- Medicina evolutiva parte prima

Medicina evolutiva (seconda parte)
Alberto Scanferla, naturopata

Con queste premesse possiamo trattare l'argomento da un punto di vista più specifico e pratico, scusando le ripetizioni e le nebulosità dovute alla difficoltà del tema trattato e alle limitazioni dell'autore.  
Intanto vi ringrazio per la pazienza e il tempo dedicato a questo percorso nelle pratiche naturali, tematiche che dovrebbero essere care a tutti almeno da un punto di vista informativo, per potrsi difendere dai soprusi di chi detiene il potere e impone le strade della "guarigione?", spesso per meri fini economici, lontanissimo da ogni forma di Verità  e di rispetto per l'essere umano, stessa categoria che ha avuto il coraggio di bruciare Giordano Bruno, Savonarola e incarcerare chi ha detto che l'uomo ha diritto alla felicità, è per questo che dedico queste riflessioni a Wilhelm Reich, sperando che ognuno di noi prima o poi arrivi a leggere le sue opere, faro di luce su di una umanità che si sta perdendo nelle tenebre.  

INTRODUZIONE

L'intento di questo lavoro è quello di considerare le correlazioni patogenetiche ed i "Feedback" informativi patologici, che si possono instaurare in due grandi sistemi assimilativi quali l'intestino e la psiche, oltre a ricercare le cause profonde che li generano. Secondo intento è quello di proporre un intervento che si collochi al di fuori del quadro "sintomo" - "principio attivo", intervento proprio della medicina moderna che considera il sintomo alla stregua della patologia, saltando a piè pari tutto quello che rimanda l'uomo con il suo manifestare patologia. L'uomo è un sistema olistico e al di fuori di una visione di questo tipo si tende a ridurlo ad un sistema imput risposta, dove qualsiasi manifestazione non è altro che un disfunzionamento locale correggibile con interventi meccanici. 
I limiti dualistici propri della condizione umana, non ci consentono di valutare appieno il fenomeno uomo, come entità olistica, ma consci di questa limitazione tenteremo di trattare in modo non verticalizzato i sistemi sopracitati, memori della loro partecipazione ad un "Tutto" che è ben di più delle semplici parti che lo costituiscono.
La discussione di queste correlazioni e le ipotesi che verranno presentate, si avvalgono del contributo della filosofia antica, come fonte di conoscenza legata alle capacità empatico-intuitive dell'uomo da una parte, e dall'altra delle scoperte degli ultimi anni della fisica quantistica, della cibernetica e dell'astrofisica, come prodotti della capacità razionale scientifica della mente cosciente.
Il ponte di congiunzione che le scoperte degli ultimi anni hanno costruito, tra empatia e razionalità, sono le prove più sconcertanti di un pensiero antico che conosceva tremila anni prima di Cristo le leggi della materia.
Oggi con il contributo degli acceleratori nucleari costringiamo l'atomo a svelarci i suoi segreti più intimi, e queste conoscenze esoteriche della natura ci portano verso il punto d'inizio che è proprio di tutta la materia.
Ormai è diventato pensiero corrente e coerente, valutare l'essere vivente inserito nel suo ambiente, una qualsiasi valutazione che non tenga conto di questa relazione inscindibile, può essere considerata soltanto un'astrazione.
La biologia, dopo l'enunciazione delle leggi della termodinamica e della cibernetica, vede il vivente, dalla cellula all'uomo, come un sistema aperto che scambia in continuazione con l'esterno materia ed energia, con la capacità di ricavare da energie appropriate, nuove strutture autocatalitiche,  che si possono sviluppare verso una categoria maggiore (evoluzione).
La cibernetica vede l'individuo come un sistema intercollegato autoregolante, che come i sistemi a rete e può essere descritto solo attraverso i flussi di informazioni.
Gli espedienti prevalentemente usati nella regolazione dei sistemi viventi, sono i "Feedbach negativi" da una parte, intesi come risposte opposte allo stimolo scatenante, e le proteine "Allosteriche" dall'altra.
