Home Page - Contatti - La libreriaLink - Cerca nel sito - Pubblicità nel sito - Sostenitori

- Pagina economia
- Pagina signoraggio

Il sistema monetario italiano rastrella la nostra ricchezza
di Nereo Villa – tratto da «Libertà On-line» www.liberta.it

Il vero problema non è quello di sostituire Fazio ma di capire perché il sistema è marcio. Per ogni 1000 euro che riceve in deposito la banca “presta” e carica di interessi 10.000 euro
Affermazioni come “Le banche non si toccano”, “ La Bce è super partes”, “Dovremmo essere grati alle banche”, “La riserva delle banche è frazionaria e benefica, in quanto generatrice di industrie” sono tipiche dei politicanti, e sono tanto assennate quanto quella che ritenesse cosa buona e giusta il sistema schiavista dei faraoni in quanto permise la costruzione delle piramidi.
Chi pensa così si guarda bene dall'imitare Gesù nel rovesciare i banchi (banche), perché non nota, anzi rimuove, il notorio: la cosiddetta “riserva frazionaria” riguarda denaro finto, e la finzione nasce, sì, come fatto notorio, con l'abolizione delle riserve auree del 1971, ma sussisteva già in precedenza (come alienazione essenziale fattasi convenzione sociale). Il processo per cui le banche prestano denaro finto, caricandolo di interessi e indebitando tutti non riguarda solo le banche emittenti, ma tutte le banche.

Per comprendere ciò, occorre partire da lontano, quando la valuta era costituita da pietre preziose, oro, pepite, ecc. Per ragioni di sicurezza, si cominciò a depositare queste rarità presso chi disponeva di banchi blindati, adatti a custodirle, gli orafi, che emettevano per esse ricevute cartacee (note di banco, onde il termine “banconote”). In tal modo si poteva “barattare” meglio ogni mercanzia, ritirando, quando necessario, parte dei propri depositi.
Spostare tutto quell'oro sarebbe stata un'operazione poco pratica. Perciò si cominciò lentamente ad accettare come valuta quelle ricevute, sulle quali iniziò poi ad apparire la scritta “Pagabile a vista al portatore”. E fin qui, tutto bene. La percezione però insegnò ben presto ai gestori dei banchi una costante: ognuno prelevava sempre e solo una “frazione” dei propri averi.
    Da qui il ragionamento truffaldino: “Perché allora non “prestiamo” certificazioni (denaro) a chi non possiede oro, tassandole di interessi aurei?”. La truffa avrebbe potuto essere scoperta solo in presenza dell'improbabile concomitanza di due fatti: che si fossero emesse troppe certificazioni, e che tutti i clienti si fossero contemporaneamente presentati per scambiarle con l'oro.
    Perciò si cominciò ad emettere banconote (di possesso aureo) in eccesso rispetto alla quantità dell'oro effettivamente custodito (per farsene un'idea: se l'intera Italia fosse oggi ceduta ai banchieri come risarcimento del debito, ci vorrebbero diverse “Italie” per saldarlo completamente).
La maggior parte di banconote prestate si riferì sempre più ad oro inesistente (per es.: il corrispettivo in oro di tutta la valuta che girava per il mondo nel 1995 ammontava a 75 milioni di tonnellate, ma tutto l'oro del mondo non supera le 200 mila tonnellate!). Questo è di fatto il sistema bancario attuale che controlla il mondo! E i governi sommersi dal debito fanno mostra di affannarsi disperatamente per pagare interessi su denaro che non è mai esistito, non esiste, e mai esisterà. Questo è il centro del problema da risolvere.

Non si tratta dunque di sostituire Fazio, come mostra di desiderare Claudio Martelli, ma di capire perché il sistema è marcio. Per ogni 1000 euro che il risparmiatore deposita in banca, la banca “presta” e carica di interessi almeno 10.000 euro, e ciò grazie a un sistema esponenziale (riserva frazionaria), che implica che basta “blindare”, cioè assicurare realmente, una “frazione” (un decimo circa, appunto) dei depositi bancari totali, o “riserve”. In nome della salute economica data dalla circolazione monetaria, si fa circolare ciò che non c'è, creando moneta fasulla (virtuale).
   
Le banche contano sul fatto che quei depositi non verranno mai richiesti (pretesi) da tutti i risparmiatori contemporaneamente. Se ciò avvenisse, tutto il sistema andrebbe in tilt, dato che nessuno potrebbe ritirare alcunché. Ecco perché nella maggior parte dei paesi in cui le banche sono istituite ci sono regole o leggi che permettono ad un istituto bancario di chiudere i battenti se troppi risparmiatori esigono indietro i loro soldi tutti insieme.
   
In sintesi, la banca crea denaro dal nulla, scrivendo solo cifre sullo schermo di un computer, ed una grossa fetta delle tue tasse va alle banche per pagare l'interesse su denaro creato in questo modo, quando le tasse dovrebbero servire per alleviare davvero la povertà e la fame di tutti. Se tutto il sistema monetario fosse modificato per servire il popolo sovrano e non le banche, tutte le tasse non avrebbero più ragione d'essere. Avremmo una “decima” giusta, e non al contrario (signoraggio su “finto denaro”).

Il raggiro è completato dal fatto che se rimani indietro nel pagamento degli interessi su denaro - che non esiste -, la banca può prenderti l'auto, la casa ed altri beni - ricchezze che esistono. In definitiva chi porta denaro in banca non lo vede più. Può solo credere di averlo. Tutto si basa su fede o fiducia in un credito inesistente. Per verificarlo prova oggi stesso a dire alla tua banca che vuoi prelevare tutto il tuo conto corrente. Subito ti accorgi che è impossibile, in quanto il fattore “tempo” - denigrato dai detrattori dell'idea poundiana del denaro datato - ora diventa massimamente rispettato. Così è diventata convenzione sociale che il pagamento di interessi su “prestiti” bancari risucchi la ricchezza reale del pianeta.
Credo che i nostri politicanti del pil (pil-astro della truffa, in quanto si tratta di un calcolo impossibile ed ascientifico) non siano più colpevoli di noi che li deleghiamo ad occuparsi dei nostri sacrifici.
    D'altra parte va detto che chi è costretto a sgobbare tutto il giorno per non fallire e/o per “starci dentro” con l'Iva, l'Ilor, l'Irpef, l'Ici, ecc…, non ha più voglia né forza di occuparsi, la sera, dei denti di Fazio, o di un altro Mangiafuoco da sostituire con altre dentiere rastellatrici, né della propria “scientifica” schiavitù.
   
Ecco perché non vi è differenza alcuna fra il sistema schiavistico del tempo di Iside e il nostro. Oggi crediamo solo di non essere schiavi perché abbiamo in mano il telecomando, scettro esteriore sostitutivo della nostra interiore sovranità. Occorre direzionare allora la nostra fede “faziosa” nel “dio quattrino” verso le “camere blindate” della nostra interiorità o sindéresi, luogo (topia e non utopia) di ogni talento e ricchezza reali (Dio trino: tri-unità di pensare, sentire e volere).
   
Questo luogo sta per essere perduto e di fronte al fatto che “la verità vi farà liberi”, la menzogna ci fa credenti. Si crede in un pil alla menta o al cumino (Matteo 23,23), mentre la spada di Damocle appesa a Bruxelles aspetta tutti quanti. Beati i poveri…

 
www.disinformazione.it