Ex capo della CIA destinato a incarichi a Baghdad
di Roberto Rezzo - tratto da www.unita.it

Gli Stati Uniti non hanno scatenato un conflitto nel Golfo, ma hanno finalmente risposto a una guerra dichiarata da tempo dai loro mortali nemici, la quarta guerra mondiale. Questo l'aggiornamento di storia contemporanea che James Woolsey, ex direttore della Cia dal 1993 al 1995 e candidato a un ruolo di primo piano nella ricostruzione dell'Iraq, ha fornito agli studenti dell'Università della California a Los Angeles. La lezione è stata sponsorizzata da un gruppo vicino al Partito repubblicano che si fa chiamare «Americani per la vittoria contro il terrorismo» e repliche sono in programma in tutte le principali università.

«La guerra fredda è stata la terza guerra mondiale - ha spiegato Woolsey alla platea di circa trecento studenti per fugare le perplessità sulla numerazione - Credo che la quarta guerra mondiale durerà più a lungo sia della prima che della seconda, ma spero meno della terza». Quindi è passato a identificare i nemici, che per il momento sono tre: la dittatura religiosa dell'Iran, i «fascisti» che governano Iraq e Siria, e gli estremisti islamici del genere di al Qaeda. Il conflitto si risolverà con la vittoria degli Stati Uniti e il trionfo della democrazia in tutto il Medio Oriente.

L'intervento accademico ha dato spazio a minacce esplicite nei confronti di Egitto e Arabia Saudita, gli alleati arabi che opponendosi alla guerra in Iraq si sarebbero di fatto comportati da traditori: «Vogliamo che stiate sulle spine - ha detto Woolsey rivolgendosi al presidente egiziano Hosni Mubarak e ai reali sauditi - che vi mettiate bene in testa che per la quarta volta negli ultimi cento anni questo paese e i suoi alleati sono in marcia al fianco di coloro di cui più avete paura: il vostro popolo». Non appena avranno finito di liberare gli iracheni, gli Stati Uniti sarebbero dunque pronti a regolare i conti in sospeso.

Woolsey ha fama di essere un uomo deciso, che dice quello che pensa senza peli sulla lingua. Al tempo dello scandalo Echelon, dal nome del sistema di sorveglianza predisposto dagli Stati Uniti per tenere sotto controllo le telecomunicazioni mondiali, inclusi i telefoni del Papa, così rispose alle proteste dei governi stranieri nei confronti di Washington: «È vero, amici europei, vi abbiamo spiati perché siete corruttori e corrotti. I prodotti delle vostre aziende sono spesso più costosi e meno perfezionati tecnicamente di quelli dei concorrenti americani. Di conseguenza voi corrompete alla grande. La complicità dei vostri governi con i corruttori è tale che in diversi paesi europei le bustarelle sono deducibili dalle tasse. Vi interesserà sapere che quando vi prendiamo con le mani nel sacco non diciamo una parola alle aziende americane in concorrenza con voi. Invece andiamo dai governi che cercate di corrompere e diciamo che noi americani non perdoniamo i corrotti. Qualche volta reagiscono con l'assegnare il contratto al concorrente più qualificato, americano o no. Questo vi dà fastidio, e a volte provoca recriminazioni tra i vostri corruttori e i corrotti in altri paesi. Qualche volta lo scandalo esplode in pubblico e noi ne godiamo».

In una recente intervista al settimanale Time, Woolsey ha tuttavia assicurato che il futuro governo iracheno non sarà un pupazzo nelle mani di Washington: «Il nostro compito è quello di guidare la transizione verso la democrazia, ma sarà difficile per noi avere una reale influenza sulle scelte dei cittadini. Il futuro dell'Iraq è nelle mani degli iracheni».
 
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