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La terza guerra mondiale è già scoppiata?  
Tratto da www.borsari.it - 8/02/2006

Il mondo, oggi, consuma circa 28 miliardi l'anno di barili di petrolio ed è, evidentemente, un consumo in crescita (il petrolio è quasi l'unica "fonte energetica" per i mezzi di trasporto e, quindi, al momento non può essere immediatamente sostituito in tale impiego).
Chi sono, oggi, i maggiori consumatori mondiali?

Stati Uniti: 7.24 miliardi di barili l'anno (25.9% del totale);
Europa: 5.5 miliardi di barili l'anno (19.7% del totale);
Cina: 2.2 miliardi di barili l'anno (7.9% del totale);
Giappone: 2.0 miliardi di barili l'anno (7.0% del totale).

Più dei consumi attuali, tuttavia, interessa la previsione dei consumi futuri.
La tabella sotto mostra la probabile evoluzione dei consumi (in miliardi di barili l'anno) nei prossimi 15 anni.

Anni

2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020
Stati Uniti 7,24 7,42 7,61 7,80 7,99 8,19 8,40 8,61 8,82 9,04 9,27 9,50 9,74 9,98 10,23
Europa 5,50 5,56 5,61 5,67 5,72 5,78 5,84 5,90 5,96 6,02 6,08 6,14 6,20 6,26 6,32
Cina 2,20 2,40 2,63 2,87 3,14 3,43 3,75 4,10 4,48 4,90 5,35 5,85 6,40 6,99 7,64
Giappone 2,00 2,02 2,04 2,06 2,08 2,10 2,12 2,14 2,17 2,19 2,21 2,23 2,25 2,28 2,30
Resto del mondo 11,10 11,38 11,66 11,95 12,25 12,56 12,87 13,19 13,52 13,86 14,21 14,56 14,93 15,30 15,68
TOTALE 28,04 28,78 29,55 30,35 31,19 32,06 32,98 33,94 34,95 36,00 37,11 38,28 39,51 40,81 42,18

Nel 2020 (la stima è dell'Iea: International energy agency) il mondo consumerà oltre 42 miliardi di barili l'anno di petrolio: il 50% in più dei consumi attuali.
I problemi, però, sono sostanzialmente due:
Su quel tasso di sviluppo, i prezzi "voleranno" oltre i 100 dollari al barile;
Nonostante ciò, sarà impossibile soddisfare quella domanda di petrolio.
Un certo Campbell, il massimo esperto mondiale di estrazioni petrolifere, ha fatto due conti ed ha scoperto che:
Le nuove scoperte di petrolio, hanno toccato il massimo nel 1964;
La produzione mondiale di petrolio ha toccato il massimo incremento nel 2004.

Significa che: dal 1964 in poi, si scoprono sempre meno giacimenti nuovi e, dal 2004 in poi, la produzione di petrolio cresce ad un ritmo inferiore al precedente (ante 2004).

Il tasso di crescita della produzione mondiale di petrolio, prima del 2004, era dell'1.4% l'anno e, dunque, se i conteggi di Campbell sono giusti, da qui al 2020 sarà inferiore a quel valore.
Assumiamo, dunque, un tasso di crescita medio dell' 1.2% l'anno e, mostriamo il risultato nella tabellina sotto.

Anni

2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020
Totale Consumo 28,04 28,78 29,55 30,35 31,19 32,06 32,98 33,94 34,95 36,00 37,11 38,28 39,51 40,81 42,18
Produzione totale 28,10 28,44 28,78 29,12 29,47 29,83 30,18 30,55 30,91 31,28 31,66 32,04 32,42 32,81 33,21

Vedete cosa succede?
La differenza tra consumi e produzione si fa sempre più grande, fino a diventare abissale ed incolmabile.
Ed è, semplicemente, evidente che: più la differenza tra consumo e produzione si fa grande, e più i prezzi del barile di petrolio salgono, fino a livelli inimmaginabili (intorno a 200 dollari per barile), quando quella differenza dovesse superare i 5 miliardi di barili l'anno (intorno al 2015).
Mi direte: ma, se la produzione non ce la fa a stare dietro al consumo, bisognerà trovare altre fonti energetiche, diversamente si crea una "frattura" insanabile.

