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Documentario inglese sostanzia le collusioni USA-KLA
nel provocare la guerra contro la Serbia
E Relativo articolo del Sunday Times sul ruolo della CIA
World Socialist Web Site di Chris Marsden
Traduzione di Alessandro Lattanzio

Domenica 12 Marzo la BBC2 trasmetteva un documentario di Alan Little intitolato "Moral Combat: NATO At War". Il programma conteneva lampanti prove su come l'amministrazione Clinton creò il pretesto per dichiarare la guerra al regime Milosevic in Serbia, sponsorizzando il separatista Kosovo Liberation Army (KLA), spingendo a tale decisione i propri alleati Europei. Le rivelazioni nel documentario di Little erano rinforzate da un articolo nel Sunday Times.
Con franche interviste con i maggiori protagonisti nel conflitto in Kosovo: Madeline Albright Segretario di Stato USA, l'Assistente del Segretario di Stato James Rubin, l'inviato USA Richard Holbrooke, William Walker, capo della Missione di Verifica ONU, e il leader della KLA Hashim Thaci. Sostenute da molti altri.
Il documentario spiega come "una mitologia condivisa su Milosevic" rese "alleati una oscura banda di guerriglieri e la maggior potenza della Terra".
Fin dalla guerra in Bosnia nel 1995, il KLA, cercava di capitalizzare il sentimento popolare tra i Kosovo-Albanesi contro il regime di Belgrado, perseguendo una strategia di destabilizzazione della provincia Serba del Kosovo con atti terroristici, nella speranza che USA e NATO intervenissero. Compivano  imboscate contro poliziotti Serbi uccidendoli.
"Ogni azione armata che compivano, avrebbe provocato ritorsioni sui civili" il leader del KLA Thaci spiegava. "sappiamo che provocheremo molte perdite tra i civili." I vantaggi di tale strategia venne pianificata da Dug Gorani, un negoziatore Kosovo-Albanese non legato con il KLA: "molti altri civili vennero uccisi, le chances di un intervento internazionale divennero più grandi, e il KLA, certo, capì ciò. Un diplomatico mi disse, 'Guarda, senza superare la quota di cinque mila morti, non avrai alcuna attenzione permanente sul Kosovo da parte  della diplomazia internazionale.'"
Albright fu recettiva alla strategia del KLA poiché gli USA erano ansiosi di attuare un conflitto militare con la Serbia. La sua serie di interviste venne infarcita con le parole: "Credo nel potere definitivo, la bontà del potere degli alleati e guidata dagli USA." La campagna di provocazioni del KLA venne attuata come mezzo con cui l'uso di questo potere potesse essere sancito.

Il 5 Marzo 1998, a Prekaz, un attacco dell'esercito Serbo alla casa di un comandante del KLA, Adem Jashari, in cui 53 persone morirono, divenne l'occasione per un meeting del gruppo di Contatto della NATO quattro giorni dopo. Albright spinse per una forte risposta anti-Serba. "Penso di dover dire ai miei colleghi che non dobbiamo commettere lo stesso errore che accadde in Bosnia, dove vi furono molte chiacchiere e nessuna azione" disse a Little.
La NATO minacciò Belgrado con una risposta militare per la prima volta. "L'ambizione del KLA, e le intenzioni della NATO, erano convergenti" Little commentava. Mostrò come un successivo meeting pubblico tra l'inviato USA Richard Holbrooke e personale del KLA a Junik preoccupò Belgrado e incoraggiò i separatisti Albanesi. Il Generale Nebojsa Pavkovic, il comandante dell'esercito Jugoslavo in Kosovo, disse: "Quando l'ambasciatore di un altro paese arriva qui, ignora i rappresentanti dello stato, ma ha meeting con i terroristi Albanesi, allora è chiaro che li sostiene."
Lirak Cejal, un soldato del KLA, disse: "Sapevo che fin da allora saremmo stati nelle mani degli USA e della NATO. Cercavano i capi del KLA, e quando li trovarono, li ebbero in pugno, controllando il KLA."
Nell'Ottobre 1998 la NATO impose il cessate-il-fuoco, in parte con la minaccia della forza e in parte per i successi della Serbia nello sconfiggere il KLA. Una forza di monitoraggio del cessate-il-fuoco [the Kosovo Verification Mission] venne inviata nella provincia sotto gli auspici dell'Organisation for Security and Co-operation in Europe (OSCE) e capeggiata da  William Walker.

