Governo Pd e la Psicopolizia
Marcello Pamio - 27 agosto 2017


Fu il grande scrittore Eric Arthur Blair (1903-1950) alias George Orwell a inventarsi il termine di Psicopolizia o Polizia del Pensiero nel suo memorabile romanzo 1984.
Un fanta-romanzo che di fanta ha gran poco.
L’unico modo che Orwell aveva per denunciare al mondo il pericolo dei totalitarismi - in un momento storico molto delicato - era quello di romanzarlo.
Ma romanzi a parte egli conosceva molto bene il Sistema dittatoriale che si stava delineando nel mondo, e non a caso in 1984 la descrizione e la rappresentazione sono esemplari. Un Sistema governato dal Grande Fratello ha a sua disposizione lo strumento coercitivo più invasivo e pervasivo che l’essere umano potesse mai immaginare: il controllo totalizzante del pensiero. Tale controllo si manifestava con l’annullamento del pensiero della gente, la cancellazione di ogni singola individualità e la totale schiavitù.
Il Grande Fratello osservava tutto e tutti, 24 ore su 24, per cui i milioni di sudditi dell’Impero erano costretti a non pensare, a non leggere, ad annullarsi completamente per evitare guai con la legge.
Quanto distanti siamo oggi nel 2017 da questa apocalittica visione? Molto poco purtroppo.

Orwell non era certo un chiaroveggente, ma ha saputo delineare e mettere per iscritto i pericoli di un mondo in cui il potere era centralizzato e gestito da pochi.
Esattamente quello che si sta verificando oggi a livello ufficiale dove esiste solo il mono-pensiero dettato e amplificato dai media compiacenti e venduti.
Gli esempi sono nel cuore di ogni persona e sono numerosissimi: i vaccini pediatrici fanno benissimo e sono privi di effetti collaterali; l’Italia è flagellata da epidemie; il morbillo è una malattia incurabile; per sconfiggere il cancro esiste solo la chemio; uscire dall’euro è una pazzia, ecc. ecc.
Tutti coloro che escono dalla visione dettata dal Grande Fratello mettendo in discussione il Verbo sono pericolosi criminali che propagandano le Fake News e/o l’odio telematico e devono essere fermati con ogni mezzo e ad ogni costo.
Se questa non è la psicopolizia orwelliana…

I CONTROLLORI DEI SOCIAL
A censurare il web ci hanno provato in tanti, ma ci voleva ovviamente un governo firmato Pd per mettere la pietra tombale sulla libertà. Un partito che nonostante la propaganda e il marketing mentale (Partito Democratico) risulta essere autoritario e antidemocratico per cui hanno dovuto mettere nel nome, nel brand partitico, la parola «democrazia». Perché dover evidenziare nel marchio che il partito è democratico? Semplice: perché nella realtà non lo è!
Il Pd infatti è così democratico che protegge gli interessi economici e finanziari internazionali; salva le banche con soldi pubblici e non i correntisti; aiuta le lobbies farmaceutiche e non i bambini; svende i patrimoni e i gioielli pubblici; prepara la sostituzione etnica italiana andando direttamente a prelevare a casa milioni di immigrati (con la scusa di pagarci la pensione futura!) e per dar da mangiare alle coop rosse…
I decreti e le leggi che un tale governo ha fatto passare ne sono la prova evidente, almeno per coloro che ancora hanno un minimo di pensiero libero e un paio di neuroni sinapsati.

In questo brodo culturale il ministro Andrea Orlando - la mente geniale pagata da noi che gestisce il Dicastero della Giustizia - per ingraziarsi la pseudo-sinistra e un elettorato di non-pensanti (o per eseguire ordini dall’alto) prosegue la linea dittatoriale del Pd affidando a 51 organizzazioni e associazioni (vedere elenco alla fine) il compito di sorvegliare la Rete. Ufficialmente: i cacciatori di «odiatori».
Assai interessante è vedere che tra queste sigle figurano molte organizzazioni in odore di mondialismo. Molte infatti sarebbero collegate con il magnate-filantropo-speculatore George Soros: associazioni come Carta di Roma, Upre Roma (che promuove la cultura Rom e le relazioni interculturali), Arcigay, Associazione 21 Luglio, Cospe onlus, Asgi - Associazione per Studi Giuridici sull’Immigrazione, tanto per evidenziarne qualcuna…
Ma la cosa scandalosa che fa capire come il ministro sia chiaramente eterodiretto è che sarebbe bastata una veloce ricerca in Rete (che ovviamente lui e i suoi non hanno fatto) sui social per scoprire che molte di queste associazioni-sentinelle trasudano odio da tutti i byte e da tutti i pixel. Le loro pagine sono infatti pregne di offese pesanti, turpiloqui, commenti squallidi e soprattutto istiganti alla violenza. E queste per il ministro Orlando sarebbero associazioni così moralmente integerrime da venire elette a controllori e denunciatori dell’odio nel web? Realtà come Arcigay, Arcilesbica, Gaynet, Circolo Mario Mieli e altre?
Se ciò fosse vero dovrebbero autodenunciarsi e/o denunciarsi a vicenda...

