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Anche il CENSIS cammina a occhi bendati verso l’Europa
Ida Magli – tratto da www.italianiliberiassociazione.it

Giornali e telegiornali hanno dato grande risalto all’annuale bilancio del Censis sulla situazione del popolo italiano. Si tratta, come è noto, di deduzioni, a metà psicologiche e a metà sociali, tratte da numerosi dati statistici. Deduzioni che non possiedono nessuna validità o garanzia di certezza in quanto le interpretazioni dipendono dalle scelte che l’interprete fa nel porre le domande, prima ancora di trovare le risposte. Questo è il difetto principale di ogni inchiesta statistico-sociale, e non del Censis in particolare, ed è quindi errato, oltre che stupido, lo sforzo per attribuirgli significati che non ha. Ogni giornale, infatti, ha posto l’accento su una interpretazione piuttosto che su un’altra, in rapporto agli interessi politici del governo o della opposizione, con grottesche cadute in sconcertanti banalità.
Su una cosa, però, sono stati tutti d’accordo: l’assoluto silenzio sull’argomento Europa. Il Censis ha osservato il tabù imposto sull’unione europea, ben sapendo (De Rita conosce bene il suo mestiere) che non introdurre nei dati la situazione più pressante - l’incertezza provocata dalla moneta e dalla struttura del potere in Europa - significava falsare tutto il rendiconto. Questo è il dato che possiamo trarre noi dal bilancio del Censis: politici e giornalisti ci conducono volutamente con gli occhi bendati verso l’unione europea, perché sanno che se gli Italiani aprissero gli occhi scapperebbero; ma perfino questo silenzio ha assunto adesso proporzioni temibili, significative di per sé.

Non si può, infatti, non avere paura quando i governanti e i loro sacerdoti, i giornalisti, mentono spudoratamente sulle azioni che compiono, e mentono, adesso, anche sullo stato d’animo dei sudditi. Gli Italiani non spendono, mettono da parte qualche risparmio? E’ così difficile capire che non si è sicuri di quale sarà il futuro? Che il trauma imposto dal cambiamento di una moneta, sbandierata come il toccasana per tutti i mali, e rivelatasi invece come un feroce inganno, non è stato assorbito? E quale senso di sicurezza possono avere gli Italiani assediati da una criminalità talmente feroce da non avere più nessun termine di confronto? E al tempo stesso blanditi dalla retorica della bontà, imposta dai rappresentanti del “sacro”, sia questo la democrazia o il cristiano-musulmanesimo?
Ma la storia del Potere è sempre la stessa, specialmente per gli Italiani: servirsi dell’Italia contro l’Italia.
Questa è una strategia perseguita da secoli e alla quale si è sempre contrapposta la voce di quegli Italiani che hanno combattuto con le armi dell’intelligenza, della letteratura, della poesia, dell’arte, della musica quando null’altro era possibile. Oggi è venuta meno questa voce. Sono pochissimi quelli che parlano e comunque sempre funzionali ad una parte o ad un’altra. Nella Chiesa vige il più assoluto conformismo o la più assoluta vigliaccheria. Nessun Savonarola predica dal pulpito di Firenze. Lo stesso accade nella società laica. E’ stato ucciso il pensiero. Soltanto il pensiero, infatti, mette a rischio il Potere.


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