La regolazione del CO2, che parte dai recettori collocati negli archi carotidei è un esempio pratico di come la natura usa il "Feedback negativo", mentre la regolazione di molte sostanze biochimiche all'interno della cellula, è prevalentemente legato al cambiamento strutturale delle proteine "allosteriche" tanto care al premio Nobel per la medicina Jacques Monod.
Nel suo trattato, "Il caso e la necessità", possiamo leggere un'affermazione molto profonda e conturbante: " Tutte le religioni, quasi tutte le filosofie, perfino una parte della scienza, sono testimoni dell'instancabile eroico sforzo dell'umanità che nega disperatamente la propria contingenza".
Il sistema di funzionamento cibernetico autoregolante della materia vivente, secondo Monod, ci porta fuori dalla "Causa", però con questo ragionamento ci troviamo nella mera sfera della mente razionale, che tutto polarizza e concepisce le cose solo come entità opposte che non si possono incontrare.
Uno dei problemi principali del ragionamenti umano, è dato proprio dal bisogno della polarità, dell'appartenenza, della certezza, della legge, base di supporto di un Io fragile, che staccato dall'armonia del cosmo, crede di essere solo e contingente.
Ogni frittata può essere voltata, ma il fatto di poterne vedere solo una faccia per volta, non cancella l'esistenza dell'altra.
L'abbandono del dualismo ed il ritorno naturale alla dualità delle cose, è il ponte lanciato dalla fisica quantistica.
L'indeterminazione atomica di Heisenberg, da la prova del limite delle leggi umane. All'interno dell'atomo, la scienza razionale della mente cosciente finisce.
L'enunciato che la materia ha la tendenza ad esistere a causa di una probabilità quantistica ed il fatto che detta materia ha la possibilità di manifestarsi sia come energia sia come particella pone definitivamente la questione oltre la ragione.
Il fatto di possedere almeno due veicoli di apprendimento, mente razionale e mente emotiva, dovrebbe quantomeno far sorgere il sospetto che una collaborazione tra i due poli, potrebbe portare ad uno slancio evolutivo, verso la comprensione del fenomeno vita ed i suoi scopi reconditi.
Secondo Denis Sciama, la scoperta scientifica più importante del ventesimo secolo è aver capito che viviamo in un universo razionale, la conseguenza di questa scoperta è che possiamo indagare la natura e l'universo stesso con i metodi scientifici.
La seconda scoperta in ordine di importanza è l'aver capito che viviamo in un universo evolutivo, ciò significa che il tutto si modifica nel tempo.
Entrambe questi enunciati comportano profonde implicazioni filosofiche, ed hanno modificato la percezione che l'uomo ha di sé stesso.
La vera importanza di queste affermazioni sta nel fatto che noi possiamo indagare la vita da un punto di vista scientifico, filosofico, evolutivo soltanto per il motivo che la vita comprende nella sua complessità anche questi aspetti.
Il progetto diventa parte essenziale della vita, poiché se questa fosse semplicemente abbandonata al caso (caos), non si sarebbe potuto rilevare nessun processo evolutivo.
Questo non porta assolutamente alla conclusione che la vita è causa, ma che lo può essere a seconda del punto di vista da cui vogliamo affrontare il problema.
Il grande contributo di Albert Einstein, ci aiuta a capire che tutto rimane relativo al punto di vista dell'osservatore ed alla sua velocità, neppure il tempo scorre uguale ed immutabile in un solo verso come ci è sempre piaciuto credere!
E' ormai noto che l'investigatore, con la sua presenza modifica l'evento che osserva.
Alla luce di queste conoscenze, un atto che sembra doveroso, dovrebbe essere quello dell'umiltà dell'ascolto.
Lasciare l'onere della prova per incontrare l'onore della conoscenza antica, oggi avvalorata dalla sperimentazione razionale, nella quale il bambino uomo, cresciuto nell'esperienza, ritorna alla consapevolezza di appartenere al "Tutto", riconciliazione interiore con l'ambiente naturale, il cosmo.
L'uomo è prodotto e parte di una evoluzione che coinvolge l'intero universo, le motivazioni profonde di questa esperienza si espandono su diversi piani e a diversi livelli di consapevolezza, volerli ridurre ad una sola lettura razionale è arrogante e antiscientifico.
