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Cronistoria di un crimine: la Base U.S.A. di Santo Stefano dal 1972 a oggi
Claudio Chisu per Disinformazione.it

In trentatre anni la base nucleare militare Usa, nell’arcipelago di La Maddalena ha provocato tali e tante polemiche da renderne impossibile la raccolta completa: l’insediamento truffaldino dei militari americani, agevolati dalle istituzioni italiane a tutti i livelli (Comune, Regione, Parlamento, Governo); il ritrovamento continuo di inquinanti radioattivi (Cobalto, Torio, Plutonio per fare alcuni esempi) nelle acque che circondano l’isola; e le altrettante continue e pronte smentite da parte degli istituti preposti al controllo del mare (nonostante l’incessante allarme tumori a La Maddalena e dintorni, nonostante la nascita, nel solo 1976, di cinque bambini col cranio deformato); i problemi con i marinai americani, resisi più volte protagonisti di risse e altri comportamenti violenti. Il 14 luglio del 1978 un militare americano accoltellò una bambina di appena cinque anni di La Maddalena. Fu catturato ed estradato. È solo uno dei tanti crimini commessi dai marinai statunitensi.
Ma la questione che rende il tutto stupefacente è lo sforzo continuo e imperterrito di smorzare i toni, distorcere la verità, tacciare i sovversivi, da parte dei governi che si sono succeduti nei trentatre anni di vita della Base. Ecco la genesi del raggiro:

Anno 1964
Il Pentagono necessita di una base appoggio per la manutenzione e la riparazione dei sommergibili nucleari nel Mediterraneo. Iniziano trattative segrete con lo Stato Italiano. Un decreto del comando militare della Sardegna stabilisce una occupazione d’urgenza di circa 40 mila mq. di terreno, di proprietà privata, situati nel versante Est dell’isola di Santo Stefano, a Sud dell’isola di La Maddalena. Gli accordi presi dal Governo Italiano e quello Usa sono, a distanza di 41 anni, ancora coperti dal segreto di Stato. Nonostante le esplicite richieste dei Presidenti della Regione per desecretizzarli. L’ultima, in ordine cronologico, è stata inoltrata al Governo lo scorso autunno dall’attuale governatore Renato Soru. Naturalmente tali richieste sono rimaste insoddisfatte e i Sardi ancora non sanno cosa esattamente è la base militare. Secondo il Ministero della Difesa italiano, Santo Stefano non è altro che un sito appoggio per i sottomarini a propulsione nucleare della Nato. Amministrato, oltretutto, dalla Marineria italiana. Ma l’isola ha ospitato solo ed esclusivamente forze militari americane, mai una rappresentanza degli altri paesi alleati. E l’importanza effettiva della Base è stata resa nota dalla stampa oltreoceano, che ha diffuso alcuni documenti del Pentagono. In questi documenti, la Maddalena è indicata come “una delle basi militari statunitensi (e non sito appoggio della Nato) più importanti nel Mediterraneo”.

Anno 1966
Hanno inizio i lavori di banchinamento per la costruzione di un porto a Santo Stefano e di un tunnel sottomarino. Le opere saranno portate a termine negli anni successivi.

