recenti episodi di malattia e attacco cardiaco, in particolare durante e dopo un evento cardiovascolare acuto, e alcuni alcuni di questi sono forti fattori di predizione di malattia cardiovascolare. Lo stesso dicasi per gli anticorpi virali e batterici, e una proteina emessa dal fegato nel corso di infezioni, detta proteina C-reattiva (CRP), costituisce un fattore di rischio di malattie coronariche molto più importante del colesterolo.

L'evidenza clinica inoltre sostiene questa teoria. Nelle settimane che precedono un attacco cardiovascolare acuto, molti pazienti hanno avuto un'infezione virale o batterica. Per esempio il Dr. Armin J. Grau del Dipartimento di Neurologia dell'Università di Heidelberg e il suo gruppo hanno indagato su recenti infezioni di 166 pazienti con attacco acuto, 166 pazienti ospedalizzati per altre malattie neurologiche e 166 individui sani scegliendoli per identico sesso ed età. Durante la prima settimana prima dell'attacco, 37 pazienti con attacco contro solo 14 del gruppo di controllo ebbero una malattia infettiva. In metà dei pazienti l'infezione era di origine batterica, nell'altra metà di origine virale.[27]
Molti altri hanno effettuato osservazioni simili in pazienti con infarto miocardico acuto (attacco di cuore). Per esempio, il Dr. Kimmo J. Mattila del Dipartimento di Medicina della Clinica Universitaria di Helsinki, Finlandia, ha trovato che 11 su 40 pazienti maschi infartuati prima dei 50 anni avevano avuto un'infezione simil-influenzale accompagnata da febbre nelle 36 ore precedenti l'ammissione in ospedale, contro solo 4 di 41 pazienti con insufficienza coronarica cronica e 4 di 40 individui di controllo senza malattie croniche scelti a caso da una popolazione generica.[28]
Sono state fatte delle sperimentazioni per prevenire le malattie cardiovascolari mediante trattamenti con antibiotici. In cinque trattamenti sperimentali su pazienti con malattie coronariche usando azitromicina o roxitromicina, antibiotici che sono efficaci contro la Chlamydia pneumonia, si sono avuti risultati buoni; si sono verificati 104 eventi cardiovascolari sui 412 pazienti non trattati, ma solo 61 eventi sui 410 pazienti nel gruppo trattato.[28a-e] In un test successivo, il trattamento antibiotico ha portato ad un significativo calo del progredire dell'arteriosclerosi delle arterie della carotide.[28f] Comunque, in quattro altre sperimentazioni,[30a-d] una delle quali riguardava più di 7000 pazienti,[28d] il trattamento con antibiotici non ha avuto effetti significativi.

La ragione di questi risultati inconsistenti può essere stata la troppo breve durata del trattamento (una sperimentazione è stata condotta solo per cinque giorni). Inoltre, la Chlamydia pneumonia, può propagarsi solo all'interno delle cellule umane e quando è nei globuli bianchi risulta resistente agli antibiotici.[31] Una ragione dell'inefficacia del trattamento può anche risiedere nel fatto che gli antibiotici usati non hanno effetto sui virus. In questo contesto è interessante citare una sperimentazione controllata condotta dal Dr. Enrique Gurfinkel e il suo gruppo della Fundación Favaloro di Buenos Aires, Argentina.[32] Hanno vaccinato contro l'influenza, malattia virale, metà dei 301 pazienti con insufficienza coronarica. Dopo sei mesi, l'8 percento dei pazienti di controllo erano deceduti, ma solo il 2 percento dei pazienti vaccinati. Vale la pena di sottolineare che un tale effetto è già migliore di quello raggiunto da qualsiasi sperimentazione sulle statine, e in tempi molto più brevi.

Il colesterolo alto protegge contro le malattie cardiovascolari?
Apparentemente i microorganismi giocano un ruolo di rilievo nelle malattie cardiovascolari. Possono essere uno dei fattori che iniziano il processo lesionando l'endotelio arteriale. Un secondo ruolo ruolo può essere dedotto dall'associazione tra malattia cardiovascolare acuta e infezione. L'agente infettivo può preferibilmente diventare localizzato nelle parti delle pareti arteriose che sono state in precedenza danneggiate da altri agenti, avviando una coagulazione locale e la creazione di un trombo (coagulo) e in tal modo generare un ostacolo al flusso sanguigno. Ma se è così, il colesterolo alto può proteggere dalle malattie cardiovascolari invece che esserne la causa!
In ogni caso, l'idea della dieta per il cuore, con la sua demonizzazione dell'alto colesterolo, è ovviamente in conflitto con l'idea che l'alto colesterolo protegge dalle infezioni. Le due idee non possono essere vere contemporaneamente. Facciamo un sunto dei molti fatti che contrastano con l'idea che il colesterolo sia dannoso.
Se il colesterolo fosse la più importante causa di arteriosclerosi, le persone con colesterolo alto dovrebbero essere più aterosclerotiche di quelle che hanno colesterolo basso. Ma come ora sapete ciò è molto distante dal vero.
Se un alto colesterolo fosse la più importante causa di arteriosclerosi, l'abbassamento del colesterolo dovrebbe influire sul processo aterosclerotico in proporzione alla riduzione effettuata.
Ma, come ora sapete, non è questo quello che succede.
Se l'alto colesterolo fosse la più importante causa di malattie cardiovascolari, dovrebbe essere un fattore di rischio per tutte le popolazioni, in entrambi i sessi, a tutte le età, in ogni sottocategoria della malattia, e sia per la malattia cardiaca che per l'attacco cardiaco. Ma, come ora sapete, non è questo il caso.

