- Dopo l'11 settembre

"Non siamo pentiti ma non c'entriamo con la guerriglia"
di Lorenzo Bianchi - "La Nazione" 6 novembre 2003

BAGHDAD - Ha l'aspetto pasciuto di un commerciante. La camicia a quadretti piccoli si gonfia un po' sopra la cintura che regge un anonimo paio di jeans. Le scarpe sono da giovanotto, marroni con larghi lacci chiari a fettuccia. Quando gli chiedo come campa, l'ex tenente colonnello ha un attimo di esitazione: "Compro e vendo automobili". Vanno bene gli affari?
"Sono molto ciclici, legati al mercato...". Mohammad Ahmed, 38 anni, è stato il maggiore più giovane della Guardia Repubblicana. "Promosso dopo tre scrutini. Facevano una valutazione accurata su tutto. Uno dei requisiti era non aver svolto attività con i partiti di opposizione", precisa con la pignoleria tipica dell'ex militare. Durante l'ultima guerra comandava una brigata corazzata accorsa alla difesa di Baghdad da Tikrit, capitale della provincia nella quale è nato Saddam Hussein. Ha combattuto fino alla fine, fino al 7 aprile: "Ero rimasto con sei uomini. Il primo tank americano era a meno di mezzo chilometro. Li ho mandati a casa, non me la sono sentita di sacrificare vite umane inutilmente".
Se gli ex militari la pensano come lui, l'idea del governatore Paul Bremer III di riaggregare unità disperse per farle confluire nei ventisette battaglioni del nuovo esercito iracheno è una scorciatoia destinata a non funzionare. L'ex tenente colonnello è un ufficiale della Guardia assai poco pentito. Non a caso i consiglieri  del governatore suggeriscono di rivolgersi all'esercito regolare. Idea saggia. Ahmed non sembra molto disponibile: "Arruolarmi? Prima di tutto occorre che sia nominato un bravo tecnico alla guida del dicastero, per esempio il generale Sultan Al Hashem.
Si ricorda il nostro ministro della difesa che era fra i 55 ricercati? E' una persona degna, glielo riconoscono tutti...".
Poi?
"La situazione, che ora è confusa, dovrebbe chiarirsi".
In che senso?
"Non vorranno mica che difenda gli americani? Il paese deve tornare ad essere indipendente e sicuro. Nessuno deve interferire nell'addestramento. Quello che sto vedendo ora non mi piace affatto".

Che cosa non va?
"Mi pare che prendano tutti, anche i malati. Sono entrati nei ranghi personaggi del nord che stentano a parlare correttamente la lingua. Nella nostra accademia si diventava ufficiali dopo due anni. Adesso bastano due mesi. Eravamo un polo di attrazione anche per gli altri paesi. Si è formato da noi anche Gheddafi".

Non mi pare un esempio da citare.
"Il nostro livello era alto. Diversi iracheni che hanno frequentato l'accademia militare di Sandhurst, in Inghilterra, sono risultati primi del loro corso. Pochi ricordano che la Guardia esiste dal 1921".

Vendere auto rende?
"Ho una moglie, Semira, e tre figli, Meriem, 10 anni, Ahmed, il mio unico maschio di sei, e Hajar, appena uno. Dal commercio delle auto ricavo circa 150 mila dinari al mese (ndr. 75 dollari). Prima superavo i quattrocentomila dinari (ndr. 200 dollari). Ho perso la casa e anche la possibilità di accedere a crediti agevolati per costruirne una nuova. In passato noi militari, e in genere i dipendenti dello stato, avevamo accesso a spacci nei quali si poteva acquistare a prezzi agevolati. La vita ora è più cara. Siamo costretti ad arrangiarci. Molti si sono buttati a fare i taxisti. Io sto consumando i miei risparmi".

Bremer ha commesso un grave errore quando ha sciolto l'esercito?
"Non lo dico io. Lo ha ammesso lo stesso governatore. Noi siamo gli unici professionisti del maneggio delle armi che esistono in Iraq...".

Quindi hanno ragione gli americani quando dicono che la guerriglia contro di loro è alimentata dagli ex militari?
"Io penso che la resistenza sia un fenomeno collettivo. Con questo non escludo che qualcuno dei miei colleghi partecipi, ma sono adesioni individuali. Insomma non c'è nulla di organizzato da ex della Guardia. E non dimentichiamo che sono stati sciolti anche altri corpi dello stato, come la polizia, l'intelligence militare, la Mukhabarat ossia la polizia segreta civile, la Guardia Repubblicana Speciale. Un recente decreto del governo ha confiscato tutti i beni degli ex appartenenti alla Guardia Repubblicana Speciale e dei seguaci di Saddam. Lei crede che questo provvedimento contribuisca alla stabilità?".

Bremer però vi ha pagato una parte del salario arretrato.
"Ho ricevuto, in due trance, 400 dollari, circa due mesi di stipendio. Gli americani ci hanno trattato senza alcun rispetto, né per l'età, né per il grado. Impugnavano bastoni e ci provocavano".

Lei ha partecipato alla battaglia finale per Baghdad. Quale è stata la svolta?
"Si è parlato di tradimenti. Non ne so nulla. Ma non sono stati decisivi.
Quando è cominciato l'attacco all'aeroporto da Khadimya abbiamo reagito con colpi di artiglieria e con una pioggia di missili terra - terra. Li abbiamo fermati, ma per poco. Hanno usato armi strane. Ho visto con i miei occhi un soldato amputato perché una gamba era diventata grande come due. I morti sono stati moltissimi. Per oltre un mese non hanno fatto avvicinare nessuno".

Quando è entrato nell'esercito regolare?
"Nel 1986 sono stato ammesso all'Accademia. Due anni dopo ero sottotenente di una unità di carri armati".

Quale?
"No, non posso dirglielo
".

 
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