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Parlaci,
Romano!
di
Carlo Bertani - 28 settembre 2006
“Noi siamo tanti
qua,
già ti chiamiamo papà,
di quei papà che non si conoscono...”
Roberto Vecchioni – Signor
giudice
Ti confesso, Romano, che mi stai meravigliando non poco: lo
sai da dove vengono i Bertani? Più o meno dalle stesse parti dei
Bersani, che poi sono le tue parti. Va beh, qualche chilometro più in
qua o più in là poco importa...stiamo tutti – come cantò Guccini
– “fra la via Emilia e il West”.
Qualcuno, come me, abita oramai lontano dai “Caffé Verdi” e dalle
balere così vicine ai canali che devi stare attento a non bere per non
finirci dentro: tu, addirittura, te ne sei andato a Bruxelles...socmel...
Eppure, sai benissimo che siamo gente che quando ha un rospo in gola non
è capace a tenerselo: cosa vuoi...siamo fatti così...solo i toscani
riescono a tenerci testa.
A guardarti in televisione, mentre passeggi coperto da un
nugolo di guardie del corpo e di segretari, mi sembri un po’ un toro
di quelli grassi che si portano in fiera, per spuntare il miglior prezzo
e vendere in aggiunta il resto dei “magroni” della stalla. Lo sai
che le cose vanno proprio così nelle fiere del bestiame, e la politica
nostrana assomiglia sempre di più ad un mercato delle vacche.
Intanto, però, tu continui ad andare a zonzo per le vie di Roma a
raccontare che tutto va bene, che tutto s’aggiusta, che nel governo
sono tutte rose e fiori. Lo raccontano anche gli allevatori alle fiere:
vallo a chiedere ai macellai come va a finire la faccenda.
Su questa Finanziaria se ne sono dette, se ne dicono e se ne diranno ancora fino alla mezzanotte di San Silvestro – questo tutti lo sanno – ma sentirsi dire certe cose dopo cinque anni di Berlusconi guarda che fa venire il sangue alla testa, roba che ci sarebbe da pensare che qualcuno della maggioranza se la fa con i fasisti. Mi pare che un senatore di Di Pietro stia più da quelle parti che dalle nostre: ne sai qualcosa? Di Pietro sembra non essersene accorto, ma si sa che Di Pietro delle cose se ne accorge soltanto a fiera ultimata, quando arrivano gli spazzini per raccattare quello dei cavalli per concimare i fiori.
Dopo aver fatto in campagna elettorale una filippica
infinita contro
Com’era bello in campagna elettorale udir tanta eloquenza sulla
necessità di recuperare il gap scientifico e tecnologico che ci separa
dal resto d’Europa, e che proprio il sistema dell’istruzione era la
base dalla quale partire!
Finalmente, qualcuno pensò: vuoi vedere che hanno messo giudizio? Mo va
là che questa volta le cose le faranno per benino – questa volta sono
proprio ammodo – qualcuno s’azzardava ad ipotizzare.
E poi: che le tasse le paghino di più i ricchi e di meno i
poveri, per Dio! Vuoi vedere che il Romano si ricorda ancora del
Passator Cortese del Pascoli – “re della strada, re della foresta”
– che rubava ai ricchi per dare ai poveri? Oh, abbiamo avuto anche noi
il Robin Hood nostrano: mo’ figurati se il Romano non se lo ricorda…
Così raccontavano – te lo giuro – quelli che uscivano dalle Feste
dell’Unità nel reggiano e nel modenese, con ancora nel palato
l’ultimo sorso di Trebbiano e di Lambrusco, e si avviavano verso casa
tranquilli, ascoltando con gioia il canto dei grilli e sorridendo sotto
i baffi per la schiuma alla bocca del Cavaliere.
Oh, ma pure le mezze vittorie ci dovete rovinare?
Adesso sembra che, per pagare le malefatte di Tremonti, ai pubblici
dipendenti tocchi un aumento di 30 euro. Lordi, che netti non fanno
nemmeno venti. Ma cosa ci fa un padre di famiglia con venti euro in più
al mese? Ci compra venti merendine per i figlioli e dice loro: «Andate,
pascetevi, e non dimenticate di recitare una preghierina a San Romano,
protettore dei miseri e degli sfigati come noi»?
Questa, ti assicuro, in campagna elettorale non l’avevo proprio
sentita. Mi pareva, invece, d’aver udito che avreste tassato le
rendite finanziarie e colpito l’evasione fiscale. Lo sai che negli
odiatissimi Stati Uniti – terra dei capitalisti con le zanne e degli
agrari schiavisti – l’evasione fiscale è un reato penale?