Anno 1972
Il 17 luglio
, l’incrociatore Usa Springfeld arriva a La Maddalena e nel mese di agosto l’arcipelago ospita anche la nave appoggio Fulton e tre sommergibili nucleari del tipo Hunter – Killer.
14 Settembre. I primi contingenti Usa sbarcano nell’isola di Caprera. Inizia la recinzione di una vasta area e, prima che qualcuno osi protestare, i militari fanno sapere che “il comando marino di La Maddalena assicura che rimarrà aperta la Casa di Garibaldi a Caprera. E che le opere in costruzione saranno accessibili a tutti. La marina Usa potenzierà le sue attrezzature nella base e intenderebbe acquistare il villaggio Piras per alloggiarvi il personale”. Si comincia a parlare di base americana lasciando intendere che si tratta di una specie di impianto turistico, da cui la popolazione ricaverà benefici.
16 Settembre. La stampa fa sapere dell’accordo in via di perfezionamento tra gli Usa e l’Italia per la cessione di una base appoggio per sommergibili atomici a La Maddalena. In questo momento i Sardi non hanno ancora la più vaga idea di cosa succederà a Santo Stefano, a causa del segreto che ha caratterizzato le trattative fino a quel momento. L’ambasciata italiana a Washington dichiara di non saperne nulla. Andreotti è capo del governo di centro – destra e Medici ministro degli Esteri. E scoppiano le prime polemiche, tra notizie e smentite. Una delle quali assicura: “ Santo Stefano non ospiterà la VI flotta americana. E non ci sono pericoli di contaminazioni radioattive”.
19 Settembre. Gli americani chiedono ufficialmente al Comune di La Maddalena 340 appartamenti per i militari e le loro famiglie. Gli alloggi dovranno essere pronti non più tardi dell’agosto ’73.
22 Settembre. A Wahington viene data notizia che Santo Stefano sarà trasformata in una importante base di appoggio per sommergibili a propulsione nucleare della VI flotta americana che opera nel Mediterraneo. In evidente contrasto con ciò che aveva appena fatto sapere il Governo presieduto da Andreotti. La base, secondo il Pentagono, è diventata indispensabile per contrapporre i sommergibili americani alla presenza sempre maggiore dei colleghi sovietici.
Quindi, secondo il governo Usa, la base di La Maddalena è utile in funzione antisovietica, ed è nata con questo preciso scopo (peccato che nel 2005 il ‘pericolo’ russo sia sparito da tempo, ma gli americani sono rimasti). I politici italiani cadono dalle nuvole, tutti affermano di non sapere assolutamente niente delle intenzioni americane. Ma non è vero. Il 13 settembre il sindaco di Santa Teresa Gallura, paese turistico a pochi chilometri da La Maddalena, invia una lettera al comando Nato: “La nostra amministrazione manifesta il proprio parere favorevole all’insediamento americano e si propone per essere scelta come residenza dei familiari dei militari americani impegnati con le forze Nato nel nostro territorio”. Il 13 settembre la notizia è nota al Sindaco di un paese gallurese. Possibile che il Parlamento non ne sappia niente?
5 ottobre. L’ammiraglio Birindelli, portavoce italiano degli americani, dichiara: “La marina Usa non ha chiesto una base operativa per le sue navi o i suoi sommergibili, ma solo una sede per sistemare i familiari dei marinai di una sua nave”. Sta smentendo quello che ha dichiarato Washington due settimane prima?
6 Ottobre. Il ministro degli Esteri Medici dichiara: “Non esiste a La Maddalena una base navale americana e tantomeno una base della VI flotta. Esiste soltanto l’attracco principale di una nave appoggio per sommergibili incaricati di sorvegliare i sommergibili sovietici”. In linea con ciò che ha dichiarato Birindelli, ma in antitesi con quello che è trapelato dal Pentagono.
La sera stessa, ha luogo davanti al Senato la prima manifestazione militarista contro la base maddalenina. Prima di una serie infinitamente lunga.
20 Ottobre. L’amministrazione comunale presieduta dal sindaco Deligia (Dc) tira le somme. Durante la seduta consiliare, il consiliere Pedroni si incarica di tracciare una serie di vantaggi e svantaggi che la base potrà, eventualmente, apportare. I lati negativi: “Lievitazione dei prezzi di mercato, possibile turbamento dell’equilibrio morale della cittadinanza, sul piano della salute pubblica e della conservazione dell’ambiente. Lati positivi: presenza di mille uomini, che comporta la costruzione in loco di 42 appartamenti per ufficiali, 298 alloggi per marinai, spacci di vario genere, uffici bancari, un commissariato, un ufficio postale, un cinema e uffici vari.
Quindi, vantaggi economici e a livello di servizi accessibili a tutti”. E il Consiglio Comunale, dopo attenta e ponderata riflessione, decide all’unanimità che pur di contribuire al benessere economico dell’isola, si può ben correre qualche piccolo rischio di contaminazioni radioattive (è anche vero che Chernobyl è distante 14 anni, e forse non avevano la piena consapevolezza di quello che è il pericolo nucleare). Ma c’è da dire che La Maddalena è in Gallura, una delle zone più belle della Sardegna e dell’Italia intera, a pochi decine di chilometri dall’esclusivissima, ricchissima e sponsorizzatissima Costa Smeralda. Non esiste, in Gallura, un Comune definibile come economicamente povero, soprattutto tra le località costiere. Il turismo è il grande traino dell’economia gallurese, e La Maddalena, accettando la presenza di una base nucleare, ha compromesso il proprio sviluppo turistico. Tanto è vero che, mentre i paesi limitrofi prosperano grazie al mare, il Comune di La Maddalena non può competere col turismo che ravviva le strade di Porto Cervo, Porto Rotondo, San Teodoro, Palau, Santa Teresa etc. Nonostante possa vantare dei scenari paesaggistici di pari livello, se non migliori. Il Parco Nazionale istituito nel ’96 dovrebbe assicurare la preservazione della qualità dell’arcipelago, ma la convivenza del Parco con una base nucleare appare quantomeno anomala. In pratica, nel ’72 i politici maddalenini decisero di affidare la loro sorte ai sommergibili americani piuttosto che alla valorizzazione delle loro spiagge, e allo sfruttamento di quella grande risorsa che è il turismo.
19 Dicembre. La stampa fa sapere: “I sommergibili nucleari sono dotati di moderni sistemi di sicurezza contro le radiazioni”. Saranno anche dotati di tutti i sistemi di questo mondo, ma è una creazione imperfetta, come qualsiasi cosa concepita dall’uomo: la perfezione non appartiene all’essere umano, e un sommergibile può avere un incidente (e si vedrà che è successo più di una volta) o avere guasti o altro. E né il comando americano, né quello italiano, hanno mai reso pubblico un piano di sicurezza, o un progetto per lo sgombero dell’arcipelago. Nella malaugurata, ma possibile, ipotesi che qualcosa vada davvero storto e si debba ricorrere a misure estreme. In 33 anni tali misure estreme non sono mai state prese in considerazione, e la popolazione dovrebbe, necessariamente, arrangiarsi.