Se oggi l'uomo non ha i mezzi per misurare lo Spirito, non può continuare a cadere nel solito errore e concludere che esso non esiste, errore analogo è il dogmatismo che lo porta a credere senza la "Fede".
Non è certo di fede religiosa che stiamo parlando, ma di quella "Fides" che sottointende la certezza della conoscenza.
Fede, una parola, un indirizzo, un sentiero da seguire verso la liberazione dell'intelletto.
La vera Fede è la certezza assoluta della verità, condizione che attraversa molti piani e molte realtà, percorso di vita e di esperienza che l'uomo paga quasi sempre con il dolore.
L'interpretazione dovrebbe lasciare il posto all'ascolto, alla sintonia, al ritmo della natura, alla ricerca del Talento, all'euritmia con il cosmo, poiché essere in armonia con il "Tutto" è un sistema per non essere rifiutati dal "Tutto".
Per comprendere meglio queste affermazioni, ci faremo guidare dall'astrofisica, che passo dopo passo, ci porterà al concetto dell'unità, del dualismo, della dualità, del bene e del male, energie cosmiche che agendo come Archetipi intelligenti sono responsabili del risultato osservabile del mistero della vita.
La relazione stretta che ci lega all'ambiente, può essere considerata un monito della natura, che ci avverte continuamente della nostra indivisibilità dal totum in cui viviamo, la fisica subatomica è arrivata a considerare privo di significato il concetto di particella, in quanto essa non può esistere se non collegata all'ambiente, e come risultato di esso, in un tipico aspetto strettamente legato al momento in cui la osserviamo.
La vitamina C, gli acidi grassi polinsaturi con catene omega 3 e 6, gli aminoacidi essenziali e altri principi indispensabili alla vita umana, evocano continuamente un memento naturale: "Credere di essere individui, svincolati da progetti inconsci e mete universali, ci porta a non incontrare il nostro ruolo naturale nella grande macchina cosmica e a operare contro di essa". Poiché la natura ha i suoi mezzi per contrastare ciò che impedisce la sua evoluzione, possiamo pensare che la malattia sia un mezzo per riportare l'armonia o per cancellare drasticamente l'elemento di disturbo".
Sarebbe veramente simpatico poter chiedere ad un batterio intestinale o ad una cellula del parenchima epatico, se sono a conoscenza del fatto di esistere all'interno di un individuo, che ha scopi e mete ben differenti dalle loro!
Lo stupore del batterio o della cellula epatica è lo stesso stupore che si riscontra nell'uomo quando arriva a pensare che anche lui potrebbe essere la cellula inconsapevole di un organismo più grande.
L'ilozoismo ci propone che tutto abbia vita, dalla particella di polvere più piccola al mammifero più grande che la natura sia riuscita a progettare, e mano a mano che la scienza abbatte i pilastri delle vetuste credenze dogmatiche, il confine tra vivente e non vivente si assottiglia sempre più.
Tutte queste informazioni dovrebbero portarci a capire che non esistono diverse medicine ma una sola Medicina, il cui scopo è quello di guarire l'uomo malato.
Altra pretesa di questo lavoro è quella di tentare di definire nel modo più ampio cosa significhino i concetti di salute e di malattia, conoscenze indispensabili per poter operare una strategia di guarigione.
L'intento è altresì quello di ricercare le cause profonde generanti lo stato di malessere che comunemente chiamiamo malattia e non la mera applicazione di rimedi sintomatici, in grado solo di tacitare un campanello di allarme, che la natura previdente ha progettato per avvisarci di un qualche cosa che non va.
La scelta di parlare prevalentemente dell'opera del dott. E. Bach, è dovuta al fatto che nel suo lavoro si riscontrano le linee guida di una nuova medicina, concepita dall'uomo per l'uomo, medicina dolce, non invasiva, autogestibile, sempre rivolta verso le cause profonde della sofferenza umana, motivata da linee guida di evoluzione genetica e spirituale, finestra di consapevolezza sui grandi quesiti che accompagnano l'uomo da sempre.
