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Un enorme giro d’affari, quello che ruota intorno al traffico di esseri umani. Tutti i raccapriccianti dettagli nella ricostruzione di Ferdinando Imposimato, magistrato di punta impegnato da sempre nella lotta ai poteri criminali.

 

Baby Market
Di Ferdinando Imposimato – «La Voce della Campania»*, marzo 2004

La tratta degli esseri  umani, compresa quella dei bambini,  configura un «reato contro la persona e contro l'umanità». E' un nuovo mercato criminale  che consiste nel reclutamento, nell'illecito trasferimento e nella successiva introduzione, per fini di lucro, di una o più persone da uno Stato ad un altro ovvero all'interno dello stesso Stato, ad opera di organizzazioni criminali transnazionali che agiscono d'accordo con organizzazioni criminali esistenti nei paesi di transito e di destinazione finale. Al trasferimento segue lo «sfruttamento sessuale  o sul lavoro» delle donne e dei bambini  attraverso la violenza, l'inganno,  il ricatto o l'abuso di potere o di una situazione di vulnerabilità della vittima  o la concessione  di somme di denaro per ottenere il consenso della persona che abbia autorità sui minori o sulle donne.
Vittime di questo  mercato sono diversi milioni di  donne e bambini.
Private della loro  dignità personale e della loro libertà di azione e di movimento, le  vittime  sono  considerate una merce e ridotte in una vera e propria condizione di 'schiavitù', in forza della quale si crea un asservimento del trafficato verso l'organizzazione criminale, spesso a causa del debito contratto dal trafficato per il trasporto dal paese di origine a quello di destinazione. Ad oggi non si dispone di  dati precisi ed univoci sul  mercato nero dei minori destinati allo sfruttamento sessuale, poiché le stime eseguite dalle  Organizzazioni non governative e dalle Nazioni Unite  non offrono valori concordanti ma diversi tra loro.
Le Nazioni Unite dicono, al 2003, che il numero dei bambini trafficati ogni anno nel mondo  si aggira  intorno ad 1,2 milioni di individui. Un milione di bambini entrano nel giro della prostituzione ogni anno.  Oltre l'80 per cento del traffico di esseri umani provenienti dall'Albania consiste in ragazze minorenni. Circa 200 mila bambini vengono trafficati ogni anno nell'Africa Occidentale e centrale (dati Unicef End Child Exploitation, sempre al 2003).  
Secondo l'Unicef circa un terzo del traffico globale di donne e bambini avviene all'interno dell'Asia sud orientale.

I NUMERI DELL'ORRORE
Le Organizzazioni non governative   stimano  in  due milioni l'anno  il numero dei bambini vittime del traffico  per fini sessuali  nel  mondo intero. Secondo il World Social Forum, ogni giorno  3000  tra donne e bambini al mondo vengono coinvolte nel traffico. Il numero di minori trafficati  è sempre più elevato. L'Organizzazione  Internazionale del Lavoro  (OIL)  stima a 120 milioni   il numero  di bambini tra  i  5 e i 14 anni costretti a forme di lavoro forzato  e di sfruttamento sessuale; l'OIL denuncia sistemi di commercio di minori   gestiti da  organizzazioni criminali  internazionali.
Il  traffico di bambini  è  preso in esame dal  protocollo delle Nazioni Unite per la prevenzione e la repressione  della tratta  delle donne e dei bambini, che integra la convenzione delle Nazioni stesse del 15 dicembre 2000 sulla criminalità organizzata stipulata a Palermo. Con tale protocollo ogni Stato si impegna a dare assistenza alle vittime della tratta, difendendole  dalle minacce degli autori del traffico e  provvedendo al loro recupero fisico,  psicologico e sociale,  con la collaborazione delle organizzazioni statali e non governative.
In particolare si invitano gli Stati a dare ai minori oggetti del  turpe traffico alloggio adeguato, informazione sui diritti, assistenza medica, sociale e materiale, opportunità di impiego, educazione  e formazione. Il protocollo stabilisce che il consenso dato dalla vittima della tratta ad ogni forma di sfruttamento non vale ad escludere il crimine  in danno dei minori.

