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Logge massoniche lussemburghesi e la Pidue italiana 
Tratto da "SOLDI: il libro nero della finanza internazionale
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La storia massonica lussemburghese è strettamente legata alla storia della città e fortezza del Lussemburgo, occupata nei secoli dalle grandi potenze europee - che vi hanno tutte lasciato la propria impronta - prima che, finalmente, questo piccolo paese, nel cuore dell'Europa, non ottenesse la sua neutralità e indipendenza. Secondo la letteratura che è loro dedicata, esistono tre logge attualmente nel Lussemburgo. Queste sono raggruppate in seno al grande Oriente del Lussemburgo, fondato nel 1959 e riattivato il 2 ottobre 1982:

- la loggia L'Espérance, loggia tradizionale che ammette solo uomini; 
- la loggia Tolérance, loggia tradizionale che ha solo iniziati uomini ma che ammette alle sue riunioni anche delle "sorelle"; 
- la loggia Liberté, loggia mista nella quale le donne sono ammesse in tutti i gradi.

Il 10 gennaio 1987, la loggia L'Espérance ha creato una seconda "officina simbolista e tradizionale": la loggia Tradition et Progrès, nella quale le "sorelle" sono ammesse alle riunioni. Anche altre obbedienze sono rappresentate nel Grande Oriente lussemburghese, a causa della presenza tra la popolazione attiva del posto di immigrati originari di vari paesi, e di massoni fra loro. Tra queste obbedienze troviamo: 

- la loggia mista L'Arbre et le Cristal, creata nel 1982 dall'Ordine massonico misto internazionale Le Droit Humain; 
- la loggia Licht und Wahreit (Luce e Verità), dell'Oriente di Bonn, che lavora provvisoriamente sotto gli auspici del grande Oriente in attesa di rientrare in seno a un'ubbidienza tedesca.

Tre altre officine massoniche di espressione francese si raggruppano intorno alla Grande Loggia dei Lussemburgo: 
- 'Les Enfants de la Concorde Fortifiée" che rappresenta nel Lussemburgo, nello spirito dei non iniziati, 'La Loggia" tout-court. Nata dall'unione nel 1803, di due rami della massoneria: 'La Concorde", fondata il 16 ottobre 1802 sui resti di un'altra loggia "militare";'e 'Les Enfants de la Concorde", fondata il 28 maggio 1803, questa loggia giocherà un ruolo preponderante nella storia della frammassoneria lussemburghese. Un membro eminente degli "Enfants de la Concorde Fortifiée" ci fece un giorno questo amaro commento: "In tutto il mondo, là dove nelle logge dove si infiltrano i finanzieri, le logge diventano "affariste", vengono allontanate dai loro veri obiettivi" Roberto Calvi, lo sfortunato 'banchiere di Dio", era stato ammesso in questa loggia che aveva invece rifiutato l'ingresso al banchiere mafioso Michele Sindona, "banchiere di Dio" prima di Calvi. 
- Saint-Jean de l'Espérance: loggia militare creata a Echternach l'11 marzo 1848 da ufficiali dei contingente lussemburghese/limburghese, allora stazionato in questa piccola città conosciuta per la sua processione danzante. Quando nel 1959 L'Espérance lascia la Grande Loggia dei Lussemburgo per fondare il Grande Oriente dei Lussemburgo, i fratelli che rimangono nella grande loggia fondano "Saint-Jean de l'Espérance" col fine di conservare lo statuto di Grande Loggia. 
- La Parfaite Union: loggia militare fondata nel 1770, cessa qualsiasi attività nel 1793. I membri civili convertono la loggia in loggia civile nel 1795 per fonderla, il 16 ottobre 1802, nella loggia La Concorde.

Dal 1974 si aggiungono un'officina d'espressione inglese, Friendship N.4 e, dopo il 1997, un'officina d'espressione tedesca: Zur Bruderkette.