Se si evade le tasse si va a vedere il sole a scacchi, sì,
proprio nella terra di George Washington: troppo? Beh, uno che evade le
tasse non è mica un assassino…al massimo ruba alla collettività…
Forse sì, forse no: però, se qualcuno evade le tasse e non ci sono i
soldi per garantire un buon livello di sanità per tutti, il solito
sfigato arriva in ospedale e lo trova chiuso per deficit, per carenza di
posti, per mancanza di personale e ci crepa. Quello che i soldini doveva
cacciarli, e invece non li ha cacciati, non manda nemmeno un telegramma
per il funerale. Dai, Romano, che queste cose le sai: ma dobbiamo
proprio venirtele a raccontare noi?
Quando senti queste cose – e non venirla a raccontare,
che se non le leggi da solo qualcuno te le viene a riportare – corri
dal tuo amico con lo Schioppo…pardon…dal compagno Padoa-Schioppa e
gli domandi come vanno le cose con l’Europa. Eppure dovresti saperlo:
sei stato seduto sul più alto scranno europeo per cinque anni e adesso
devi andarlo a chiedere al tizio con lo schioppo? T’hanno affibbiato
un carabiniere da Bruxelles?
No, perché dovresti spiegarci come faceva Tremonti a presentare delle
Finanziarie dove metteva nella voce delle “entrate” i biglietti del
tram bucati e i soldi che il figlio avrebbe incassato vendendo a metà
prezzo i libri scolastici dell’anno prima. Oh, ma ‘sto Tremonti
doveva proprio essere un mago per ottenere credito dall’Europa, quando
in Italia era oramai diventato una barzelletta. Parlaci, Romano,
spiegaci perché Tremonti riusciva ad infinocchiare tutti con un deficit
che nemmeno una lavanderia a gettoni avrebbe potuto reggere, mentre
a te non credono una parola. Non sarà – per caso – che ti
sei messo d’accordo con il tuo amico Almunia per mettere paura ai
sindacati – che conoscono benissimo questo gioco delle tre carte –
e, in definitiva, per cercare di mettercelo nello stoppino?
Perché se non bastano i generosi trenta euro d’aumento,
il resto bisogna prenderlo dalle pensioni: eh sì, “la coperta è
corta” e si debbono fare dei sacrifici. Spiegami una cosa che non ho
mai capito: perché io devo sempre svegliarmi con un piede congelato
mentre il Luca – quello di Montezemolo – ronfa tranquillo ed al
caldo come un ippopotamo? Ci sono due diverse coperte? Lui ne ha una di
riserva? Spiegami: non capisco…
Qui bisogna essere onesti e riconoscerlo: in campagna elettorale delle
pensioni non ne avete proprio parlato, e per il programma aspettiamo
ancora un esegeta di Nostradamus che ce lo spieghi.
Di questo passo, quando volete mandarci in pensione, a settant’anni?
Forse bisogna che mi spieghi meglio: Romano, lo conosci uno che ha
guidato treni, autobus e camion per 35 anni? Lo conosci? Se non lo
conosci chiedilo al Bertinotto, lui con la classe operaia ci ha campato
una vita…
Se il Bertinotto non ha tempo per raccontartelo, perché
deve correre da Gucci a comprare l’ultimo modello di cravatta, te lo
dico io: per una volta, credimi.
Si sente a pezzi, come si sente uno che ha fatto lo slalom fra le
impalcature di un cantiere (se è sopravvissuto) oppure fra una catena
di montaggio ed un periodo di mobilità.
Sono lavori “usuranti”, vero. E come credi che si senta un
insegnante quando entra in classe la mattina, con una pletora di
telefonino-dipendenti, ubriacati dai Grandi Fratelli e da Filippo de
Maria, dalle isole dei Famosi, dal campionato più truccato del mondo?
Si sente a pezzi, eppure deve aprir bocca ed andare avanti. Obbedisco.
Non importa se oramai è nonno – ed in tutte le vere culture i nonni
sono rispettati – e non ha più l’energia dei trenta, dei quaranta e
gli rimane la poca che ci si ritrova verso i sessanta, deve tirare
avanti come può. E tu vorresti farlo rimanere ancora dopo i sessanta?
Guarda che quello – per mantenere la famiglia – al
lavoro continuerà ad andarci: i frutti se li godranno i poveracci che
gli capitano. Così sentirai raccontare di professori “che non fanno
niente” e di treni che si schiantano per un “errore umano”:
l’errore siete voi, che andate raccontando che – siccome la vita si
allunga – si deve lavorare di più.