L'intervista con Cejal è la sola referenza al controllo USA del KLA nel documentario di Little, ed è solo aneddotico. Sembra che la BBC per sue ragioni, scelga di insistere su tale argomento, pubblicando l'articolo sul Sunday Times nello stesso giorno in cui il documentario di Little veniva trasmesso.
I giornalisti del Times Tom Walker e Aidan Laverty scrivono: "Molti statunitensi, che erano direttamente coinvolti nelle attività della CIA o vicini a esse, hanno parlato ai produttori di Moral Combat, un documentario trasmesso su BBC2 tonight, e al The Sunday Times riguardo i loro compiti clandestini 'nel fornire aiuti occulti al KLA prima che i bombardamenti della NATO iniziassero in Kosovo."
Il Sunday Times spiegava che fonti anonime "ammettono di aver aiutato nell'addestramento del Kosovo Liberation Army". Aggiungono che agenti della CIA erano ispettori del "cessate-il-fuoco in Kosovo nel 1998 e nel 1999, sviluppando legami con il KLA e fornendo manuali per l'addestramento militare USA e consiglio sul campo di battaglia contro l'esercito Jugoslavo e la polizia Serba."
L'articolo del The Times continuava: "Quando l'Organisation for Security and Co-operation in Europe (OSCE), che coordinava il monitoraggio, lasciò il Kosovo una settimana prima degli attacchi aerei di un anno fa, molti dei suoi telefoni satellitari e sistemi di global positioning erano segretamente dati al KLA, assicurando che i comandanti della guerriglia potessero essere in contatto con la NATO e Washington. Molti leaders del KLA avevano il numero di cellulare del Generale Wesley Clark, il comandante della NATO."

L'articolo cita un anonimo "Diplomatico Europeo dell'OSCE" che "si sentiva tradito dalla politica USA che rese inevitabili gli attacchi aerei." Citano un inviato Europeo che accusa il capo della missione OSCE Walzer, di attuare una operazione CIA: "L'agenda USA consisteva dei loro osservatori diplomatici, della CIA, che operavano in modi completamenti differenti dagli Europei e dall'OSCE."
Walker fu l'ambasciatore USA in El Salvador quando gli USA l'aiutarono a sopprimere i ribelli di sinistra e ampiamente sospettato di essere un operativo della CIA. Nega ciò, ma ammette al Sunday Times che la CIA era certamente coinvolta nella preparazione degli attacchi aerei: "In una notte avemmo a disposizione 130 persone o più. Poteva l'agenzia averli messi in quel punto? Certo, poteva. È il suo lavoro."
Il quotidiano cita l'assai candido commento delle sue fonti nella CIA: "Era un fronte della CIA, l'intelligence forniva al KLA armi e comando" dice uno. "Dicevamo loro [il KLA] quale collina evitare, in quale bosco nascondersi, cose del genere" dice un altro.
Per sostenere tali affermazioni, the Sunday Times nota che Shaban Shala, un comandante del KLA ancora attivo nella campagna per destabilizzare le aree Albanesi in Serbia, afferma di avere incontrato agenti statunitensi, inglesi e svizzeri nel nord dell'Albania nel 1996.
Il documentario BBC di Little non dà tali espliciti suggerimenti dei legami tra CIA e KLA, ma suggerisce su come il cessate-il-fuoco divenisse l'occasione per il rafforzamento dei separatisti in Kosovo. Spiegano che nel caso i Serbi ritirassero le loro forze, in accordo con il cessate-il-fuoco, il KLA si sarebbe attivato. Il capo militare del KLA Agim Ceku disse, "Il cessate-il-fuoco era assai utile per noi, ci aiutò a organizzarci, consolidarci e crescere." Nulla impediva ciò, nonostante le proteste della Serbia.