Anno 1973
6 Aprile. La nave appoggio Gilmore, la grande balia dei sommergibili nucleari, getta le ancore al pontile di Santo Stefano. È lunga 170 metri. È addetta al rifornimento e alla riparazione di eventuali danni dei sommergibili (ma allora la possibilità che succeda qualcosa c’è! O no?) e sarà presenza fissa a Santo Stefano.
Agosto. Si comincia a capire che la base non è stato questo grande affare. I maddalenini cominciano a lamentarsi sempre più spesso, e sempre più a voce alta. Si rendono conto che sono stati turlupinati, che sono stati truffati. I militari, la stampa, i politici, hanno promesso mari e monti alla gente in modo da accettare l’insediamento bellico. Ma i cittadini cominciano a capire che le promesse rimarranno tali, man mano che le stesse vengono rimangiate. Scrive un quotidiano: “La massiccia presenza degli americani non ha portato nell’isola quel movimento di affari che la popolazione si attendeva”. In realtà, la gente si aspettava un riscontro economico perché gli era stato garantito da chi, la base, aveva fatto di tutto per averla. E cioè i politici, i giornalisti e i militari che tenevano alla propria carriera.

Anno 1974
Durante quest’anno i Sardi faranno i conti per la prima volta con il cobalto. I meno ingenui se lo aspettavano, ma la maggior parte della popolazione rimase di stucco. E ci furono le classiche (sterili) polemiche, le (inutili) manifestazioni volute dai partiti italiani dell’opposizione (che, però, qualche mese prima non si opposero con decisione alla base, e in pratica non hanno mai avuto la minima intenzione di farlo. Tranne il partito radicale guidato da Pannella, come si vedrà in seguito. Che, tra l’altro, fu malmenato e buttato in mare durante un raduno).
Prima che la base entrasse ufficialmente in funzione, la stampa isolana spiegò che non ci sarebbe mai stato un pericolo di contaminazione radioattiva:. Scrisse l’Unione Sarda nel dicembre del ’72: “L’energia nucleare costituisce una fonte di inquinamento minore di quante non lo siano molte altre che ci minacciano più da vicino nel quotidiano. È un combustibile pulito e poco nocivo all’uomo, se certe norme di sicurezza vengono adottate. Dal 1971 i mari di tutto il mondo sono percorsi da più di 100 sottomarini atomici americani, e mai si sono avuti casi di contaminazione. Il Camen dopo uno studio approfondito, ha fatto sapere che i controlli eseguiti hanno sempre dato valori identici a quelli della radioattività naturale e quindi l’ormeggio dei sottomarini non è da ritenersi un pericolo per l’ambiente”. Intanto c’è subito da dire che gli americani fecero le analisi dovute nelle acque dell’arcipelago prima dell’installazione della base. Ma i risultati di queste analisi non sono mai state rese note, nonostante svariate richieste alle ambasciate, al governo e ai comandi militari americani, da parte delle associazioni ambientaliste e non. Quindi non si sa quali fossero le condizioni del mare maddalenino prima dell’installazione della base, e ogni nuova analisi non può quindi essere raffrontata con quelle precedenti la costruzione della base. Il che, in buona sostanza, le rende quasi inutili. Ma saranno i fatti, purtroppo, a smentire la tesi sulla innocuità delle radiazioni e sulla sicurezza dei sottomarini.
24 febbraio Preoccupazione a La Maddalena. Sostituiti all'improvviso i marinai statunitensi imbarcati sulla GILMORE. Si teme possa trattarsi di precauzioni per i rischi di contaminazione nucleare.
