Home Page - Contatti - La libreriaLink - Cerca nel sito - Pubblicità nel sito - Sostenitori

- Pagina denunce
- Pagina finanziamenti occulti
- Pagina politica

«Dio salvi l’America» e l’OPEC!
Marcello Pamio - 4 giugno 2004

E’ arrivato il momento tanto atteso.
Il presidente degli Stati Uniti George Walker Bush junior è arrivato in Italia per partecipare, assieme alla moglie Laura, Colin Power e alla consigliera Condoleeza, all’anniversario della «liberazione» dal nazifascismo.
Un viaggio, osannato da una parte (governo e alleati) e criticato dall’altra (sinistra & C.), protetto da uno spiegamento di forze che non ha paragoni: oltre diecimila tra agenti e militari, cecchini, elicotteri, caccia militari e addirittura una aereo spia «prestato» per l’occasione dalla NATO. Il tutto patriotticamente addebitato sulle nostre già prosciugate tasche.
Ma come sappiamo bene la «liberazione» ha il suo prezzo. Eccome se lo ha!
Rimaniamo in tema di «liberazione» e «costi», perché a questo punto è necessario sapere qualcosina in più sul finanziamento al nazionalsocialismo tedesco. Pochi ne sono al corrente, ma i primi tre cartelli industriali di Weimar (primi beneficiari dei piani di ricostruzione postbellica degli Stati Uniti) carbone e acciaio (Vereinigte Stahlwerke), elettricità (AEG e Osram) e chimica (IG Farben) sono stati tutti e tre finanziati nientepopodimenoché da Wall Strett; e tutti e tre, a loro volta, figurano tra i sostenitori di Adolf Hitler[1].
Avete capito come funziona il giochetto del «Divide et Impera»?
Siamo stati liberati da un regime nazifascista assolutamente deleterio - e questo nessuno lo nega - ma di chi erano i soldi che hanno permesso a tale regime di nascere e organizzarsi militarmente? Ognuno a questo punto tragga le proprie considerazioni…

Tornando ai festeggiamenti in Italia, devo dire che sono stati rovinati dalle immagini di Papa Giovanni Paolo II che «accoglie» il presidente statunitense con gli stessi onori (e scambio di doni) del Dalai Lama. Ora non è il caso di sottolineare le differenze tra l’ultima incarnazione di Budda e l’ultima incarnazione dell’oligarchia petrolmilitare statunitense; ma onorare la visita di colui che ha voluto e realizzato la guerra in Iraq mi sembra abbastanza grave. Una guerra criminosa assolutamente ingiusta, basata sulla falsità e l’arroganza, che ha generato oltre diecimila morti tra i civili, che sta devastando un intero paese mediorientale, e che ha aumentato, invece di ridurlo, il terrorismo mondiale.
Con quale responsabilità civile, morale e religiosa, la massima autorità cristiana ha accettato un simile incontro ufficiale? Stiamo parlando della stessa autorità che ha criticato i soprusi, le ingiustizie e le angherie di questa guerra, e che si proclama per la pace mondiale «senza sé e senza ma». Perché allora il Papa, o chi per esso, non ha rifiutato di incontrare l’«apostolo» prediletto della guerra preventiva? Quell’«angelo caduto» in Texas che manda i suoi fedelissimi a catturare il dittatore Saddam Hussein (la «pecorella» smarrita che aveva iniziato nel 2000 a scambiare il petrolio in euro[2]) e che poi per bontà divina si ritrova a controllare tutte le riserve petrolifere del secondo produttore mondiale dell’O.P.E.C. (gli USA, guarda caso, acquistavano oltre la metà del greggio irakeno[3])
Detto questo, occupiamoci un momento dell’OPEC perché in questi giorni da varie parti ha ricevuto enormi pressioni. L’OPEC è ufficialmente l’organizzazione dei paesi produttori (ed esportatori) di petrolio ed è composta da undici membri: Arabia Saudita, Iran, Venezuela, Algeria, Libia, Kuwait, Nigeria, Iraq, Indonesia, Emirati Arabi Uniti e Qatar[4].

La produzione attuale giornaliera di questi paesi membri è di 23,5 milioni di barili! Eppure, nonostante questa altissima cifra, che rende bene l’idea dei costi della società industrializzata, il mondo occidentale chiede, per non dire ordina, all’OPEC di aumentare la produzione.
Perché? Semplicissimo, secondo l’AIE – l’Agenzia internazionale per l’energia –, la domanda di petrolio è cresciuta toccando quota 82,5 milioni di barili di petrolio al giorno!
Il mondo - quello benestante - in questo preciso momento per andare avanti ha bisogno di «bruciare» quasi 1000 barili di petrolio al secondo. Per intenderci: mentre leggete solamente questa riga, almeno 5000 barili di oro nero sono stati estratti da qualche parte nel mondo. Sembra incredibile, ma i dati ufficiali non lasciano spazio a dubbi.
Questo incremento di richiesta, che apre scenari decisamente preoccupanti, è dovuto all’emergere sul palcoscenico mondiale di nuove potenze «consumatrici» come Cina (secondo importatore mondiale di greggio) e India.

Le minacce sono servite: dal vertice di Beirut l’OPEC ha annunciato che aumenterà la produzione di 2 milioni di barili da luglio e di un ulteriore mezzo milione da agosto, per arrivare a quota 26 milioni di barili al giorno. 
Ora sorge un problema: gli undici paesi del cartello stanno estraendo – a quanto si dice - quasi al 90% delle loro possibilità; quindi il margine futuro di estrazione è piccolo.
Cosa succederà, quando la richiesta mondiale (in continua e inesauribile crescita) supererà la massima produzione dell’OPEC & C.?
Se fino ad oggi si sono fatte le guerre per impossessarsi della risorsa energetica numero uno (Afghanistan e Iraq sono gli ultimi esempi calzanti), non è che in futuro si faranno le guerre invece per impedire addirittura di usare il petrolio?
Potremo vedere gli Stati Uniti - uno stato a caso - muovere guerra alla Cina, non perché rappresenta l’ultima potenza «rossa» in circolazione, ma per la pericolosa concorrenza energetica. Quando parlo di guerra non si deve pensare alle armi atomiche o all’esercito: esistono oggi nuove forme di attacco molto di più subdole e minacciose: guerra climatica (vedi H.A.A.R.P.), guerra economica (vedi S.A.R.S.), ecc.
Prima che si verifichino tali scenari apocalittici, non è forse arrivato il momento di puntare verso quei sistemi energetici che non dipendano dalla risorsa più inquinante e costosa del pianeta, il petrolio? Sistemi quali l’idrogeno, la fusione fredda, l’energia solare, ecc.
Per concludere, alla benedizione che il pontefice oggi ha fatto al suo gradito ospite straniero: «Dio salvi l’America», mi permetto di aggiungere: «pure il pianeta».

[1] Per approfondire www.disinformazione.it/fonticomunismo.htm
[2] «Il Sole 24 Ore», lunedì 29 marzo 2004
[3] Idem
[4] Dal sito ufficiale dell’OPEC: www.opec.org/

 

 
www.disinformazione.it