Little spiegava che la BBC ottenne delle minute confidenziali del North Atlantic Council o NAC, organo di governo della NATO, che affermano che il KLA era "il vero provocatore delle violenze" e che privatamente Walker chiamava le sue azioni una "deliberata campagna di provocazioni". Era tale sostegno occulto al KLA da parte degli USA che provocò la Serbia nel mettere fine al cessate-il-fuoco e nel rinviare l'esercito in Kosovo.
La successiva maggiore svolta degli eventi condusse alla guerra della NATO contro la Serbia, fu il presunto massacro di Albanesi a Racek il 15 gennaio 1999. In quel giorno, l'argomento sulla forza Serba che uccise i civili in un contrattacco a Racek è fortemente contestata da Belgrado, che afferma che il KLA ha preparato il massacro, usando cadaveri da precedenti scontri.
È certo che quando le forze Serbe annunciarono l'eliminazione di 15 membri del KLA, i supervisori internazionali che entrarono nel villaggio non riportarono nulla di inusuale. E fin quando, la mattina dopo, le forze del KLA ripresero il controllo del villaggio, che Walker fece una visita e annunciò che vi era stato un massacro effettuato dalla polizia Serba e dall'esercito Jugoslavo. Little conferma che Walker contattò sia Holbrooke che il Generale Clarke prima di fare l'annuncio.
Racek era la prova finale per il pretesto per una dichiarazione di guerra, ma prima Washington doveva assicurarsi che le potenze Europee, che, assieme agli inglesi, spingevano per una soluzione diplomatica, salissero sul carro. Colloqui vennero stabiliti a Rambouillet, in Francia, sostenuti dalla minaccia di guerra.

Little dice: "Gli Europei erano alquanto riluttanti nel convertire le minacce di guerra, già avanzate per fare accettare un accordo tra Serbi e Albanesi. Ma gli USA erano assai scettici. Andarono a Rambouillet con una proposta alternativa in mente."
Sia Albright che Rubin sono straordinariamente candidi sul modo con cui sistemarono Rambouillet. Presentarono un ultimatum che il governo Serbo non poteva accettare, perché chiedeva l'occupazione NATO non solo del Kosovo, ma di tutta la Serbia. Il Generale Serbo Pavcovic commenta: "Volevano un diritto illimitato agli spostamenti e al dispiegamento, una forma di occupazione. Nessuno poteva accettarlo."
Tale era l'intenzione USA. Albright disse alla BBC: "Se i Serbi non sono d'accordo [all'ultimatum di Rambouillet], e gli Albanesi si, ciò era una chiara scusa per l'uso della forza." Rubin aggiunse, "Ovviamente, pubblicamente, abbiamo reso chiaro che cercavamo un accordo, ma privatamente sappiamo che le chances dei Serbi di accordarsi erano assai piccole."
Il leader del KLA Thaci era il solo problema, poiché chiedeva l'inclusione di un referendum sull'indipendenza. Così Albright andò, nel giorno di St. Valentino, a occuparsi del loro consenso. Veton Suroi, un rivale politico del KLA coinvolto nei colloqui, diede una candida descrizione del messaggio di Albright a Thaci: "Ci diceva, voi firmate, i Serbi non firmano, noi bombardiamo. Tu firma, i Serbi firmano, avete la NATO a casa. Così vi sostiene."
Dopo tre settimane di discussioni, Thaci infine firmò l'Accordo di Rambouillet. La via era spianata per la guerra USA contro la Serbia, una guerra che era stata preparata con l'aiuto degli sporchi trucchi della CIA e delle manovre politiche con i terroristi.

Fonte: <http://www.wsws.org/articles/2000/mar2000/koso-m16.shtml>
Traduzione di Alessandro Lattanzio
E-mail: alexlattanzio@yahoo.it
URL: http://members.xoom.it/sitoaurora

 
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