22 marzo Primo intervento del Pretore di Roma Gianfranco Amendola sulle pagine del Messaggero: "Basi infette". Il Giappone ha costretto gli USA a ritirare dai propri porti i sommergibili atomici perchè risultati radioattivi ed inquinanti. I dati forniti dalla U.S. Navy erano falsificati e i prelievi avvenivano in altre zone. Anche La Maddalena corre gli stessi rischi: vi sarebbero rinvenute, infatti, tracce di cobalto 60. Amendola scrisse: “La prossima settimana la commissione di tecnici mandata dal Ministero della Difesa sarà a La Maddalena. Per predisporre una serie di prelievi ed esami delle acque, dei sedimenti e degli animali dell’arcipelago di La Madalena. Ma se la commissione si recherà a Santo Stefano, troverà l’isola deserta: la Gilmore stanotte alle una e trenta ha mollato gli ormeggi. Destinazione Barcellona, ci rimarrà per un imprecisato numero di giorni. E quindi non ci sarà la prossima settimana, quando i tecnici saranno in Sardegna per effettuare i controlli. Gli americani garantiscono che la gita in Spagna è stata programmata tre mesi prima. Pertanto i tecnici non potranno rendersi conto di quello che accade a La Maddalena, e non potranno fugare ogni dubbio sul possibile inquinamento”. Possibile? Il cobalto è stato già trovato.
5 aprile Il consiglio comunale di La Maddalena, preso in contropiede, si riunisce d’urgenza e compila un ordine del giorno in cui, partendo dalle notizie diffuse dalla stampa nazionale su accertate tracce di cobalto 60, chiede al governo di “smantellare la base se sarà effettivamente trovata la presenza di inquinante radioattivo”. Ma l’inquinante è già stato trovato! E i politici maddalenini continuano la farsa.
11 aprile "Allarme! L'onda radioattiva" secondo intervento sul MESSAGGERO di Gianfranco Amendola. Gli stessi dati del CNEN evidenziano dal 1972 un aumento della diffusione del cobalto e del manganese attribuibili ai sommergibili. A La Maddalena sono saltate tutte le regole di prevenzione per l’individuazione di un sito nucleare.
30 aprile L’istituto superiore di sanità decide di effettuare indagini in proprio. È sempre lo stesso gioco: l’istituto superiore di sanità manda una commissione prezzolata di esperti in villeggiatura. Che, dopo attentissima valutazione, si affretteranno a rassicurare la popolazione, ormai in subbuglio.
18 maggio Manifestazione degli studenti degli istituti scolastici di La Maddalena: la quasi totalità degli studenti con i cortei e i sit-in chiedono l'allontanamento della base nucleare americana.
13 giugno Nell’imminenza delle elezioni regionali, la Dc fa sapere che nell’arcipelago di La Maddalena sono stati potenziati i controlli contro l’inquinamento. Una serie di apparati per la rilevazione della radioattività saranno messi a disposizione delle Asl.
13 ottobre Organizzata dal "Comitato contro il fascismo nel Mediterraneo", e con l'adesione di moltissime sigle di piccoli raggruppamenti, si è svolta a La Maddalena una manifestazione contro la base americana. Si registrano alcuni incidenti.
29 novembre Il settimanale corso KIRN, lancia il suo "Alerte au cobalt 60". Il servizio viene ripreso dalla agenzia di stampa FRANCE PRESS e rimbalza in Italia attraverso l'ANSA. Il settimanale degli autonomisti corsi accredita la versione del pericolo nucleare e rivela un grave episodio. Secondo KIRN, un carico di rifiuti della GILMORE sarebbe stato di recente rifiutato, perche intrattabile, da un impianto di Porto Torres. Gli stessi rifiuti sarebbero stati sotterrati in una località imprecisata di La Maddalena diventata immediatamente radioattiva alle rilevazioni Geiger.
30 novembre Conferenza stampa dei comandi americani di La Maddalena per smentire le affermazioni del settimanale KIRN. I residui ci sono, ma il loro indice di pericolosità sarebbe al di sotto dei limiti. Non vengono però fornite informazioni sulla natura dei residui stessi che vengono trattati dai loro tecnici
3 dicembre La stampa fa sapere che “a La Maddalena sono stati disposti nuovi controlli, e una serie di rilevatori nuovi di zecca saranno installati dal Ministero della sanità”. Ma come? Non erano già stati installati il 13 giugno, appena prima delle elezioni regionali? L’ennesima promessa truffaldina.

