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I gemelli ariani del dottor Mengele

Tratto dal libro: "I maestri invisibili del Nuovo Ordine Mondiale: i burattini occulti del potere", di Enrica Perucchietti e Leo Lyon Zagami, ed. TerreSommerse

Hanno occhi azzurri, capelli biondi e son tutti gemelli.
Non sono i membri di una setta, ma gli ultimi “figli” dell’'Angelo della Morte, l’'ultimo tentativo di Josef Mengele di dar vita alla razza ariana sognata da Hitler. Il testamento “biologico” del genetista è rappresentato dalla nascita anomala di centinaia di gemelli, in una comunità in cui il parto gemellare è del 20%, ovvero uno su cinque, mentre la media mondiale è di un parto ogni cento. Da più di quarant'anni i gemelli nascono in misura massiccia a Candido Godoi, uno sperduto angolo di Brasile tra Paraguay e Argentina: è la traccia evidente del passaggio di Mengele. 

Secondo l'inchiesta dello storico argentino Jorge Camarasa, ex giornalista del Clarin, già noto per le sue ricerche sui criminali nazisti in Sud America, la cittadina di Candido Godoi potrebbe passare alla storia come il laboratorio a cielo aperto di Josef Mengele.
Camarasa ha ricostruito le tracce del medico nazista seguendo le intuizioni del responsabile dell'ospedale di Candido Godoi, il dottor Annencir Flores da Silva, che dopo aver «finito di analizzare i dati così ottenuti, di collazionare e ricollazionare statistiche, di confrontare e riconfrontare mille volte le storie che aveva ascoltato, arrivò a una conclusione: Josef Mengele era stato nella zona di Candido Godoi all'inizio degli anni Sessanta, proprio quando era cominciata quell'esplosione gemellare la cui eco perdura ancora (1)».

Scavando nella memoria dei concittadini, l’'ex sindaco Flores da Silva s'’imbatte in quel medico itinerante che corrisponde nella descrizione e nei modi a Mengele: «Nella memoria di tante donne – racconta De Silva a Camarasa - era un medico condotto che girava di casa in casa, curava le vene varicose e distribuiva bottiglie di pozioni e pastiglie... a volte faceva anche il dentista e quasi sempre prelevava sangue ai pazienti». Molti allevatori ricordano invece un veterinario che prometteva miracoli: «Ci chiedeva che malattie avessero le nostre bestie e ci diceva di non preoccuparci perché lui poteva curarle tutte, ci sembrava rispettabile e molto colto», ricorda l'’anziano Aloisi Finkler. Leonard Boufler, un altro allevatore, solo oggi si stupisce al ricordo delle promesse del sedicente Weiss. «Diceva di garantire l'inseminazione artificiale per uomini e animali e noi l'ascoltavamo. Solo oggi mi rendo conto che era l’unico a quell'epoca a sostenere di saperlo fare».

Il mistero, raccontato nel libro Mengele, l'angelo della morte in Sud America, incomincia nel 1960. Undici anni prima Mengele si era imbarcato dal porto di Genova alla volta dell'Argentina grazie a un passaporto falso della Croce Rossa Internazionale, incominciando così “il suo lungo esilio (2)” sotto il nome posticcio di Helmut Gregor.
Dopo la scoperta dei crimini e degli esperimenti aberranti compiuti ad Auschwitz, nel 1959, il governo tedesco, saputo che Mengele ha trovato rifugio in Argentina, chiede formalmente al Paese l'estradizione dell'Angelo della Morte. Così, quando il Mossad cattura Adolf Eichmann, Mengele si sente braccato e scappa in Paraguay trovando rifugio nell'enclave di Colonias Unidas, composta da ex cittadini tedeschi, dove si trova a suo agio.

Da lì a Candido Godoi, un'altra comunità di esuli tedeschi, il passo è breve. Stando a Camarasa Mengele ci arriva nel 1963 sotto il nome di Rudolph Weiss e si presenta a volte come veterinario, a volte come medico itinerante, conquistando velocemente la fiducia dei componenti della comunità. «Stando ai racconti quel medico cura molte donne, distribuisce medicine e preparati e le assiste nella gravidanza – racconta Camarasa - molti lo ricordano perché sosteneva di saper far nascere gemelli maschi dalle mucche e perché parlava già allora d'inseminazione artificiale».

