Home Page - Contatti - La libreriaLink - Cerca nel sito - Pubblicità nel sito - Sostenitori

La situazione economica e politica in Italia è sotto gli occhi di tutti soprattutto degli investitori che, fidandosi delle banche, degli istituti di credito e degli enti che dovevano controllare, hanno investito i loro risparmi perdendo fino all'ultimo centesimo!
E il governo giustamente si preoccupa del decreto"spalma debiti" per le squadre di calcio e del decreto Gasparri sulle comunicazioni...

- Pagina censura
- Pagina mass media

Mediaset: si rafforza in borsa dopo sì Camera DDL Gasparri
Tratto da http://www.megachip.info/

Mediaset si rafforza a Piazza Affari dopo il via libera della Camera al ddl Gasparri che scongiura il passaggio sul satellite di Rete4. Il titolo, già positivo per i dati sulla raccolta pubblicitaria nel primi mesi del 2004, diffusi in un incontro con gli analisti, ha raddoppiato i guadagni e toccato un massimo di seduta a 8,73 euro per poi assestarsi intorno a 8,68 euro (+0,87%).(ANSA).
La raccolta pubblicitaria di Publitalia, concessionaria del gruppo Mediaset, sta crescendo del 7-8% nel primo trimestre dell'anno. Lo ha detto il presidente di Publitalia e amministratore delegato di Mediaset, Giuliano Adreani, nel corso della presentazione dei risultati agli analisti. "Il primo trimestre sta continuando a crescere - ha affermato -, abbiamo i dati di marzo, e vede una crescita del 7-8%, una crescita molto importante e superiore a quella dello scorso anno. Ad aprile - ha aggiunto - non ci sono fortunatamente tutti quei ponti che comportano un rallentamento degli investimenti". Anche il prossimo mese, quindi, "potrebbe essere positivo", ha aggiunto. (ANSA).

La Gasparri blindata con la fiducia
Tratto da http://www.megachip.info/

Voto segreto, fiducia, tempi contingentati. Con i soliti metodi la maggioranza di centrodestra si è apprestata oggi a far passare alla Camera gli articoli della legge Gasparri sul riordino del sistema radiotelevisivo. O meglio, il ricorso alla fiducia è stato messo in campo come possibilità nel caso si fossero verificate delle crepe nella tenuta della maggioranza. La legge Gasparri rinviata alle Camere dal presidente della Repubblica Ciampi e emendata dal decreto "salva-Rete4", secondo i desideri del governo dovrebbe riandare al Senato entro la fine della settimana.
Gli articoli dall'8 al 14 sono stati approvati nel pomeriggio, dei quali quelli più delicati - l'8, il 10 e il 12 - sono passati a scrutinio segreto. Gli articoli approvati a scrutinio segreto hanno ricevuto maggioranze e minoranze oscillanti da 282 a 281 sì e 243 o 246 no. E il ministro Gasparri si è detto soddisfatto che fino a quel punto non ci fossero state defezioni.
Poi si è passati all'esame dell'articolo cruciale - il numero 15 - che riguarda il contestatissimo Sistema integrato delle comunicazioni, anche detto Sic. Ma anche l'Udc, la forza politica che più si era opposta a questo stravolgimento del sistema dell'editoria, pare non aver voluto - o potuto - opporre resistenza, questa volta. E infatti anche l'articolo 15 passa, a scrutinio segreto, prima di passare al voto della restante parte, dal 16 al 24. Il Sic è stato rivisto riducendo il monte risorse che contiene - tutte, dalle telepromozioni sulle tv alle imprese editoriali della carta stampata - di 10 miliardi di euro, ma sempre ogni soggetto potrà detenere una quota del 20% del "pacchetto totale" e non incorrere in "posizione dominante".

I banchi di Montecitorio oggi pomeriggio erano pieni, sia a destra che a sinistra, come nelle grandi occasioni mentre stava per essere messo in votazione l'articolo 15.
La legge Gasparri sul sistema tv non soltanto «è pericolosa, ma per di più è un ferrovecchio», diceva intanto il diessino Vincenzo Vita, ex sottosegretario alle Comunicazioni del centrosinistra e ora assessore alla cultura della Provincia di Roma, che aggiunge: «Si tratta di un provvedimento gravissimo sotto il profilo delle libertà, perché blocca definitivamente il pluralismo dell'informazione e non rispetta le indicazioni del Presidente della Repubblica e della Corte costituzionale. Non va dimenticato poi - continuava Vita - che rispetto all'evoluzione molto accelerata sul versante tecnologico il passaggio al digitale avrebbe in modo totalmente antiquato e obsoleto».

 
www.disinformazione.it