Anno 1975
4 gennaio
La Regione nomina una propria Commissione scientifica per accertare la situazione ambientale a La Maddalena. La Commissione è formata da tre esperti: 1)un fisico nucleare, il Prof. Mario Ladu dell'Università di Cagliari; 2) un esperto in medicina preventiva per gli esposti alle radiazioni, Prof. G. Paolo Nizzardi; 3) un esperto in meteorologia, il Generale Alberto Lorrai.
12 febbraio I tecnici del CNEN e dell'ISS eseguono prelievi marini. Per la prima volta effettuano anche un campionamento sul latte prodotto a La Maddalena, e sul pesce pescato e posto in vendita nel mercato maddalenino. Il professor Ladu dichiara: “Nell’attesa dell’installazione in serie di laboratori di radioattività, verranno effettuati periodici prelevamenti di campioni, che saranno esaminati nei laboratori di analisi italiani”. Ma allora questi laboratori non sono stati installati nemmeno il 3 dicembre?

Anno 1976
01 febbraio
Secondo la stampa locale, si sarebbero registrati a La Maddalena cinque casi di cranioschisi nelle nascite degli ultimi tempi. La pesante incidenza della mortale malformazione cranica dei neonati è imputabile ad agente esterno, tra i quali si affaccia l'ipotesi della radioattività.
15 - 16 agosto Nella notte attentato incendiario negli uffici della Naval Support Office di La Maddalena e a 9 macchine di militari americani in tre diverse località della Gallura. Pressoché contemporaneamente, sono state distrutte le auto targate AFI a La Maddalena, Palau e Santa Teresa
18 Agosto La Marcia internazionale degli antimilitaristi non violenti si conclude a La Maddalena con due giornate di manifestazioni. Corteo, sit-in e comizio di Pannella, con alcuni momenti di tensione, impegnano il pomeriggio.
19 agosto La seconda giornata della Marcia registra gravi incidenti. Gli antimilitaristi vengono caricati dalla polizia quando un gruppo cerca di erigere un muro simbolico in un tratto della banchina militare. Feriti e contusi soprattutto fra i manifestanti. Paolo Buzzanca, segretario regionale del Partito Radicale, cade in mare e viene ricoverato in ospedale. Pannella attribuisce la responsabilità ad un gruppo di provocatori inseriti nelle fila della stessa polizia.
20 agosto Interrogazioni parlamentari, documenti di organizzazioni politiche e dichiarazioni stigmatizzano il comportamento della Polizia.
21 agosto Viene sporta una denuncia giudiziaria alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Tempio Pausania Contro gli Agenti di Pubblica Sicurezza, ritenuti responsabili di lesioni aggravate, di rapina e addirittura di tentato omicidio.
12 maggio L'ex presidente statunitense Nixon, rivela che nel 1973, in occasione della guerra arabo-israeliana, pose le forze armate americane in stato di allarme nucleare. Nel sistema militare planetario, anche S. Stefano entrò per la prima volta nelle operazioni decise dalla Casa Bianca
22 settembre Comunicato stampa del Comando Marina italiano di La Maddalena diramato nella serata. Il RAY è entrato nella rada della Maddalena il mattino di oggi per riparazioni nella parte prodiera dello scafo. L'autorità militare italiana conferma che l'incidente non avrebbe impegnato l'apparato di propulsione e che non sussisterebbe pericolo di inquinamento marino.
Rispondendo ad un cronista locale, il Commodoro Shelton, comandante della base americana di La Maddalena, afferma che il RAY, con un solo ferito, sarebbe giunto a S. Stefano nella tarda serata di mercoledì 21. Appare clamorosa la contraddizione con la nota della Marina Italiana sulla data di arrivo a S. Stefano del RAY.
23 settembre Scoppia nella stampa sarda e nazionale il caso dell'incidente al sommergibile atomico americano. Il pretore Gianfranco Amendola dichiara che ormai è assurdo negare la situazione di pericolosità esistente a La Maddalena: "Tutti ci auguriamo che non accada mai niente, ma se così fosse non sarebbe nè un incidente nè un fatto da attribuire al caso fortuito o a forza maggiore. Sarebbe un vero e proprio crimine commesso dolosamente in quanto prevedibile ed evitabile".
Nascono due interrogativi inquietanti nei confronti della Marina Militare Italiana:
1)Perché l'intervento delle autorità militari non sia avvenuto al limite delle acque territoriali e possibilmente sul luogo dello stesso incidente;
2) Perché la Marina Italiana abbia potuto controllare i danni solo dopo 48 ore dall'incidente e con il sommergibile già nelle acque dell'arcipelago maddalenino.
24 settembre Pesante gioco di comunicati. Il Ministro della Difesa, Attilio Ruffini, in un telegramma al Sindaco di La Maddalena afferma che: "Incidente at sommergibile et presenza unità militari in acque Maddalena non costituiscono alcun pericolo per popolazione. Nessuna indicazione allarme est stata segnalata rilevatori radioattività che costantemente controllano livelli guardia".
L'Istituto Superiore della Sanità pubblica il testo del telegramma spedito a firma del suo Direttore al Laboratorio provinciale incaricato delle analisi, ed al Sindaco di La Maddalena. "Avendo conosciuto dai giornali incidente accaduto sommergibile nucleare americano presso isola La Maddalena, ravvisiamo opportunità prelievo immediato anche fuori periodicità campioni sedimenti alghe latte soliti punti et possibilmente prossimità incidente".
1 ottobre Il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Tempio invia una comunicazione giudiziaria a dodici esponenti del partito radicale per i fatti occorsi in occasione della manifestazione dell'agosto del 1976. Marco Pannella e gli altri imputati sono chiamati a rispondere di radunata sediziosa, istigazione di militari a disobbedire alle leggi, resistenza a pubblico ufficiale, oltraggio e porto abusivo di armi.