Loggia P2 (Italia)

La loggia Propaganda Massonica Due (comunemente chiamata loggia P2) era tra le 600 che componevano il Grande Oriente d'Italia. La perdita del suo status di loggia segreta in seguito alla scoperta della lista dei suoi membri, un giorno del 1981, ha attirato sull'Italia l'attenzione dei media di tutto il mondo. Il caso precipiterà la penisola in una crisi profonda. Licio Gelli, il Grande maestro della P2, fuggirà in Uruguay, mentre la loggia verrà messa fuorilegge. La lista dei suoi 972 affiliati, che comprendeva trasversalmente le più importanti forze dello Stato, venne scoperta dalla sezione dei colonnello Bianchi della Guardia di Finanza, il 17 marzo 1981. Bianchi e i suoi uomini stavano indagando sul banchiere della mafia Michele Sindona, che sapevano appartenere alla loggia P2. Quel giorno avevano fatto irruzione a Villa Wanda, la residenza dei Gran Maestro Licio Gelli a Castiglion Fibocchi, in Toscana, dove la lista era caduta nelle loro mani. Bianchi resisterà con coraggio a tutti i tentativi di intimidazione che verranno dal suo diretto superiore, il generale della Finanza Orazio Giannini, lui stesso appartenente alla P2. L'analisi dei nomi che figuravano nella lista fornisce la prova che le massime istanze dello Stato, così come le strutture industriali e commerciali, erano infiltrate dalla loggia P2. Vi troviamo i nomi di tre ministri, tre segretari di Stato, 43 deputati di vari partiti politici... Inoltre, 43 generali, otto ammiragli - compreso tutto lo Stato Maggiore delle Forze Armate - tutti i capi dei Servizi Segreti, sia civili che militari, generali dei carabinieri, qualche generale della Guardia di Finanza, i capi della Polizia delle quattro più grandi città italiane e anche diplomatici e alti funzionari di tutti i ministeri. Per quanto riguarda i capitani d'industria, la lista comprende i nomi di Silvio Berlusconi, Roberto Calvi, Michele Sindona e Umberto Ortolani (banchiere privato e consigliere del Vaticano). 

Elisabetta Cesqui, procuratore di Roma, ritiene che Bianchi non abbia sequestrato che una parte della lista. Secondo lei, la lista completa comprendeva circa 2.000 nomi. Gelli è apparentemente riuscito a trasferire buona parte del materiale in suo possesso a Montevideo, in Uruguay. Nel 1984, dopo trenta mesi d'inchiesta che daranno luogo alla pubblicazione di un rapporto di 34.847 pagine, divise in 58 classificatori, una commissione parlamentare stabilirà che la loggia P2 poteva essere considerata come un circolo golpista che cercava di destabilizzare l'ordine costituzionale. La commissione descriverà il complotto con un grafico impressionante, con Licio Gelli come punto di contatto tra due piramidi. La prima piramide sta con la base in basso, la seconda ha la punta appoggiata sulla prima, capovolta. La commissione ritiene che i 972 nomi della lista facessero parte della piramide in basso, con Gelli come punto di congiunzione tra le due piramidi. La piramide superiore è composta dei nomi che figuravano sull'altra lista, quella che Gelli ha portato a Montevideo - in altri termini, i nomi di quelli che trasmettevano gli ordini alla piramide inferiore. Qualche membro della commissione avanzerà un'ipotesi differente: secondo loro, non ci sarebbe stata cospirazione poiché la loggia P2 viveva in simbiosi perfetta con lo Stato italiano! In un'intervista concessa a La Repubblica il 4 febbraio 1989, Clara Canetti, la vedova dei banchiere dell'Ambrosiano Roberto Calvi, dichiarò che il 'vero padrone' della loggia P2 era di fatto Giulio Andreotti. Andreotti, quando parlava dei Gran maestro Gelli, aveva sempre proclamato non conosco quest'uomo" fino a quando la stampa non pubblicò una foto che mostra i due uomini, fianco a fianco, durante un ricevimento dato dall'ambasciata italiana a Buenos Aires a Seguito dell'elezione del presidente argentino Juan Domingo Peron, nel 1977. La loggia P2 appare sullo sfondo dietro ai grandi scandali italiani e agli "affari" vaticani degli ultimi decenni.

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