Studio shock: le mammografie sono una bufala medica
Di
Mike Adams - naturalnews.com
Studio shock: Le
mammografie sono una bufala medica, oltre un milione di donne americane
danneggiate da “trattamenti” non necessari per tumori che non hanno mai
avuto.
La mammografia è una crudele bufala medica. Come ho descritto qui su
Natural News più di una volta, lo scopo principale della mammografia non
è “salvare” donne dal cancro, ma reclutarle come falsi positivi per
spaventarle e portarle a sottoporsi a trattamenti costosi e tossici come
la chemioterapia, le radiazioni e la chirurgia.
Il “piccolo sporco segreto” dell'industria del cancro è che proprio gli
stessi oncologi che terrorizzano le donne con la falsa credenza di avere
un cancro sono quelli che realizzano enormi profitti vendendo loro i
chemioterapici. Il conflitto di interessi e l'abbandono dell'etica
nell'industria del cancro lascia senza fiato.
Ora, un nuovo
studio scientifico ha confermato esattamente quello da cui ho messo in
guardia i lettori per anni: la maggior parte delle donne con “diagnosi”
di cancro tramite mammografia non hanno mai avuto il cancro, ed è solo
l'inizio.
Il 93%
delle “diagnosi precoci” non ha alcun beneficio per il paziente
Questa
è la conclusione del pionieristico studio pubblicato sul New England
Journal of Medicine. (1)
“Abbiamo
riscontrato che l'introduzione dello screening ha portato 1,5 milioni di
donne alla diagnosi di cancro alla mammella in fase iniziale” scrive il
co-autore dello studio Dr. Gilbert Welch.
Ora, a prima vista questa potrebbe sembrare una buona notizia. Potreste
pensare “Beh, la diagnosi precoce salva delle vite, proprio come ci
hanno detto Komen e le associazioni no-profit riguardo il cancro”. Ma
sbagliereste. Come scoperto dal team del Dr. Welch, virtualmente non vi
è stata riduzione degli stadi terminali del cancro alla mammella a
partire da tutte queste diagnosi precoci, e questo significa che alla
maggior parte delle donne a cui è stato detto di avere il cancro alla
mammella dopo una mammografia è stato mentito.
Così continua il
dottore:
“Abbiamo scoperto che ci sono state solo 0,1 milioni di donne in meno
con una diagnosi di cancro alla mammella in fase terminale. La
discrepanza significa che c'è stata molta diagnosi inutile ed esagerata:
a più di un milione di donne è stato detto di avere un cancro in fase
iniziale –molte delle quali hanno subito chirurgia, chemioterapia o
radiazioni per un cancro che non le avrebbe mai fatte stare male. Anche
se è impossibile sapere chi siano queste donne, il danno è evidente e
serio".
Si, lo è. Infatti, se fate il calcolo, 0,1 milioni di donne in meno con un cancro in fase terminale rispetto ad 1,5 milioni di diagnosi precoci significa che si ha avuto un falso positivo nel 93% dei casi; questo significa che non si sarebbe in ogni caso arrivati alla fase di cancro terminale.
Chemioterapia,
radiazioni e chirurgia oncologica sono in gran parte bufale
Secondo
quanto detto dagli scienziati, “il cancro alla mammella è stato
sovradiagnosticato (cioè sono stati trovati tumori in fase di screening
ma questi non avrebbero mai portato a sintomi clinici) in almeno 1,3
milioni di donne americane negli ultimi 30 anni.Ӥ
Gli oncologi di queste donne hanno mentito: “se non acconsentite al
trattamento, morirete entro sei mesi” (o due anni, o qualsiasi tipo di
scansione fraudolenta essi usino).
Sotto la minaccia di questa paura, la maggior parte delle donne si
piegava e acconsentiva a iniziare il trattamento – spesso nello stesso
giorno della falsa diagnosi. Questo cosiddetto trattamento consiste in
una iniezione di sostanze chimiche mortali che fanno la fortuna degli
oncologi che le vendono ai loro stessi pazienti. Si, è così: le cliniche
oncologiche e i centri di trattamento del cancro fanno profitti enormi
sui chemioterapici che vendono ai loro pazienti – gli stessi pazienti
che spaventano e dirigono verso il trattamento con mammografie
falsamente positive.
Ignorando il quasi
totale fallimento della mammografia da un punto di vista scientifico, la
propaganda continua a spingere verso questa tecnica in maniera
assordante. Come il Dr. Welch spiega in questo articolo del New York
Times (2):
“Nessun altro test clinico è stato tanto pubblicizzato come la
mammografia – gli sforzi sono andati oltre la persuasione e sono
arrivati alla coercizione. E chi la proponeva ha usato le più fuorvianti
statistiche di screening a disposizione: i tassi di sopravvivenza. Una
recente campagna Komen esemplifica questo aspetto: in breve, dite a
chiunque che ha il cancro, e i tassi di sopravvivenza aumenteranno a
dismisura.”