Anno 1978
19 maggio
Il Comando Marina italiano di La Maddalena afferma, in un lettera al Sindaco, che a S. Stefano non sono stati sbarcati missili a testata nucleare.
14 luglio Una bimba di 5 anni di La Maddalena accoltellata alla gola da un giovane americano della base di S. Stefano. Il militare viene arrestato mentre cerca di imbarcarsi per prendere servizio sulla GILMORE.
18 luglio Riunito il Consiglio Comunale di La Maddalena. Il sindaco si rifiuta di discutere il caso della aggressione della piccola da parte di un militare americano. La richiesta dell'opposizione sarebbe pervenuta "fuori tempo massimo". Legge però il testo di una sua lettera di esecrazione inviata al Comandante della base americana in cui chiede una preventiva selezione del personale da destinare sulla GILMORE ed una costante vigilanza sul comportamento del personale americano.
25 luglio Il CORRIERE DELLA SERA, in un articolo firmato da Gianfranco Ballardin, rivela che i dati della radioattività nell'arcipelago maddalenino nei mesi da luglio ad ottobre dello scorso 1977 hanno registrato un brusco aumento. Nelle acque di La Maddalena sarebbero state trovate tracce anche di cobalto 58 e di cobalto 60, come di radio-nichel, di radio-zinco e di radio-ferro.
5 agosto Secondo il Presidente del CNEN il brusco aumento di radioattività nelle acque dell'arcipelago maddalenino, per quel periodo oggetto delle rivelazioni del CORRIERE DELLA SERA, sarebbe stato riscontrato anche in altre località e sarebbe attribuibile alle ricadute delle esplosioni nucleari in atmosfera effettuate dalla Cina.
10 settembre Due militari americani della base di S. Stefano che rientravano da Napoli, vengono arrestati per possesso di droga. I Carabinieri ritengono di aver assestato un duro colpo al traffico di droga, anche "pesante", che vede protagonisti militari americani.

Anno 1980
28 gennaio
La Corte d'Assise di Nuoro condanna a quattro anni di reclusione il militare statunitense che nel luglio del 1978 aveva accoltellato alla gola una bambina di cinque anni.

Anno 1981
10 luglio Dopo quasi cinque anni ancora un caso di cranioschisi a La Maddalena. Si tratta del sesto caso. Le autorità sanitarie escludono esplicitamente qualsiasi collegamento della malformazione con la presenza nucleare americana.
16 luglio Un comunicato dell'Assessore regionale alla Sanità, Emanuele Sanna, da notizia della costituzione di una Commissione tecnico-scientifica per accertare le cause delle malformazioni nelle nascite a La Maddalena. In particolare l'indagine deve accertare se l'incidenza è superiore alla media regionale e nazionale, individuare tutte le possibili cause e l'eventuale rapporto con la presenza della base americana.

Anno 1984
18 agosto
Militare americano arrestato a Palau: tenta di violentare la moglie di un commilitone, la ferisce gravemente e da fuoco all'abitazione.
7 novembre Il Consiglio Comunale di La Maddalena chiede unanimemente al Governo l'allontanamento della base USA dall'Arcipelago.
22 novembre Intervista del direttore della NUOVA SARDEGNA al ministro alla Difesa Spadolini. Secondo Spadolini, La Maddalena non diventerà una seconda Comiso e "non esistono missili nucleari CRUISE, tipo Comiso, alla Maddalena nè nelle acque territoriali italiane". La base americana sarebbe "Uno speciale punto di attracco oggetto di vari accordi, nel 1954, nel 1972 e poi nel 1978 tra il governo italiano e il governo degli Stati Uniti. Si tratta di un punto di supporto logistico e mai si è pensato di trasformarlo in base operativa". I lavori a terra non riguardano il punto concesso agli americani, ma "la realizzazione di un deposito munizioni convenzionale finanziato con fondi NATO". "Nessun deposito è previsto per le armi e le convenzioni esistenti a bordo dei sommergibili". Esiste un sistema militare di allarme che non è mai scattato. Il sistema civile non è ancora completo giacché "sono sorte difficoltà circa la distanza di un rilevatore fisso dal pontile: una vicinanza eccessiva crea insuperabili problemi di sicurezza militare".

Anno 1986
15 aprile
Dopo l'attacco libico a Lampedusa il Sindaco di La Maddalena chiede al Governo nazionale l'allontanamento della base USA da La Maddalena. La richiesta trova giustificazione nella minaccia di Gheddafi di una rappresaglia sulle basi americane nelle isole. La Nave-balia non è agli ormeggi di S. Stefano, e la rada è controllata dalla nave portaelicotteri della Marina Italiana VESUVIO. Viene praticata una stretta sorveglianza su tutti gli edifici e strutture militari sia italiane che americane.
6 luglio Un giornalista della NUOVA SARDEGNA, che al seguito della Commissione Difesa del Senato aveva visitato le installazioni sotto roccia in costruzione, pubblica un servizio sul bunker. Largo almeno una decina di metri, il tunnel in costruzione a forma circolare dovrebbe essere lungo almeno 1.500 metri. Da esso si diramerebbero 29 gallerie profonde ciascuna almeno 70 metri.

Anno 1987 
I sardi chiedono a gran voce l’allontanamento della base Usa. E lo vorrebbero fare tramite un referendum popolare. Che lo Stato nega. Perché “la Regione Sardegna non ha competenze sull’argomento, in quanto gli accordi internazionali e quelli militari sono di competenza esclusiva dello Stato”. In pratica, il popolo sardo non ha la possibilità di far sapere il proprio volere. Lo Stato, escludendo la Regione, esclude i politici eletti dai Sardi. Quindi, conseguentemente, i Sardi stessi. E la base Usa, intanto, grava sul groppone degli isolani.
Durante questo stesso anno, il Presidente della Regione Mario Melis (Partito sardo d’Azione) tenta in ogni modo di ottenere l’allontanamento della base nucleare. Tutto inutile, il Governo rispedisce le richieste al mittente.
4 giugno Arrestato a Palau, sotto l'accusa di tentato omicidio, un militare texano della base americana di S. Stefano. Il sommergibilista, respinto da una turista che stava sulla terrazza della propria residenza, la accoltella al torace.