IL MACABRO BUSINESS
Le cause. Il traffico di bambini si alimenta  di diversi fattori: lo scopo di lucro dei trafficanti, la povertà delle famiglie, la fragilità dei bambini, la corruzione delle autorità, la mancanza di leggi  adeguate, l'inerzia dei paesi  dell'Europa e l'indifferenza della pubblica opinione e dei mass  media.  Un fattore decisivo del traffico è la crescente domanda di sesso dei bambini da parte di consumatori europei. Personaggi insospettabili del mondo della finanza, della politica, delle istituzioni, della cultura e della società civile chiedono  di fruire delle prestazioni sessuali di fanciulli sempre più giovani, offrendo in cambio denaro  alle famiglie ed ai trafficanti.
E come l'aumento della domanda di droga provoca un aumento del traffico, così l'aumento vergognoso della richiesta di minori provoca l'incremento del traffico di minori.  In esso  sono coinvolti reclutatori, agenti corrotti, autisti di Tir,  madam di bordelli,  mafie di vario tipo  e pedofili.  Il listino dei prezzi di questo turpe commercio segue le regole del mercato: 50 mila euro per un neonato  maschio in buona salute, 30 mila euro per un fegato da trapiantare.  Un miliardo e duecento milioni di euro è il giro di affari l'anno.
Secondo l'Unicef il fenomeno dilaga nel cuore dell'Europa. Il teatro della vergogna è in una zona tra la Baviera, la Turingia, la Sassonia e la repubblica Ceca. Migliaia di bambini vengono portati a prostituirsi in quell'area dall'intera Europa dell'Est per 24 ore su 24. I turpi pedofili vengono dalla Germania e dalla Repubblica Ceca. I bambini per rendere al meglio vengono indotti al consumo di alcool e di droghe pesanti. Le conseguenze di queste esperienze ripugnanti sono i suicidi, le violenze, e le  malattie  veneree.

Questo indegno mercato si svolge con la complicità  delle autorità locali corrotte, che accusano i bambini di essere consenzienti, colpevoli di offrirsi per guadagnare soldi. Il consenso dei bambini  dunque giustificherebbe  questo commercio. I guadagni dei trafficanti sono investiti per finanziare il traffico di armi, di droga, di visti d'ingresso, la prostituzione e per pagare le famiglie dei bambini sfruttati.  Un'inchiesta dei giudici italiani ha provato un traffico di immagini di violenza sui bambini diffuse  in tutto il mondo dalla mafia russa. Altra inchiesta della Direzione Nazione Antimafia riguarda bambini venduti non dichiarati alla nascita e scomparsi misteriosamente, probabilmente vittime di un traffico internazionale di organi.
In tutti gli ordinamenti giuridici democratici vige il principio di legalità: nessuno può essere punito per un fatto che non sia previsto dalla legge come reato. I romani dicevano «nullum crimen sine lege». Il traffico di minori sfugge alla sanzione penale anche  perché si svolge con modalità e con azioni che in molti  Stati non sono previsti come delitti.  A livello regionale, nazionale e internazionale esistono numerose leggi e convenzioni che proteggono i diritti dei bambini. Tuttavia esiste un divario tra il linguaggio energico delle convenzioni internazionali e la debolezza della loro applicazione nella realtà.  Questo provoca una sfiducia  della pubblica opinione verso il potere  legislativo e giudiziario e una crescita del fenomeno. In molti casi, i fatti di sfruttamento  sono vietati dalla legge ma la debolezza del sistema di repressione lascia impuniti i responsabili. La conseguenza è l'impunità quasi assoluta  dei trafficanti e dei pedofili. Con  l'ulteriore conseguenza della ripetizione e della diffusione  del fenomeno  anche per l'indifferenza della  pubblica opinione. E di molti mass media, sempre più  propensi ad insabbiare gli scandali in cui siano coinvolti persone insospettabili. 
Il  «consenso» dei bambini e quello delle loro famiglie spesso costituisce un alibi salvifico per i trafficanti. La convenzione  sui diritti del fanciullo del 1989 - articolo 10 -  e molte leggi nazionali  considerano il consenso del fanciullo o dei genitori come una condizione che legittima il trasferimento  del bambino da uno Stato all'altro.   Si tratta di un'aberrazione; infatti  si dimentica che  lo spostamento del bambino è il primo passo del traffico  e che il consenso del bambino e quello delle famiglie povere  è viziato  dalla  mancanza di maturità  del fanciullo  o dallo stato di necessità delle famiglie.