Komen for the cure, ovviamente, è stata scoperta a mentire sui presunti “benefici” della mammografia (3). Il loro trucco statistico frega la maggior parte delle donne, tristemente, e le convince a subire chemioterapie tossiche per un cancro alla mammella che non hanno mai avuto.
Lo starnazzare
dell'oncologia moderna
Quando
le donne iniziano una chemioterapia per un cancro che non hanno iniziano
anche a sperimentare quello che gli oncologi chiamano “sintomi del
cancro”. I capelli cadono. L'appetito scompare. I muscoli si
atrofizzano. Diventano deboli, confuse e cronicamente stanche. Il
dottore del cancro dice poi loro “devi essere forte per sopportare tutto
questo mentre le medicine fanno effetto”
Pure chiacchiere! Potreste fare meglio invocando il voodoo o
semplicemente sperando di guarire. Perché tutto quel che gira attorno
all'esperienza del cancro nella medicina moderna –la diagnosi, il
trattamento, le autorità sanitarie-- è maliziosamente fabbricato per
generare un profitto all'industria del cancro.
“Migliori”
tecnologie portano a più falsi positivi
Non c'è
miglior esempio delle chiacchiere della medicina moderna che quello
dell'industria del cancro. Armato con le ancora-più-precise macchine per
la mammografia, il tasso di falsi positivi ha sfondato il soffitto.
Come
il Dr. Welch scrive sul New York Times (4):
Sei anni
fa, un follow up a lungo termine di un trial randomizzato mostrò come un
quarto dei tumori riscontrati con lo screening fosse un caso di
sovradiagnosi. Questo studio rifletteva le potenzialità dei macchinari
degli anni 80. I nuovi macchinari digitali riscontrano molte più
anormalità e le stime della sovradiagnosi sono salite compatibilmente:
ora siamo probabilmente tra un terzo e metà dei tumori diagnosticati con
questa metodica.
Capito la storia?
Molte delle diagnosi di cancro da mammografia sono false. Ma sono
un'ottima tecnica di terrorismo per trovare donne-adepte a quello che
può solo che esser chiamato “culto del cancro” dove vengono manipolate
fino ad auto avvelenarsi con le medicine. Verranno più tardi chiamate
“sopravvissute al cancro”, se il veleno non riuscirà ad ucciderle.
Queste sopravvissute al cancro, ovviamente, sono vittime di un malizioso
culto medico che io chiamo “culto di Komen”. In quasi tutti i casi non è
stato il cancro ad ucciderle, ma il trattamento!
Il culto di
Komen
Le
persone di oggi storcono il naso al suicidio di massa del 1978 del culto
di Jim Jones pensando “come è possibile che i membri siano stati tanto
stupidi da avvelenarsi a morte da soli?”
Guardatevi attorno gente, perché l'industria del cancro ha preso la
stessa formula di quel culto e l'ha moltiplicata per un milione. Il
“culto di Komen” è una versione moderna del culto suicida di Jim Jones.
Si tratta di un culto dove le persone “credono” nella promessa di
salvezza di un indottrinamento chimico ma che in realtà si vedono dare
morte, dolore, sofferenza e umiliazione. (Molti chirurghi oncologici
hanno letteralmente amputato mammelle a seguito di diagnosi falsamente
positive, sfigurando quelle donne per il resto della vita).
Una delle
caratteristiche chiave di questo culto è l'adorazione
dell'auto-mutilazione. Non si tratta solo di donne che vengono
manipolate fino a farsi amputare le mammelle dai chirurghi; si tratta
anche di donne manipolate fino a farsi iniettare veleni mortali che
distruggono i loro reni, i loro fegati e i loro cervelli. L'effetto
collaterale numero 1 della chemioterapia, peraltro, è il cancro.
Come ogni culto, quello dell'industria del cancro spinge su una
propaganda carica di contenuto emotivo e su simboli potenti (i fiocchi
rosa). Milioni di donne vengono innocentemente intrappolate in
manifestazioni e raccolte fondi, apparentemente senza indizio del fatto
che la maggior parte dei soldi per le “cure” finisce col pagare altre
mammografie e quindi altre false diagnosi che costringeranno ancora più
donne a cadere nel racket.