Gemelli e inseminazione artificiale sono il pallino di Mengele sin dagli anni dell’università quando il suo mentore, il professor Otmar von Verschuer gli instilla l'’idea che la chiave per la creazione della razza ariana vada cercata nel sistema biologico dei gemelli: «La sua ossessione, questo il racconto dei sopravvissuti [di Auschwitz] che lo accusavano, era scoprire il segreto che avrebbe permesso alle donne tedesche di partorire più gemelli, per dare più soldati al Reich e riprodurre la specie perfetta». Ad Auschwitz, dopo il 1943, Mengele seleziona 1500 coppie di bambini gemelli, ma gli studi prevedono la ricerca del segreto della gemellarità attraverso l'autopsia e così solo 258 tra le cavie umane sopravvivono.
In Argentina Mengele mette a frutto gli studi di Auschwitz, promettendo agli allevatori il segreto per moltiplicare i migliori esemplari delle proprie mandrie. Presto dalle vacche passa agli esseri umani.
Quando il Mossad lo costringe a rifugiarsi tra i compaesani di Colonias Unidas e Candido Godoi l'Angelo della Morte riprende ad accarezzare l'antico sogno.

«Candido Godoi - spiega Camarasa - diventa il laboratorio a cielo aperto dove realizzare il sogno di una razza dominatrice con occhi blu e capelli biondi». Nessuno sa quali strumenti o preparati adoperi il misterioso Rudolph Weiss, ma dopo il 1963 Candido Godoi diventa la “città dei gemelli”. Altrove solo un parto su 80 dà vita a una coppia monozigote, ma lì una gravidanza su cinque si conclude con la nascita di una coppia di gemellini con occhi blu e capelli biondi. Per anni gli scienziati si scervellano e la città diventa famosa in Brasile come la terra dei gemelli.

Il mistero che avvolge la città è sopravvissuto a Mengele, la cui leggenda continua con la sua morte, avvenuta il 7 febbraio 1979 nella stazione balneare di Bertioga, vicino a Sao Paulo. Anche se ufficialmente «su questa morte si sono accumulate prove scientifiche e conferme indubitabili: ciononostante, alcuni investigatori non ci hanno mai creduto fino in fondo”. Ben Abraham, per esempio, storico rigoroso dell'Olocausto e vicepresidente dell'Associazione internazionale sopravvissuti del nazismo, afferma che Mengele è morto nel 1992, negli Stati Uniti, mentre si trovava sotto la protezione della CIA, e che quindi la clamorosa scoperta dei suoi resti alla fine del 1985 in un cimitero nei dintorni di Sao Paulo sarebbe stata solo una farsa internazionale montata dagli USA e accettata da Israele sotto la pressione americana»(3).

Se questo depistaggio fosse vero, non rimane che chiedersi quali altre ricerche abbia condotto Mengele per la CIA e come il suo folle operato sia stato utilizzato in seguito dall'Agenzia. Abbiamo visto come le tecniche di manipolazione mentale in stile MK-Ultra siano state utilizzate anche altrove come metodo di condizionamento all'interno di sette di orientamento nazista come “The Family"(4): non è difficile immaginare che per soddisfare il sogno nazista di una società ariana le ricerche dell'Angelo della Morte siano sopravvissute non solo a lui e alle colonie naziste in sperdute località del Sud America, ma che siano tuttora applicate all'insaputa di noi tutti...

Ottava edizione della Festa dei gemelli che si tiene ogni anno a Candido Godoi. Foto del 22 aprile 2012

 

Note:

[1]    Jorge Camarasa, Mengele. L'angelo della morte in Sudamerica, Garzanti, 2008, pag. 41. Titolo originale: Mengele.
[2]    Ivi, pag. 47.
[3]   Ivi, pag. 101.
[4]    Dove visse dall'età dei 9 anni Julian Assange, come ampiamente documentato nel libro degli autori Leo Lyon Zagami, Enrica Perucchietti, I Maestri Invisibili del Nuovo Ordine Mondiale, 2013, Terre Sommerse, Roma.

 

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