Questa prassi agevola il traffico di minori da parte di trafficanti che riescono  a «convincere» facilmente  i bambini   e   a corrompere le famiglie povere.  Affidare a un bambino o alla sua famiglia  il potere di decidere  il trasferimento da uno Stato all'altro significa ignorare la realtà del traffico.  Che si serve di tutti i mezzi, comprese le adozioni internazionali.  Non è possibile consentire ad un bimbo di essere sfruttato.  Lo sfruttamento  sessuale, qualunque sia l'età ed il sesso della vittima, deve essere sempre vietato e punito.  Sotto i 14 anni, tutti i rapporti sessuali  con il bambino devono essere  considerati violenza sessuale, anche con il consenso della vittima.  Si deve configurare  il delitto  di violenza carnale  presunta. Per i maggiori degli anni 14 e minori degli anni 18, la  relazione  sessuale  deve essere sanzionata se esiste una differenza di età notevole (asimmetria) tra maggiorenne e minore.
In Italia è così ma nel resto dell'Europa, a  dalla Francia le cose vanno diversamente.  Un altro punto critico della legislazione in Europa riguarda la  prostituzione minorile,  della pornografia minorile e del  turismo sessuale in danno di minori.  Fenomeni diffusi in tutto il mondo e spesso impuniti nei paesi dell'Asia e dell'Africa, ma anche in Europa.  La legge italiana prevede sanzioni molto severe contro gli italiani che commettono all'estero i reati di sfruttamento della prostituzione minorile, la pornografia minorile e il turismo sessuale con minori, anche quando tali reati non sono puniti all'estero. Ma in molti paesi  questi fatti non sono puniti. L'Unione Europea deve farsi carico di esercitare pressioni su tutti i paesi  europei ed extraeuropei, a cominciare da quelli che vogliono entrare nell'Unione,  per indurli ad approvare leggi in applicazione della Convenzione di Palermo  e delle altre convenzioni che puniscono la pornografia, la prostituzione  ed il turismo sessuale, anche se commessi dai cittadini europei  all'estero.

IL CYBERMARKET
Su internet esistono dei veri e propri babycibermarket e cassette porno  in cui bambine e bambini vengono stuprati, torturati e uccisi. Tutto questo nell'indifferenza generale. Si tratta di delitti gravissimi puniti  in Italia  dal codice penale (articolo 600 ter) che sanziona le esibizioni pornografiche  dei minori diffusi con qualsiasi mezzo, anche per via telematica. Norme analoghe mancano in altri paesi, dove  il cibermarket viene  permesso e protetto.  Il problema richiede che siano  perseguiti  i trafficanti  ed i pedofili   che  fruiscono dei cibermarket e gli Stati che lo tollerano.
Una legge sui pentiti  appartenenti alle organizzazioni criminali del traffico  di bambini potrebbe essere approvata in tutti  i paesi d'Europa al pari di ciò che è avvenuto  in Italia. Per l'attuazione del protocollo sul traffico delle donne e dei bambini, il Parlamento italiano ha approvato la legge  11 agosto 2003 numero 228 che ha introdotto  nel  codice penale la tratta di persone.  La stessa legge, in attuazione dell'articolo 24 della Convenzione Onu di Palermo (protezione dei testimoni), prevede  che lo speciale sistema di protezione dei testimoni e dei collaboratori  di giustizia  già adottato per i  mafiosi  che collaborano  con la giustizia, sia esteso  a coloro che si allontanano dal traffico di esseri umani.
Analoga legge potrebbe essere introdotta nei vari codici penali europei per rendere più efficace la lotta al traffico di minori  e rompere il muro di omertà che  lo circonda.

Né la polizia né la giustizia sono efficaci nella repressione del traffico dei minori. E questo accade perché manca un coordinamento  moderno nella cooperazione giudiziaria tra  inquirenti  di vari paesi e perché gli episodi di violenza sono tenuti nascosti. Ma le violenze in danno dei bambini dovrebbero essere denunciate sia dalle vittime  sia dai familiari, sia dalle Organizzazioni non governative, come enfants en danger. La convenzione   delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo stabilisce che il fanciullo, a causa della  mancanza di maturità fisica ed intellettuale, necessita di una protezione  legale appropriata. In molti processi di violenza sessuale, i bambini sono  privi di qualunque assistenza legale per l'assenza delle famiglie mentre gli autori dei delitti fruiscono di legali di grande livello.
Questa situazione è immorale e favorisce il traffico.  La protezione legale deve consistere nell'obbligo stabilito dalla legge di assicurare  la presenza di un  difensore civico del fanciullo in ogni processo  in cui il bambino sia  vittima o imputato, a prescindere dall'atteggiamento dei genitori o dei rappresentanti legali. A questo riguardo occorre  stipulare una convenzione ad hoc delle Nazioni unite e dell'Unione europea in cui si preveda  l'obbligo della presenza fin dalla fase delle indagini e durante il processo, di un difensore  civico  del fanciullo.

La Voce della Campania», mensile di politica, economia, cultura. Anno XXI n.3 Marzo 2004
Sito web: www.lavocedellacampania.it