Ho solo due argomenti a sostegno dell'idea che l'alto colesterolo è buono per i vasi sanguigni e sono molto forti, al contrario degli argomenti che asseriscono la tesi contraria. Il primo emerge dalle sperimentazioni sulle statine. Se l'alto colesterolo fosse la causa più importante delle malattie cardiovascolari, l'effetto maggiore del trattamento con statine si sarebbe dovuto vedere nei pazienti con il colesterolo più alto, e in pazienti il cui colesterolo fosse maggiormente calato. La mancanza di causa effetto non può essere attribuita alla fatto che le statine hanno altri effetti sulla stabilizzazione delle placche, in quanto ciò non avrebbe mascherato comunque l'effetto di abbassamento del colesterolo specie considerando i livelli pronunciatamente bassi raggiunti. Al contrario, se un farmaco abbassa sensibilmente la concentrazione di una molecola supposta dannosa per il sistema cardiovascolare e allo stesso tempo esplica altri effetti benefici sullo stesso sistema, un legame causa effetto avrebbe dovuto manifestarsi.
D'altro lato, se l'alto colesterolo ha una funzione protettiva, come dedotto, un suo abbassarsi controbilancerebbe gli effetti benefici delle statine e quindi andrebbe contro un legame causa effetto, il che sarebbe in accordo con i risultati delle varie sperimentazioni.
Ho già menzionato il mio secondo argomento, ma non ci si deve stancare di ripeterlo: l'alto colesterolo è associato alla longevità delle persone anziane. E' un fatto difficile da spiegare: nel periodo della vita in cui si verificano la maggior delle malattie cardiovascolari, per cui la maggior parte delle persone muore, (e la maggior parte di ognuno di noi muore di malattia cardiovascolare), il colesterolo alto si riscontra più spesso nelle persone che hanno la mortalità minore. Com'è possibile che l'alto colesterolo sia dannoso alle pareti arteriose e causi malattie coronariche fatali, la più comune causa di morte, se quelli che hanno il colesterolo più alto vivono più a lungo di quelli che hanno il colesterolo basso?

Al pubblico e alla comunità scientifica dico: “Sveglia!”

<-- Parte I

Riferimenti

1. Krumholz HM and others. Lack of association between cholesterol and coronary heart disease mortality and morbidity and all-cause mortality in persons older than 70 years. Journal of the American Medical Association 272, 1335-1340, 1990.
2. Ravnskov U. High cholesterol may protect against infections and atherosclerosis. Quarterly Journal of Medicine 96, 927-934, 2003.
3. Jacobs D and others. Report of the conference on low blood cholesterol: Mortality associations. Circulation 86, 1046–1060, 1992.
4. Iribarren C and others. Serum total cholesterol and risk of hospitalization, and death from respiratory disease. International Journal of Epidemiology 26, 1191–1202, 1997.
5. Iribarren C and others. Cohort study of serum total cholesterol and in-hospital incidence of infectious diseases. Epidemiology and Infection 121, 335–347, 1998.
6. Claxton AJ and others. Association between serum total cholesterol and HIV infection in a high-risk cohort of young men. Journal of acquired immune deficiency syndromes and human retrovirology 17, 51–57, 1998.
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9. Niebauer J and others. Endotoxin and immune activation in chronic heart failure. Lancet 353, 1838-1842, 1999.
10. Vredevoe DL and others. Skin test anergy in advanced heart failure secondary to either ischemic or idiopathic dilated cardiomyopathy. American Journal of Cardiology 82, 323-328, 1998.
11. Rauchhaus M, Coats AJ, Anker SD. The endotoxin-lipoprotein hypothesis. Lancet 356, 930–933, 2000.
12. Rauchhaus M and others. The relationship between cholesterol and survival in patients with chronic heart failure. Journal of the American College of Cardiology 42, 1933-1940, 2003.
13. Horwich TB and others. Low serum total cholesterol is associated with marked increase in mortality in advanced heart failure. Journal of Cardiac Failure 8, 216-224, 2002.
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26. Sono stati pubblicati almeno 200 articoli sul ruolo delle infezioni nell'arteriosclerosi e nelle malattie cardiovascolari; ne elenco alcune: a) Grayston JT, Kuo CC, Campbell LA, Benditt EP.
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30. The unsuccessful trials: a) Anderson JL and others. Circulation 99, 1540-1547, 1999. b) Leowattana W and others. Journal of the Medical Association of Thailand 84 (Suppl 3), S669-S675, 2001. c) Cercek B and others. Lancet 361, 809-813, 2003. d) O’Connor CM and others. Journal of the American Medical Association. 290, 1459-1466, 2003.
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32. Gurfinkel EP and others. Circulation 105, 2143-2147, 2002.

L'Autore
Dr. Ravnskov è l'autore di “The Cholesterol Myths” e chairman del The International Network of Cholesterol Skeptics (thincs.org).

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