Questa è la più fetente bestialità che mai ho sentito raccontare:
dopo milioni d’anni d’evoluzione, siccome la medicina è in grado di
tenerci in vita qualche anno in più, i ritmi biologici dell’essere
umano sarebbero cambiati nell’arco di pochissime generazioni?
In altre parole, i cinquant’anni del 1950 corrisponderebbero ai
sessanta odierni?
No, Romano, forse è vero per te, per il Bertinotto e per
il Montezemolo – che fate una vita dorata da sempre – non lo è per
quelli che la mattina si svegliano con il solito piede gelato per la
“coperta corta”.
In Europa si va in pensione dopo i sessant’anni?
Ma certo, in Germania si va in pensione dopo: dateci la settimana
lavorativa di 28 ore come hanno alla BMW con circa 2.500 euro di
stipendio, dateci i 3.500 euro degli insegnanti tedeschi, dateci i 1.000
euro dell’assegno di disoccupazione teutonico, date alla popolazione
la possibilità di vivere (per circa il 50%) nelle case popolari (oh:
case tedesche, mica IACP) e poi ne discutiamo. Non è solo una questione
di età, bisogna anche considerare come si è campato prima.
Perché queste cose non le chiedi al Bertinotto? Lui le
sa…ah, già: è arrivata una nuova collezione di cravatte…
Preferisci
Oh, Romano, non lo hai capito perché gli italiani non fanno più figli?
Non ci venite a raccontare che all’estero la vita è terribilmente più
cara, perché chi abita alle frontiere va a fare la spesa a Nizza e in
Slovenia. La questione è la solita della coperta: se è corta, con il
solito piede gelato, anche il desiderio…
Facile parlare senza indicare soluzioni, eh sì, noi che
abbiamo le “responsabilità” del governo ne siamo “piegati”, voi
parlate e basta…
Hai letto, Romano, il discorso pronunciato dal presidente dell’ENI –
Scaroni – all’OPEC a Vienna? Un libro dei sogni che ti risparmio,
scaricatelo da solo o dagli un colpo di telefono. Piano, però,
altrimenti lo svegli.
Io, al posto tuo, risparmierei la fatica e proverei in un altro modo.
Un giorno qualunque – mentre ti trastulli per il centro di Roma –
ordina alla tua scorta di portarti alla Casaccia – è vicino a Roma,
non ti devi spostare troppo – e vai a visitare il centro di ricerca
ENEA sul solare termodinamico.
Vai a veder di persona cos’hanno creato da un lavoro di
Rubbia (che ha dovuto andarsene dall’Italia!) i ricercatori dell’ENEA.
Non li conosco personalmente: come in tutti i posti ci sarà gente in
gamba ed altra un po’ meno ma, per come sono stati trattati i
ricercatori negli ultimi cinque anni, hanno fatto anche troppo. Hanno
dato il sangue per quell’idea, e ci sono riusciti.
Oggi – mentre ci tocca ascoltare gli sproloqui di Scaroni sul petrolio
“non convenzionale” (sarà un petrolio “proibito” come le armi
di Israele in Libano?) – quei poveracci probabilmente assunti con
contratto a termine hanno creato una tecnologia in grado di fornire un
KW al prezzo di circa 6 centesimi di euro, meno che con il petrolio e
grosso modo al livello del carbone.
Vai, Romano, fai una gita fuori porta fino alla Casaccia, parla con
loro. Probabilmente scopriresti che anche noi italiani possiamo lavorare
ad una nuova tecnologia ed assumere tanti giovani fisici, chimici,
informatici ed ingegneri che si strapazzano fra un lavoro a termine ed
un altro, fra un call center ed una supplenza. Chissà come avrà fatto
Altrimenti, anche il prossimo anno litigheremo con il
coltello fra i denti per dividerci i quattro soldi marci di una
Finanziaria da straccioni, continueremo a nascondere gli aumenti delle
tasse con l’inflazione camuffata e “scaricheremo” l’onere delle
nuove gabelle sulle amministrazioni locali. E poi, voi sareste dei
capitalisti? Ma per favore: chiedete all’idraulico che aggiusta i
rubinetti a Palazzo Chigi se è possibile gestire in questo modo un
paese. Almeno lui, quando non riesce a risolvere un problema, parla con
qualcun altro per capire, per migliorare: fa una cosa normalissima che
tutti gli esseri normali fanno.
Perché voi non ci ascoltate mai? Parlaci Romano, ma senza raccontarci
più che siete una combriccola di amiconi, perché il luccicare delle
lame sotto le giacche si nota anche in televisione.
Carlo Bertani bertani137@libero.it
www.carlobertani.it