Anno 1988
30 ottobre
Mentre continua il dibattito e la polemica sulla decisione del Governo nazionale di opporsi al referendum regionale, GREENPEACE diffonde i dati di una propria ricerca sull'armamento nucleare in dotazione anche ai sommergibili americani di base a La Maddalena. La ricerca, operata su documenti declassificati della US NAVY, rivela che gia da più di due anni i sommergibili d'attacco sono dotati di CRUISE e di altri missili e mine a capacità nucleare. In particolare la Nave appoggio di S. Stefano avrebbe stoccati nelle proprie stive ben 34 CRUISE TOMAHAWK.
23 novembre Mentre è in corso una difficile riunione della Giunta Regionale perviene all'Assessore regionale alla Sanità un fonogramma della USL n°1 di Sassari che annuncia l'allarme nucleare a La Maddalena. La rete di rilevamento locale avrebbe registrato un salto di quattro punti di radioattività. Si appura immediatamente che si tratta di un falso allarme dovuto al sistema di rilevamento andato in "tilt". Il fisico Prof. Ladu dichiara inaffidabile il sistema di sorveglianza e di allarme in servizio nell'arcipelago maddalenino.
1 dicembre L'UNIONE SARDA pubblica i clamorosi risultati del sondaggio, che ha commissionato alla società Abacus-Sintel di Milano, circa l'orientamento degli elettori sardi sui referendum antinucleari. Ben 68 sardi su 100 l'11 dicembre avrebbero votato contro la Base americana di La Maddalena e a favore dei referendum consultivi.

Anno 1989
15 maggio
Spettacolare assalto di GREENPEACE alla nave appoggio americana di S. Stefano. A mezzogiorno dalla nave SIRIUS si lanciano all'arrembaggio i gommoni con la scritta "mare senza nucleare". GREEPEACE offre ai 50 giornalisti al seguito i dati essenziali che caratterizzano la base statunitense di La Maddalena. Tratti dai documenti del pentagono, ormai declassificati, dicono che la nave officina ha assistito nel 1987 ben 23 sommergibili nucleari, che è la principale sede di stoccaggio dei missili TOMAHWK della VI Flotta e che questi missili - ed altri a capacità nucleare - fanno parte del mix di armamento dei sommergibili assistiti a S. Stefano.

2003 E si arriva ai giorni nostri: nell’ottobre del 2003 il sottomarino nucleare americano Hartford si incaglia tra le secche dell’isola di Caprera. La popolazione, allarmata dal rumore e dalla forte scossa, come di terremoto, si preoccupa e il pensiero corre subito alla base americana. “Macchè – dichiarano i militari italiani – tutto a posto, è stato semplicemente un piccolo terremoto in Corsica”.
Ma dalla Francia fanno sapere che “niente affatto, qua non c’è stato nessun terremoto. Né piccolo, né grande”. E dopo venti giorni, a novembre, un giornale americano riporta la notizia di quello che è successo: il sottomarino dell’Uss Navy si è schiantato e ha riportato gravi danni allo scafo e all’elica. L’Hartford si è trovato in seria difficoltà. Tanto è vero che l’ammiraglio americano responsabile della flotta Usa è stato defenestrato dal Pentagono. Ma in Italia si nega: “Sì, c’è stato un piccolo incidente al sottomarino, niente di grave”.
Ma le associazioni ambientaliste ormai sono in stato di allarme. Il Wwf Gallura, guidato da Andrea Quiliquini e Paola Buioni, trovano la collaborazione con l’associazione Corsa Abcd. Gli ambientalisti riescono a procurarsi dei campioni di alghe e hanno il colpo di genio di mandarle a un istituto di ricerca indipendente. In grado, quindi, di fare ricerche accurate e di non subire pressioni esterne. La scelta ricade sul Criirad francese, guidato dal professore Bruno Chareyron.