DAI VIGILANTES ALLA PSICOPOLIZIA
Queste cinquantuno associazioni saranno quindi i vigilantes del cyberspazio, gli sceriffi del web schierati dal ministero (e pagati con i nostri soldi) per controllare l’odio sui social, per controllare e ovviamente denunciare i siti, i blog, i commenti che escono dal mono-pensiero del politicamente corretto.
Allargando questo discorso è ovvio che:
Se uno mette in discussione i vaccini, va denunciato.
Se uno mette in discussione le cure oncologiche va denunciato.
Se uno critica il governo va denunciato.
Se uno critica lo Stato d’Israele, va denunciato.
Se uno dimostra una libertà e indipendenza di pensiero, va denunciato.
Se uno soltanto pensa, va denunciato!

Risultato? Per paura di multe, per paura di denunce, dell’isolamento e di ritorsioni si arriverà all’autocensura, esattamente come nel libro 1984 di Orwell. Sarà la gente stessa a non avere più la forza e la volontà di denunciare una ingiustizia. Perché si dovrebbe farlo se poi si viene messi all’indice, denunciati e magari incriminati?
Arriveremo così all’annichilimento del pensiero e allo svuotamento delle coscienze, per la gioia del Pd e del Grande Fratello…


Elenco delle associazioni convocate al tavolo del ministro:
Amnesty international, Unar - Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali, Alto commissariato delle Nazioni Unite, Comunità Sant’ Egidio, Associazione 21 luglio, Ucoii - Unione delle comunità islamiche italiane, Confederazione islamica italiana, Presidente della Comunità islamica italiana, Comunità ebraica di Roma, Segretario generale del Centro islamico culturale d’ Italia, Arcigay, Arcilesbica, Rete Lenford, circolo Mario Mieli, associazione Gaynet, circolo Pink di Verona, Cospe – cooperazione per lo sviluppo dei paesi emergenti, Associazione Lunaria, Arci, Associazione Carta di Roma, Asgi - Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione, Associazione Archivio delle memorie migranti, Articolo 3 – Osservatorio sulle discriminazioni, Unione forense per la tutela dei diritti umani, Apice – Agenzia di promozione integrata per i cittadini in Europa, Aicem – Associazione internazionale per la cooperazione e l’educazione nel mondo, Per esempio onlus, Cir – Consiglio italiano per i rifugiati, Fish – Federazione per il superamento dell’handicap, Unicri (United nations interregional crime and Justice), Dipartimento della gioventù e del servizio civile nazionale, Presidenza del Consiglio dei Ministri, No hate speech movement Italia, Acsim – Associazione centro servizi immigrati Marche, Associazione interculturale Onlus Tandem, Cooperativa sociale Shannara, Omphalos Arcigay Arcilesbica, Associazione Acmos, Associazione Ala Milano onlus, Associazione Arcifisa di Cosenza, Asi - Associazione sportive e sociali italiane, Acam – Associazione culturale alfabeto del mondo onlus, Fondazione Centro Astalli, Associazione Cieli aperti, Nosotras onlus, Open Group, Associazione Upre Roma, Associazione Pangea onlus, Associazione donne in rete contro la violenza, Associazione nazionale volontarie del telefono rosa, Udi – Unione donne in Italia.

 

Per approfondire:

"I vigili della buona condotta sul web riempiono la Rete di insulti e minacce", Carlo Tarallo, La Verità del 26 agosto 2017
"Orlando cancelli quella lista. O la apra a tutti", Mario Giordano, La Verità del 26 agosto 2017