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Di
cosa ci dobbiamo vergognare
Avv. Solange Manfredi - http://paolofranceschetti.blogspot.com/
Oltre
un milione di donne ieri sono scese in piazza, e non solo donne,
mobilitate per difendere i loro diritti e la loro dignità.
Che tristezza!
Sono bastate tre veline dei servizi e tre settimane di propaganda sui
giornali per muovere la massa.
Mai
vista una tale mobilitazione, anche per altri e ben più gravi problemi.
Non per la sentenza della Corte Costituzionale che stabilisce che si
possono violare i diritti umani di cittadini o gruppi di cittadini e poi
coprirli con il segreto di stato; non per la depenalizzazione del colpo
di stato; non per aver ceduto la sovranità del popolo ad un organo
sovranazionale ed autoreferenziale, ecc..
“Se non ora quando”. A questo grido le donne sono scese in piazza
chiedendo le dimissioni di Berlusconi. “Offende l'Italia” si grida
nelle piazze. Eh si, offende l'Italia il fatto che il Presidente del
Consiglio possa essere indagato per favoreggiamento della prostituzione
minorile.
L'Italia
invece non si è sentita minimamente offesa dalle indagini che
ipotizzavano nei suoi confronti i reati di:
-
corruzione giudiziaria,
-
finanziamento illecito ai partiti,
-
falso in bilancio,
-
corruzione,
-
falsa testimonianza,
-
appropriazione indebita,
-
frode fiscale,
-
traffico di droga,
-
concorso in strage (1992-1993),
-
concorso esterno in associazione mafiosa,
-
abuso d'ufficio,
-
concussione aggravata e minaccia....
Per
questi reati no. Nessuno è sceso in piazza.
L'essere
indagato per questi "reatuccci" non offendeva la dignità
della nostra nazione, assolutamente no. Ma l'aver sollazzato il suo real
augello con donne consenzienti, questo si, ci offende profondamente.
Non è così. La nostra dignità di donne è stata offesa, e viene
offesa quotidianamente, da quelle donne, e sono tante, che litigano per
poter andare alle feste di Berlusconi, che sono pronte a qualsiasi
acrobazia erotica pur di poter ottenere ciò che non meritano.
Berlusconi, come qualsiasi uomo potente, è assediato da donne che
sperano di infilarsi nel suo letto per ottenere vantaggi e favori, non
ha alcun bisogno di pagarle. Ne approfitta? Probabilmente. Potrebbe
astenersi? Si. Il problema è che il presidente Berlusconi le inserisce
nelle liste elettorali o a sedere sui banchi del parlamento? Abbiamo
avuto, ed abbiamo, “onorevoli” ben più impresentabili, uomini con
condanne definitive per reati gravissimi. Ma di più, abbiamo avuto
sette volte presidente del Consiglio, otto volte ministro della difesa,
cinque volte ministro degli esteri, ecc..Giulio Andreotti che una
sentenza passata in giudicato ha riconosciuto reo di "concreta
collaborazione" con esponenti di spicco di Cosa Nostra fino alla
primavera del 1980.
Le donne che si offrono quotidianamente a Berlusconi non sono donne alla
fame che devono piegarsi ai desideri del premier per poter mangiare. Non
sono vittime, anzi. Ed è bene che questo sia chiaro a tutti.
Se
c'è qualcuno che offende e calpesta la dignità delle donne sono
proprie le donne. Noi ci siano offerte come merce, noi abbiamo fatto a
gara per spogliarci sempre di più davanti a calendari, televisione,
pubblicità. Noi corriamo a farci rifare le labbra a “canotto” e non
certo perché siano belle, ed eleganti (non a caso quando una persona è
elegante si dice: quella persona è fine). Le labbra a “canotto”
hanno un solo messaggio da inviare al maschio che incontrano, e non è
certo quello di trasmettergli la sensazione che da quelle labbra possano
uscire discorsi colti ed intelligenti!
Ma
il problema è un altro, ed è ancora più grave. Siamo noi. I problemi
che abbiamo sono gravissimi ma, davanti a qualsiasi violenza o abuso (i
nostri diritti costituzionali vengono calpestati dal governo e dalla
comunità europea ogni giorno) restiamo immobili. Poi arriva un
burattinaio che, attraverso una campagna mediatica e manipolando le
nostre frustrazioni, ci fa scendere in piazza in oltre un milione non
per difendere il nostro diritto lavoro, alla salute, all'istruzione,
alla giustizia, ma alla dignità delle donne.
E'
di questo che, davanti agli occhi del mondo, ci dobbiamo vergognare.