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- Dopo l'11 settembre

Il mistero della cattura di Osama bin Laden
Di Marcello Pamio – 29 febbraio 2004

Osama bin Laden, il capo indiscusso del gruppo fondamentalista islamico Al-Qaeda, colpevole di numerosi quanto indicibili attentati, continua a stupire il mondo.
Dato per morto numerose volte: prima per problemi renali e infine nell’assedio militare a Tora Bora nel 2001, Osama ha sempre avuto la forza di «rialzarsi» per lanciare, davanti alle telecamere, video-proclami contro all’occidente.
Ma da ieri, il mito del miliardario saudita è finito per sempre, perché secondo la radio di Stato iraniana Osama «è stato preso» nella regione del Waziristan.[1]
La notizia, che ha fatto immediatamente il giro del mondo, è certamente molto importante, ma la cosa che più interessa dal nostro punto di vista è che il «principe» del terrore, sarebbe stato catturato «molto tempo fa»[2]. Una pesantissima affermazione questa che starebbe a indicare – nonostante la smentita ufficiale - che il pericolo numero uno al mondo è nelle mani dei servizi segreti e militari americani da molto tempo.

Possibile che l’intelligence sia riuscita a evitare che trapelassero informazioni in merito alla cattura? No, non è possibile, e vedremo infatti che qualcosa è effettivamente trapelato…
Ma anche fosse vero che gli americani hanno fatto prigioniero Osama, visto che l’amministrazione Bush sta lottando contro il fondamentalismo islamico e contro il terrorismo, quale mai potrebbe essere la motivazione di una simile strategia; insomma perché nascondere al mondo la cattura del ricercato più pericoloso?
Una spiegazione arriva sempre dall’Iran: «il presidente Bush non vuole rivelare la notizia per usarla come strumento di propaganda nelle elezioni di novembre»[3].
Chiaro? Il presidente statunitense George W. Bush e la sua amministrazione, in vista delle prossime elezioni di novembre 2004, avrebbe tenuto segreta la cattura o, come dice qualcuno, addirittura la morte, «semplicemente» per propaganda mediatica da utilizzare nel momento più opportuno.
Per essere onesti la popolarità di Bush junior è in forte e costante calo, secondo un sondaggio della Cbs infatti il presidente è sceso ai minimi della popolarità durante il suo mandato [4]. - e questo sicuramente preoccupa molto gli strateghi militari - mentre sale quella di John F. Kerry, suo rivale alle prossime presidenziali; per cui l’arresto prima di Saddam e poi di Osama certamente avrà un peso rilevante nelle imminenti votazioni.
Ma non finisce qua: l’emittente radiofonica si spinge oltre, perché la notizia della cattura sarebbe da retrodatare nientepopodimenoché di un anno, e per la precisione «alla vigilia dell’attacco americano-britannico in Iraq»[5], dicendo «che gli Stati Uniti avrebbero voluto  renderla nota soltanto dopo la fine della guerra con Baghdad»[6]. Un annuncio identico era stato trasmesso dalla stessa radio un anno fa!
Una strana coincidenza, vero? La guerra anglo-americana è praticamente terminata, anche se permane l’occupazione politico-economico-militare nella regione, e guarda caso iniziano a girare le voci della presunta cattura e/o uccisione di Osama bin Laden…
Come molto strano è il parallelo con la «falsa» cattura di Saddam Hussein; il dittatore iracheno infatti è stato certamente venduto agli americani, ma molto tempo prima della «fiction» hollywoodiana che tutto il mondo ha potuto vedere in tivù! Anche il questo caso i tempi della «cattura» non sono casuali: appena tre giorni prima dalla creazione del Tribunale internazionale in Iraq!…
Il Pentagono nel caso Osama, ovviamente mette le mani avanti e per voce di Larry de Rita, nega la cattura affermando che gli americani non hanno «alcuna ragione per ritenere vera la notizia»[7]. Se la notizia è falsa, però non si spiega la missione - non annunciata - del segretario della Difesa Rumsfeld, che lo ha visto la settimana scorsa, proprio nella regione montagnosa del Waziristan [8], al confine tra Afghanistan e Pakistan.


[1] «La Stampa», 29 febbraio 2004
[2] Idem
[3] Idem
[4] ANSA - 29 febbraio 2004 - 17:08
[5] ANSA – 28 febbraio 2004 – 11:37
[6] Idem
[7] «La Stampa», 29 febbraio 2004
[8] Idem

 
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