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Attacco alle patate assassine
Tratto dal libro: “Fidati! Gli esperti siamo noi!”  
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Penso che la maggior parte delle persone preoccupate in proposito, si chiedono se saremo in grado di usare queste tecnologie in modo saggio, se saremo capaci di gestire accortamente le nostre potenzialità scientifiche. Ci sono stati dei precedenti in cui l'umanità ha fatto un uso delle nuove tecnologie talvolta spaventoso, ad esempio, nel caso più ovvio, con il nucleare.
Robert Shapiro, ex amministratore delegato di Monsanto  

Al dottor Arpad Pusztai, sono bastati due minuti e mezzo per concludere una carriera di 36 anni.

Lo abbiamo cronometrato. E’ accaduto tutto in 150 secondi", dice Pusztai, raccontando della sua apparizione al programma “World in Action", trasmesso dalla tv inglese nell'agosto 1998. “Dissi soltanto che tramite i nostri esperimenti sugli animali nutriti a patate GM eravamo giunti a una sorprendente scoperta. Subito dopo il mondo mi è crollato addosso".
Pusztai, un mite biologo ricercatore, è figlio di un eroe di guerra ungherese pluridecorato che aveva guidato la resistenza contro l'occupazione nazista durante la Seconda guerra mondiale. "Avevano messo una grossa taglia sulla sua testa, ma questo non gli ha impedito di continuare a fare quello in cui credeva", ricorda Pusztai. Suo padre fu altrettanto esplicito contro il regime comunista che era salito al potere dopo la guerra e, quando l'esercito sovietico invase l'Ungheria nel 1956 per soffocare la rivolta popolare, il giovane Arpad lasciò il paese. All'epoca si era già fatto un nome come scienziato e, dopo diversi mesi passati in un campo di rifugiati in Austria, aveva accettato una borsa di studio dalla Ford Foundation, che gli avrebbe consentito di vivere e studiare ovunque desiderasse. Scelse l'Inghilterra, ricorda ora con ironia, perché credeva che fosse un paese tollerante.

Dopo aver conseguito il dottorato di ricerca al Lister Institute of Preventative Medicine di Londra, Pusztai venne chiamato a lavorare nel prestigioso Rowett Research Institute di Aberdeen, Scozia, dove ha pubblicato oltre 270 ricerche ed è divenuto famoso come il maggiore esperto di lectine, proteine che si legano ai carboidrati. Le lectine sono presenti in molti vegetali, particolarmente in cereali, patate e fagioli. Alcune lectine sono tossiche, mentre altre sono sicure per esseri umani e animali.
Verso la fine degli anni '80, Pusztai passò dieci anni a studiare un particolare tipo di lectina estratta dal bucaneve. La “lectina del bucaneve", nota anche come GNA, uccideva i parassiti ma risultò sicura, nei test di laboratorio, se somministrata agli animali anche ad alte concentrazioni. La ricerca di Pusztai era di particolare interesse al fine di sviluppare colture alimentari geneticamente modificate, resistenti agli insetti ma sicure per il consumo umano. L'abilità di Pusztai nel procurare fondi per la ricerca era considerata così preziosa che gli fu chiesto di restare al Rowett anche dopo il pensionamento. Nel 1995, la sua competenza consentì al Rowett Institute di battere altri 27 concorrenti nel l'aggiudicarsi una commessa pubblica per l'individuazione dei geni... adatti al trasferimento in altri vegetali, allo scopo di aumentarne la resistenza verso gli insetti e i parassiti dei nematode, ma con un impatto minimo sugli organismi riceventi, l'ambiente e il bestiame nutrito con queste colture, e senza alcun rischio per gli esseri umani.

Quando iniziammo il progetto, nel 1995, abbiamo ricercato altri studi di biologia eseguiti sugli alimenti geneticamente modificati", ricorda Pusztai. “Non ne trovammo nessuno, quindi continuavamo a cercare di tanto in tanto". Finalmente, nel 1996, trovò uno studio pubblicato sul Journal of Nutrition. Era scritto da B. G. Hammond, uno scienziato della Monsanto, la compagnia leader nello sviluppo degli alimenti geneticamente modificati. Dopo aver nutrito ratti, pesci gatto e mucche con la soia geneticamente modificata "Roundup Ready" della Monsanto, Hammond concluse che la soia geneticamente modificata aveva gli stessi valori nutrizionali della soia tradizionale.
Tuttavia, Pusztai pensava che il metodo usato da Hammond fosse mediocre. “Il problema principale è che vennero usati animali adulti, che non sono più nella fase di sviluppo dei tessuti e degli organi", disse. "Gli adulti necessitano soltanto di scarse quantità di proteine perché l'organismo sia in equilibrio, in omeostasi. Invece, un animale giovane in fase di crescita ha bisogno di grandi quantità di proteine per sviluppare la muscolatura, i tessuti e gli organi. Inoltre, è stata loro somministrata soltanto una piccola proporzione di soia geneticamente modificata appena il 7%. Ovviamente, lo studio era stato progettato per evitare di riscontrare problemi. Tutti nel nostro istituto ne erano consapevoli. Pensai che la GNA - la lectina del bucaneve avrebbe funzionato molto meglio. Se potevamo dimostrare che la lectina del bucaneve, immessa nelle patate geneticamente modificate, era innocua, saremmo divenuti degli eroi".

