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Woody Harrelson diventa il guru del guru
Tratto dal libro di Lorenzo Acerra : “Niente latte siamo a Hollywood”, ed. Macro

I produttori del film “Chi non salta bianco è” (1992) volevano per forza Keanu Reeves ma all’ultimo momento si scoprì che questi era assolutamente incapace con il basket, così al suo posto presero Woody Harrelson (attore vegano, foto a sinistra), che invece aveva un passato di giocatore di College. Fu allora che il trainer della squadra di basket dei Los Angeles Clippers, Hinds, fu ingaggiato da Harrelson come personal trainer.

La storia di Hinds con i latticini è la seguente: iniziò ad avere gravi dolori alle mani, che gli rendevano impossibile proseguire il jiu-jitsu brasiliano, che era la sua vita, sia come insegnante che come atleta di competizioni. Gli specialisti cui faceva riferimento gli dicevano tutti: «Jon, hai 40 anni, questa è artrite! Possiamo operare se vuoi, ma non c’è da aspettarsi nessun miracolo; non è una cosa che se ne va via!». Fu allora che capì che doveva darsi da fare e cercare risposte alternative.
Ma dove? Quando fu ingaggiato da Harrelson, Hinds non aveva fatto nessun passo in avanti.

L’attore lo convinse a smettere di consumare latticini. Gli disse: «Jon, sono le diete preparate per chi fa fitness che ti hanno fatto ammalare».
E aveva tutta una storia assurda da raccontargli: un fluido giallognolo, scarto dell’industria dei formaggi, viene riciclato e trasformato in prodotti proposti agli appassionati dell’industria del fitness nella forma di supplementi di proteine.
Migliaia di tonnellate di siero del latte sono il sottoprodotto in eccesso, indesiderato, dell’industria che produce formaggi. Fino a un paio di decenni fa venivano riversate negli scarichi fognari, ma ora è stato vietato scaricarle liberamente, perché questa sostanza incredibilmente appiccicosa mette in grave difficoltà gli impianti di filtrazione delle acque municipali di scarico.

Allora, per non dover pagarne lo smaltimento come rifiuti speciali, l’industria casearia inizialmente pensò di dirottare questo liquido del siero negli abbeveratoi del bestiame negli allevamenti. Ma presto ci si accorse che i maiali consumandolo si ammalavano e le mucche addirittura si rifiutavano di berlo, anche in assenza di acqua, arrivando in alcuni casi fino alla disidratazione per aver rifiutato quel liquido del siero.
Quante risate si faceva Hinds quando Harrelson gli raccontava quei fatti. Il governo USA ha alleggerito la legislazione per consentire l’utilizzo su larga scala delle proteine del siero di latte vaccino nell’industria degli alimenti destinati all’uomo. Sugli scaffali infatti troviamo mix di cacao solubile che contengono più proteine del siero che cacao, merende e mix per pancake che contengono una quantità di proteine del siero maggiore persino della farina o del latte. Sedici milioni di tonnellate di queste proteine finiscono ogni anno nell’industria dei biscotti americani, dieci milioni vengono essiccate per il fabbisogno di proteine degli appassionati di fitness e trenta milioni vengono essiccate per poter essere inviate in Africa come aiuti alimentari dell’Unicef!

Dunque Jon riuscì a guarire completamente riducendo di molto tutte le proteine animali, ma soprattutto eliminando latte e derivati.
«Quando uno decide di escludere i latticini», Jon ci dice oggi, «la pesantezza si deve cercare un altro padrone, il corpo acquista una limpidezza e una radiosità in molti aspetti». È la denaturazione che avviene attraverso il trattamento termico che rende le proteine del siero indigeribili e appiccicose. Condizioni come acidità e tossiemia intestinale sono le naturali conseguenze.