Così, le stesse donne che partecipano alle raccolte fondi in questi eventi promossi dal culto dei fiocchi rosa, stanno partecipando a pagare le macchine per le mammografie che recluteranno altre donne nello stesso culto tramite diagnosi inutili seguite da “campagne di paura e terrore” portate avanti dagli oncologi. Quel che oggi l'industria del cancro sta facendo è, senza mezze misure, un crimine contro le donne. Si tratta anche di una forma di mutilazione culturale nei confronti delle donne, più o meno come abbiamo visto con gli Aztechi, i Maya e varie culture africane durante il corso della storia.
Il culto di Komen
è un'operazione criminale? Quasi certamente. Su base scientifica?
Neanche per sogno. Non esiste nulla di scientifico nella moderna
industria del cancro se non la scientifica manipolazione delle paure e
delle emozioni femminili. Quel che manca a Komen e all'industria in
campo etico, scientifico o dei fatti viene ampiamente bilanciato dalle
tattiche di influenzamento linguistico, di coercizione e di deliberata
menzogna sui benefici della mammografia.
L'industria del cancro non è un business della cura del cancro, in fin
dei conti; di fatto è il business della propaganda del culto del cancro.
Come spiega il Dr.Welch:
“I sostenitori dello screening incoraggiano il pubblico a credere in due
cose false e conosciute come tali. Primo, che ogni donna che ha avuto il
cancro diagnosticato con una mammografia ha avuto la sua vita salvata
(pensate a quelle T-shirt con scritto “La mammografia salva le vite. Io
ne sono la prova”). La verità è che queste “sopravvissute” sono molto
più probabilmente vittime di sovradiagnosi.
Così, tutte quelle
donne che marciano indossando le T-Shirt rosa che dicono “la mammografia
salva la vita” stanno in realtà dichiarandosi come vittime incoscienti
di una campagna scientifica mirata alle donne e tesa a spaventarle e
portarle verso trattamenti che non necessitano e che le mutileranno con
farmaci tossici o bisturi chirurgici.
Se quelle magliette dicessero la verità, dovrebbero dire “Sono
sopravvissuta all'industria del cancro”.
La grande domanda in tutto questo, ovviamente, è: per quanto tempo la
cultura occidentale continuerà a vivere sotto l'influenza del culto di
Komen? Quanti altri milioni di donne dovranno sacrificarsi sotto le
chiacchiere della mammografia e la truffa dell'oncologia moderna?
Ma soprattutto, perché le famiglie consentono alle loro madri, figlie,
zie e nonne di essere avvelenate e mutilate proprio davanti ai loro
occhi standosene sedute ascoltando le finte autorità mediche che di
fatto praticano nulla più che chiacchiere?
L'oncologia
moderna è il medioevo della medicina occidentale
Verrà
il giorno, come ho predetto più volte, in cui la moderna pratica della
chemioterapia verrà relegata nei libri di storia come malasanità insieme
al respirare vapori di mercurio o al rimuovere chirurgicamente organi
del corpo per curare malattie psichiatriche. Fino a quel giorno, un
numero incalcolabile di donne innocenti verrà ingannato e portato alla
mutilazione, all'intossicazione chimica e alle radiazioni da dottori
malvagi che francamente non si interessano minimamente di quante donne
mutilano o uccidono fintanto che questo viene loro rimborsato.
Questa è la verità sull'industria del cancro che non sentirete da Komen
(né da qualsiasi altro adepto del culto del fiocco rosa).
La conclusione
dagli autori dello studio
Nonostante il sostanziale incremento delle diagnosi di cancro alla
mammella in fase iniziale, lo screening mammografico ha solo
marginalmente ridotto il numero di donne che si presentano con un cancro
avanzato. Anche se non è chiaro quali fossero le donne realmente
affette, questo squilibrio suggerisce una sostanziale over-diagnosi in
circa un terzo delle nuove diagnosi e che lo screening ha, nella
migliore delle ipotesi, solo un minimo effetto sui tassi di morte da
carcinoma alla mammella.
Mike
Adams
Fonte: www.naturalnews.com
Link:
http://www.naturalnews.com/038099_mammograms_false_positives_overdiagnosis.html
Traduzione
per www.comedonchisciotte.org a cura di SEBASTIANO SENO
NOTE
1) http://www.nejm.org/doi/full/10.1056/NEJMoa1206809?query=featured_home&&
2) http://www.nytimes.com/2012/11/22/opinion/cancer-survivor-or-victim-of-overdiagnosis.html?_r=1&
3) http://www.naturalnews.com/036711_Komen_for_the_Cure_mammography_fraud.html
4) http://www.nytimes.com/2012/11/22/opinion/cancer-survivor-or-victim-of-overdiagnosis.html?_r=0