Non ci si lasci ingannare dal linguaggio semplice e dall'esiguità delle sue opere, poiché esse non sono rivolte all'operatore arrogante e arroccato nella sua credenza di conoscenza, ma all'uomo malato, alle orecchie semplici di chi vuol semplicemente condurre la sua vita in armonia con le leggi del cosmo.
Grandi libri di saggezza antica sono le opere spirituali, e proprio in esse si legge: " La verità sarà rivelata ai semplici".
Ed è proprio qui che dovremo trovare l'umiltà di chinare il capo e ascoltare le parole di un altro uomo che alle stregua di Hahanemann, di Reich, di Jung, di Kent, e tanti altri, ha lavorato al servizio della libertà e della felicità dell'uomo.
Dall'omeopatia alla naturopatia, alla medicina quantistica, troviamo le dimensioni di una nuova medicina, spesse volte di confine, ma che tenta sempre di reinserire l'uomo come fenomeno olistico in relazione all'ambiente.
Guglielmo Arcieri, nella sua "Introduzione alla medicina cibernetica e quantistica",  pone il rapporto terapeuta cliente su un piano di parità, e lo intende come incontro di due precarietà, rappresentanti contempora- neamente una realtà individuale ed un progetto globale espressioni legate ineluttabilmente ad un fine comune.
La vita è una malattia mortale dove ognuno incontrerà la sua esperienza finale, come, secondo le leggi della termodinamica lo stesso universo, sarà probabilmente costretto a fare, in questo spazio temporale siamo chiamati all'esperienza, compito fondamentale di ogni essere vivente, per arricchire il grande progetto di una nuova esperienza, la nostra!
Un lavoro molto interessante è quello di Pischinger e di Heine, che propongono la matrice, come terreno nel quale si svolgono tutte le reazioni e gli scambi che permettono alle cellule dell'organismo di collaborare in un totum differente dalla loro specifica individualità.
Sarebbe in questo tessuto, il connettivo, che per sue proprietà specifiche, avverrebbero non solo le regolazioni biochimiche della vita, ma anche lo scambio di informazioni cibernetiche proprie della vita, nonché tutti i processi infiammatori, che sono alla base dell'autoregolazione patologica.
Il lavoro sui metameri come elementi funzionali basilari indipendenti, retaggio della passata evoluzione, aiuta a comprendere su quanti livelli si può esprimere e operare la regolazione e la disregolazione dell'unità uomo.
Gli   stessi    metameri,   possono   ricollegare        l'uomo         all'astrologia   medica,   che  ritenuta  antiscientifica  è stata allontanata dalle università circa trecento anni fa.
E' il lavoro di Jung che attraverso gli archetipi, l'inconscio collettivo e il principio del sincronismo, ricolloca l'astrologia come chiave di lettura di una relazione uomo-cosmo sincronica acausale, non deterministica soggetta al libero arbitrio, dove l'influenza del cosmo è risentita dall'uomo, ma anche l'azione dell'uomo modifica il cosmo.
Così in cielo come in terra, così in alto come in basso, il piccolo nel grande, il grande nel piccolo, come a dire che è tutto legato in una rete inestricabile, individuo olistico che come un ologramma, riporta la sua totalità in ogni frammento di sé stesso.
Questa è la base delle riflessoterapie, dell'iridologia, dell'auricoloterapia, strumenti olistici di un intervento diagnostico terapeutico indirizzato verso la regolazione del sistema e non verso la soppressione del sintomo.
Sono così tanti e vari gli approcci all'entità vivente e ai sui problemi peculiari che è veramente troppo riduttivo abbracciare una sola disciplina, forte tentazione di ogni terapeuta, sarà quindi nel tentativo di trovare il centro e valutare solo quello che comporta beneficio alla malattia nel senso più ampio del termine, che ci muoveremo in questa ricerca.
Dalla nascita dell'universo, alle leggi della fisica, dalla medicina antica, ai postulati dell'omeopatia, alle leggi della floriterapia, tenteremo di percorre un viaggio alla ricerca di un filo conduttore che come il filo di Arianna mostri l'uscita del labirinto nel quale l'umanità sembra essersi persa.  

 
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