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Parigi brucia: perché?
una prospettiva spirituale
di Fausto Carotenuto per disinformazione.it - 16/11/2005 

Le periferie di molte città francesi in un vortice di violenza: migliaia di macchine bruciate centinaia di feriti, saccheggi, edifici incendiati, scontri tra polizia e gruppi di giovani…
Cosa sta succedendo?

A prima vista un episodio di violenza da parte della polizia ha innescato la rivolta delle grandi periferie abitate in maggioranza da immigrati di origine islamica, soprattutto nordafricana. Il disagio di questi strati della popolazione è arrivato ad un punto tale che è bastato un episodio, sia pure di brutale ed inaccettabile violenza, per provocare una vera e propria impressionante serie di esplosioni di rabbia tra gli immigrati. Una vera e propria rivolta…
La sicurezza dei cittadini e la legalità sono state gravemente intaccate, e le autorità francesi stanno rispondendo con grande durezza: una enorme mobilitazione degli apparati di polizia e dei tribunali, la dichiarazione dello stato di emergenza, il coprifuoco, le espulsioni di stranieri, non solo “illegali”, ma perfino dei residenti. Discorsi forti e infiammati delle autorità. E lo sviluppo di un dibattito sia sulle cause sociali della situazione che sulle misure da adottare. Con opinioni differenti su come arginare e bloccare la rivolta e sui metodi migliori per intervenire sulle cause profonde. La destra insiste maggiormente sulla repressione e la sinistra sulla ricerca di misure radicali per ridurre il disagio degli immigrarti e favorirne l’integrazione. Sull’onda dell’ansia per il clima di violenza l’opinione pubblica francese sembra ora in grande maggioranza favorevole ( 73 per cento ) al “giro di vite” attuato dal governo, che addita gli stranieri come fomentatori della rivolta.

Questa è l’immagine esteriore di quanto sta accadendo… Ma vediamo se da una prospettiva differente, quella suggerita da un punto di vista che tiene conto anche della realtà spirituale, si riesce a capire qualcosa di più, oltre le apparenze.
La realtà spirituale è più nascosta, difficile da individuare, ma è ben più importante delle apparenze, perché è all’origine di quanto si manifesta come cose, esseri, avvenimenti.
Osservando la realtà da questo punto di vista, si sa che quello che avviene - sia nella nostra vita individuale che nella storia delle comunità umane - non è mai casuale, ma è il frutto di precisi disegni del mondo spirituale, che tendono a porci di fronte ad una serie di sfide e di opportunità, con l’intento di metterci alla prova per farci crescere e maturare.

La nostra è un’epoca nella quale gli uomini sono chiamati a prove molto forti ed accelerate, perché è il momento nel quale sta cominciando a crescere la nostra coscienza: la parte più elevata della nostra psiche.  Le forze del Bene, sia spirituali che terrene, vogliono favorire in tutti i modi questa crescita, che avviene attraverso lo scambio di sagge azioni di amore tra gli uomini. Mentre quelle che chiamiamo forze del “Male” pongono una serie di forti ostacoli. Ma anche questo ha un fine ben preciso: quanto più forti sono gli ostacoli che troviamo sul nostro cammino, tanto maggiore è la crescita di coscienza che compiamo riuscendo a superarli.
Le forze del Male contano sulla Terra di un grande apparato trasversale fatto di vari gruppi, logge, fratellanze, che controllano, attraverso un complesso ed efficace sistema di manipolazione, quasi tutto il potere politico, economico, mediatico e militare dei vari Paesi.
Le forze del Male, sia spirituali che terrene, si alimentano della somma dei nostri egoismi e dei nostri sentimenti negativi.  Gli stessi sentimenti che impediscono la nostra crescita. Per questo gli “ostacolatori” hanno bisogno di mantenere nelle varie zone della Terra un elevato tasso di conflittualità , di violenza, di paura e di ansie. Che impediscano il libero fluire dell’amore da un uomo all’altro. E che rafforzino le loro organizzazioni.

Ho sintetizzato fin troppo le basi della visione spirituale degli avvenimenti…[1] Ma comunque qualcuno potrebbe legittimamente dire: cosa c’entra questo sproloquio di “aria fritta” con le macchine bruciate, i saccheggi, la repressione, le espulsioni, le vittime…?
C’entra… perché quanto sta accadendo in Francia non è affatto casuale, non è un episodio isolato, ma è una passo importante della strategia della tensione internazionale voluta dalle forze oscure.
Dopo aver sfruttato per buona parte del secolo scorso il conflitto militare ed ideologico tra Est e Ovest, le forze negative hanno creato dal nulla e stanno alimentando il tema del confronto tra Occidente ed Islam.
Questo non è un conflitto tradizionale, con i due schieramenti chiaramente posizionati sul campo, ma è stato studiato per creare una scacchiera di operazioni vastissima, dalle sabbie mediorientali al centro di Londra, di Madrid o di New York. Dal Golfo Persico al cortile di casa nostra, alla stazione della metropolitana o dell’autobus. Alle strade delle nostre stesse città.