Vero, in teoria; in pratica non è così, perché il grosso del consumo di petrolio alimenta (principalmente) i mezzi di locomozione (autovetture, camion, aerei etc..) per i quali, all'orizzonte prossimo (i prossimi 5-10 anni), non c'è alcuna alternativa (immediatamente utilizzabile) al petrolio.
Sicché il consumo è, in gran parte, rigido ed incomprimibile (almeno per i prossimi 5-10 anni).
E ciò comporterà due conseguenze nefaste:
I prezzi andranno alle stelle; 
Non ci sarà abbastanza petrolio per tutti (e, quindi, alcuni consumatori dovranno, necessariamente, essere "scoraggiati" con la "forza" dall'utilizzo del petrolio).

Adesso osservate la prima tabellina (in alto a questo foglio): quali sono i due paesi che consumano di più?
Oggi sono l'Europa e gli Stati Uniti; in futuro saranno la Cina e gli Stati Uniti. 
La Cina , in particolare, per "alimentare" il suo tumultuoso sviluppo (il Pil cinese cresce del 9.3% l'anno) ha disperato bisogno di petrolio, e non potrà, per nessun motivo, rinunciare neanche ad una goccia di quello che gli serve.
E gli Stati Uniti?
Neanche loro possono fare a meno del petrolio; neanche l'Europa e men che meno il Giappone.
E, quindi, come si fa quadrare questo cerchio?

...... Con una guerra.
Una parte del mondo, dovrà essere "costretta" a non utilizzare più petrolio (o a consumarne molto meno di adesso), in modo che il consumo totale sia (più o meno in linea) con la produzione.
Vedete altre soluzioni?
Per favore, lasciate perdere le fonti alternative (sole, vento, acqua, idrogeno, etc..): qui stiamo discutendo di futuro prossimo (da qui al 2015) e non di "calende greche"; e nel futuro prossimo, quelle fonti non saranno in grado di sostituire il petrolio.
Il problema, secondo me, è chi farà la guerra contro chi (europei, giapponesi ed americani contro cinesi ed arabi oppure altre possibili "alleanze")?
In ogni caso, le prime "battaglie" sono già iniziate: americani ed inglesi hanno invaso l'Iraq (per "esportare" la democrazia, s'intende, mica per "impadronirsi" del loro petrolio), ed i cinesi si stanno muovente in Sudan e Ciad (con lo stesso obiettivo).

Al prossimo "giro", americani ed inglesi attaccheranno l'Iran (sempre per "esportare" la democrazia, inutile dirlo) ed i Cinesi decideranno dove "esportare" la loro democrazia popolare.
La guerra, dunque, è già iniziata nell'incredulità generale, indotta dalle straripanti stronzate del regime mediatico in cui viviamo (tipo: "esportare la democrazia", "peace keeping", progresso e sviluppo per gli oppressi e via così, ad minchiam); ed è una guerra che ha già fatto milioni di morti (sono più di un milione le vittime irachene, decine di migliaia quelle afghane, e circa tremila i soldati americani ed inglesi già morti in combattimento).
Questa guerra ha già prodotto (quasi) tanti morti, quanti ne hanno causato tutte le guerre napoleoniche; eppure, un pubblico semi-addormentato dalle vicende del "Grande fratello" (o da altre, simili, scemenze televisive), continua, incredibilmente, a baloccarsi con l'idea che, in Iraq si stia combattendo per "assicurare" pace e libertà agli iracheni.
Esattamente come quegli americani che, nel dicembre del 1941, si sorpresero e s'indignarono per l'attacco giapponese a Pearl Harbor, trascurando il fatto (nascostogli, ovviamente, dal loro presidente) che, avendo la flotta americana imposto l'embargo petrolifero al Giappone (vedete come, alla fine, il petrolio determina i conflitti moderni), ed essendo lo stesso Giappone dipendente al 100% dai rifornimenti di petrolio via mare, quest'ultimo non aveva che due alternative: arrendersi senza neanche combattere (le scorte di petrolio potevano coprire un periodo massimo di nove mesi), oppure attaccare di sorpresa la flotta americana, rompere l'accerchiamento e "riconquistare" l'utilizzo delle rotte via mare.

L'ammiraglio Nimitz (quello della battaglia di Midway), dopo la guerra disse: "l'unica sorpresa di Pearl Harbor, fu che i giapponesi avessero impiegato tanto tempo prima di attaccarci; noi ce l'aspettavamo almeno due mesi prima".
Eppure, ancora oggi, un sacco di gente pensa che l'attacco giapponese sia stato un "vile colpo a tradimento" inferto dai "cattivi" orientali ai "buoni" americani.
La storia, come vedete, si ripete sempre, e gli stupidi non tramontano mai

 
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