2004 E a gennaio i francesi fanno sapere: “A La Maddalena, per fortuna, non c’è un disastro nucleare in corso. Ma nelle alghe sono state trovate tracce di Torio234 in quantità anomala, una sostanza inquinante e radioattiva, figlia dell’uranio impoverito”. Apriti cielo, i partiti di sinistra si scatenano e cominciano a sfornare interrogazioni in serie. Nessuno sa cosa sia il Torio, ma immediatamente diventa l’argomento del giorno. Le Asl sarde si svegliano e ordinano una nuova serie di esami, appoggiandosi a degli istituti specializzati statali. e il risultato conferma la presenza del Torio. La Maddalena è inquinata davvero, allora! Sono tante le persone che, ancora una volta, trasecolano. Ma gli americani e i militari italiani, però non alzano un sopracciglio: “Il Torio 234 esiste in natura, non è collegato con la presenza dei sommergibili”. Ma gli ambientalisti insistono: “La quantità ritrovata è fuori dalla norma, fate qualcosa”. Ce n’è troppo, insomma. “Anche nell’isolotto dell’Asinara è stata registrata la stessa quantità di Torio234, eppure non ci sono sottomarini” dichiarano i militari. E l’argomento è chiuso. Ma il Criirad non si ferma. Il professor Chareyron chiede all’ambasciata americana i risultati delle analisi fatte a La Maddalena dagli americani prima che costruissero la base. Per constatare che il Torio fosse presente in tale abnorme misura anche prima dell’arrivo dei sottomarini, e capire se effettivamente la radioattività non è da correlarsi alla presenza della base. Ma l’ambasciata americana non si degna di rispondere. Chareyron si arrabbia, a questo punto vuole vederci chiaro e manda le alghe in Belgio, per una ulteriore serie di esami. È la famosa ‘spettrometria alfa’, in grado di stabilire definitivamente cosa si annida tra le alghe di La Maddalena. In Sardegna non esistono attrezzature così sofisticate da consentire questo tipo di analisi. Ad aprile Andrea Quiliquini del Wwf porta a La Maddalena Cristian Cocco di Striscia la Notizia, e spiega la situazione: servono altre analisi per stabilire la provenienza del Torio234. Ma, dopo la puntata di Striscia dedicata al problema radioattivo, non cambia assolutamente niente. I politici partoriscono, in alternanza e a seconda dell’arrabbiatura della popolazione, frasi assolutamente sovversive con rassicurazioni bonarie e pacatissime. Nel frattempo l’istituto belga manda a Chareyron il risultato della spettrometria alfa. Siamo a maggio, e il Criirad avverte: “Guardate che nelle alghe di La Maddalena abbiamo trovato plutonio. E questo elemento in natura non esiste davvero”. Gli ambientalisti organizzano una conferenza stampa e la notizia si diffonde: “La base di Santo Stefano sputa fuori niente meno che plutonio”. Le Asl e gli scienziati italiani pagati per monitorare il territorio cascano ancora una volta dalle nuvole. E a giugno promettono: “Faremo nuove analisi più approfondite, e vedremo se troveremo anche noi il plutonio”. La domanda è: perché non dovrebbero trovarlo? Fatto sta che nel febbraio del 2005 le Asl devono ancora pubblicare i risultati delle analisi. Il governo Usa e quello italiano non si scompongono: “Il plutonio trovato deriva dagli esperimenti nucleari fatti negli anni ’50 e ’60 in tutto il mondo. La sostanza è presente a La Maddalena, perché è presente in tutto il mondo”. Gli ambientalisti, e orami tutto il popolo sardo tranne alcuni politici del centro – destra: “Bene, allora mandateci i risultati delle analisi fatte prima dell’arrivo degli americani, così vediamo se il plutonio inquinava l’arcipelago anche 40 anni fa”. Nisba, gli americani da quell’orecchio non ci sentono, e i risultati delle analisi sono ancora top secret. Lo stesso Chareyron durante una cena a base di carri e codju la notte di ferragosto del 2004 ha spiegato: “Le ricerche fatte dagli apparati statali non indipendenti sono fatte bene per trovare i materiali radioattivi, ma sono troppo limitate. Per esempio: gli istituti di ricerca statali analizzano materiali radioattivi presenti nell’aria, che insieme al pulviscolo atmosferico si depositano ovunque. Lo cercano, e se il materiale è presente lo trovano di sicuro. Però non sono preposte a cercare e trovare i gas radioattivi, cioè i prodotti inquinanti che rimangono allo stato gassoso. Che non si depositano sulle superfici ma che sono altrettanto pericolosi, perché agiscono nei polmoni. Inoltre nei loro monitoraggi sono presenti alcune lacune. Il plutonio, l’americio, il carbonio 14, il kypto 85 e il tritio non vengono misurati. Soprattutto quest’ultimo è un elemento presente in grande quantità nei reattori nucleari. E queste sono solo alcune delle mancanze che hanno gli istituti di ricerca statali”.

2005. Nel gennaio del 2005 Legambiente svolge una sua personale indagine e conferma la presenza di plutonio, ma anche questa volta non succederà niente. Troppi interessi dietro, la base Usa rimane ancorata al porto di Santo Stefano. E, anzi, intende espandersi: gli americani nel 2004 hanno ottenuto dalla Regione Sarda e dal comune di La Maddalena (ai tempi, entrambi guidati da uomini di An) la concessione per una espansione edilizia di 50 mila metri cubi. Una vera beffa. L’80% dei Sardi, secondo un sondaggio, se avesse la possibilità di esprimere il proprio parere in merito, caccerebbe via a pedate la base nucleare. Ma lo Stato nega la possibilità del sondaggio, perché la Regione Sarda (e i Sardi) non ha la competenza necessaria in materia. Che spetta solo ed esclusivamente allo Stato.


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