Le fratellanze che si occupano di organizzare i conflitti hanno facilitato ed organizzato lo sviluppo di fenomeni come l’imperialismo di certi gruppi di potere americani ed europei, il terrorismo, ed una forte ondata di emigrazione incontrollata e sbilanciata dai Paesi poveri a quelli occidentali. Il fronte del conflitto è così ovunque, pronto ad esplodere a comando, ed ovunque può essere sollecitato nei tempi e nei modi voluti.
In questo modo certe forze hanno in mano tutte le leve principali del conflitto, e ne stanno modulando l’uso per ottenere il massimo di risultati per quello che è il loro obiettivo principale: la nostra interiorità. Condizionare e deviare le nostre coscienze. Che nella nostra epoca, se lasciate libere, tendono naturalmente e fortemente a riscoprire gli impulsi del cuore. Tendono ad elevare la propria vibrazione psichica.
Nell’ambito della più ampia strategia di creare spaccature, conflitti ed odi tra Occidente e mondo islamico, le maggiori difficoltà vengono create da quegli individui e quelle popolazioni che hanno sviluppato un maggiore livello di coscienza civile. Quelle comunità nelle quali concetti come libertà, fratellanza, uguaglianza, diritti dell’uomo, tutela delle minoranze, hanno conquistato terreno più che altrove.  Le opinioni pubbliche e le classi politiche europee sono state spinte a partecipare apertamente al conflitto con l’Islam, ma solo in parte hanno accettato di seguire le spinte più bellicose. Quel fronte che ha appoggiato l’invasione anglo-americana dell’Iraq è composto da Paesi nei quali il lavoro delle fratellanze nere aveva già conseguito importanti risultati di condizionamento negli anni successivi alla caduta del muro di Berlino. In quegli anni le forze più retrive e più fedeli alle piramidi “nere”erano state aiutate a scalare i gradini del potere. I loro nemici distrutti, debellati, fisicamente uccisi o ridotti all’impotenza dagli scandali. Ma in altri Paesi questa operazione non è stata sufficiente a conseguire forti condizionamenti dell’opinione pubblica e delle classi politiche, tali da favorire la loro inclusione nel fronte anti-islamico del nuovo conflitto mondiale. I francesi ed i tedeschi sono rimasti fortemente critici di certe derive prepotenti e belliciste. Ed infatti i loro capi politici - anche se in molti casi fortemente influenzati dal fronte oscuro - non hanno voluto o potuto aderire alle iniziative più forti. Come l’invasione dell’Iraq. Per mantenere l’appoggio ed il controllo delle proprie opinioni pubbliche, hanno dovuto invece assumere posizioni fortemente contrarie. Anche se poi nella sostanza non hanno posto alcun serio ostacolo alle iniziative di guerra.

Quello che sta avvenendo ora in Francia è un vero e proprio “lavoro ai fianchi” attuato dalle forze oscure per cercare di modificare l’atteggiamento interiore dell’opinione pubblica. I terminali delle forze oscure sono ovunque, sia nel contesto occidentale che in quello islamico. E quando serve si muovono in stretto coordinamento. La rivolta, sia pure basata su un terreno di problemi gravi e reali, appare ben organizzata nei luoghi e nei tempi e ben diffusa, tale da suscitare sentimenti oscuri nei francesi. Tale da far passare in secondo piano i sentimenti e gli ideali più nobili nei quali è cresciuta la tollerante cultura francese dei “lumi”.  Il tentativo è quello di trasformare una opinione pubblica ben disposta verso gli stranieri, vero l’altro, verso il “diverso”, in una società contratta nella ricerca della propria sicurezza. In una società che nel futuro sarà molto meno “schizzinosa” quando si tratterà di combattere contro i cattivi “diversi”. E le forze oscure che influenzano abbondantemente gli ambienti politici elitari francesi hanno colto la palla al balzo: prontissime a giocare sulle spaccature, per incrementarle… con la scusa della “sicurezza nazionale”. Prontissime a togliersi le pelle posticcia da agnello ed a mostrare i denti e le unghie della loro natura più nascosta.
Cos’altro è in serbo per i tedeschi? Lo vedremo… Forse si attendeva il risultato delle ultime elezioni - per conseguire una migliore capacità delle forze oscure di controllare i vari fattori in gioco - prima di scatenare un qualche vortice che interessi la Germania e metta ancora a dura prova la coscienza di quella cultura. Speriamo che il livello di coscienza raggiunto nel dopoguerra in Germania, uno dei più alti d’Europa, anche a causa della immane tragedia del Nazismo, sia sufficiente a respingere le operazioni delle forze dell’ostacolo.

Che le trame delle forze oscure abbiano successo o no dipende solo dal modo nel quale reagiranno le coscienze dei francesi. Se riusciranno ad uscire da questa situazione mantenendo sostanzialmente inalterati i propri principi ed i propri ideali costringeranno i propri politici a “rientrare nell’ovile”. E la loro società avrà compiuto un ulteriore salto in avanti nel lungo cammino della evoluzione umana.
Ma questo riguarda tutti noi, ormai sempre più coinvolti in questo strisciante e insidioso conflitto di culture. In questi giorni tocca ai francesi, ma nel prossimo futuro verremo tutti sollecitati nei modi più insidiosi ed oscuri. Respingiamo fermamente e serenamente il tentativo di farci sentire parte di una guerra. Si è in conflitto con qualcuno solo se si è in conflitto dentro di sé. E se si combatte contro qualcuno, in effetti si fa la guerra a se stessi…
Non facciamoci coinvolgere: noi non c’entriamo nulla. Abbiamo ben altro da fare: trovare modi sempre più intelligenti e fattivi per amare gli altri. Non per combatterli. 
Solo la saldezza dei nostri ideali, il rifiuto della violenza, la fiducia nell’amore per il prossimo come strumento per la crescita armoniosa di tutti, restituirà un senso positivo ai disastri che si susseguono giorno per giorno.


[1] Per un approfondimento vedi gli articoli precedenti sul sito http://www.disinformazione.it/paginaspirituale.htm oppure il libro “Il Mistero della Situazione Internazionale” di Fausto Carotenuto, edizioni Il Ternario, ottobre 2005.

 
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