Quando Pusztai avviò i suoi esperimenti, si considerava un "sostenitore convinto" della biotecnologia. Era certo che avrebbe dato l'approvazione per le patate geneticamente modificate che stava sperimentando. Tuttavia, man mano che gli esperimenti proseguivano, crebbero le preoccupazioni.
Gli esperimenti di Pusztai prevedevano la nutrizione di quattro diversi gruppi di ratti a base di patate. Un gruppo di controllo venne nutrito con patate naturali non-GM. Altri due gruppi vennero nutriti con varietà diverse di patate, tutte geneticamente modificate per produrre la lectina del bucaneve. Il quarto gruppo venne nutrito con patate non-GM, a cui era stata innestata la lectina del bucaneve con il metodo tradizionale non-genetico. Come previsto, i ratti nutriti a patate non-GM stavano bene, come quelli dei quarto gruppo che mangiarono le patate con la lectina aggiunta.
Con sorpresa di Pusztai, tuttavia, i ratti nutriti con le patate geneticamente modificate mostrarono una serie di cambiamenti inaspettati e preoccupanti nella dimensione e nel peso degli organi, tra cui il fegato, il cuore e il cervello. Il gruppo di ricerca di Pusztai trovò inoltre segni di indebolimento del sistema immunitario. "L'alimentazione dei ratti con le patate transgeniche ha causato gravi e importanti cambiamenti di peso in alcuni organi vitali", concluse. "Particolarmente preoccupante è stata la parziale atrofia dei fegato... Organi essenziali per il sistema immunitario, come il timo e la milza, sono risultati spesso danneggiati"
"Ero dei tutto sconcertato; non vi erano dubbi", ricordò Pusztai. "Ero assolutamente certo che non avrei trovato niente di problematico, ma più proseguivo gli esperimenti, più ero turbato. Credo in questa tecnologia. Ma è troppo nuova per essere assolutamente certi che ciò che stiamo facendo sia giusto".'

Le patate non modificate erano innocue di per sé. E la lectina del bucaneve sia da sola, sia aggiunta alle patate risultò innocua. Infatti, la ricerca precedente di Pusztai aveva mostrato che i ratti non avevano subito alcun effetto dannoso, neanche dopo essere stati nutriti con una quantità di lectina del bucaneve 1.000 volte superiore a quella presente nelle patate geneticamente modificate. Sembrava pertanto che i risultati imprevisti fossero causati dal processo stesso di modificazione genetica. Erano risultati inquietanti che sollevavano più domande che risposte, e Pusztai sentì che era necessario eseguire ulteriori ricerche. Tuttavia, non appena espresse le sue preoccupazioni, i suoi metodi di studio iniziarono ad essere messi in dubbio. Venne inviata un'immunologa governativa per ispezionare il suo lavoro. Non fu trovata alcuna scorrettezza, ma le richieste di ulteriori fondi per la ricerca vennero respinte.
Inizialmente, il Rowett Research Institute concordò con Pusztai che fosse necessario sollecitare i fondi per condurre un'ulteriore ricerca sulla sicurezza dei cibi geneticamente modificati. Nel giugno 1998, con l'approvazione dei Rowett, Pusztai acconsentì all'intervista di “World in Action". “Il mio intervento serviva a sottolineare la necessità di un programma dettagliato di test biologici su tutti gli alimenti GM", disse.
L'intervista venne registrata sette settimane prima della messa in onda, alla presenza di un funzionario di pubbliche relazioni dell'istituto. "Se il Rowett avesse avuto qualche remora sui contenuti dei programma televisivo, avrebbe avuto sette settimane per fermarlo", disse Pusztai. “Mi sono attenuto agli accordi, parlando soltanto della necessità di effettuare ulteriori studi sugli OGM, prima che questi fossero immessi nella catena alimentare umana. Non rivelai né i dettagli degli esperimenti, né il tipo di gene utilizzato. Allora pensammo, e il Rowett era d'accordo, che le nostre ricerche nutrizionali e immunologiche a breve e lungo termine con le due distinte varietà di patate GM sarebbero state un buon punto di partenza per un programma di test biologici. Nel programma televisivo dissi che la tecnologia genetica potrebbe portare dei benefici, ma soltanto se usata nel modo giusto, accertando la sicurezza degli alimenti geneticamente modificati mediante test accurati, condotti nel modo più trasparente possibile".

L'intervistatore mi rivolse un paio di domande difficili. Il dottor Pusztai è preoccupato per la mancanza di test sulla sicurezza degli alimenti GM? Non potevo che rispondere in due modi: con un sì o con un no", disse Pusztai. "Temo di non essere mai stato bravo a mentire, quindi dissi di sì". “Lei mangerebbe le sue patate geneticamente modificate?", proseguì l'intervistatore. Pusztai rispose negativamente, osservando che è "molto, molto ingiusto usare i nostri concittadini come cavie".
Nelle settimane immediatamente successive alla registrazione del programma, e fino al momento della messa in onda, il Rowett Research Institute sembrò gradire la pubblicità. Il direttore, il professor Philip James, chiamò persino la moglie di Pusztai dopo la trasmissione per congratularsi della sua condotta durante l'intervista. Poi, all'improvviso, due giorni dopo la trasmissione, tutto cambiò. Pusztai seppe di essere nei guai quando venne chiamato nell'ufficio del direttore. Il professor James era seduto, scuro in volto, circondato dal direttore del personale e da un avvocato. Porse a Pusztai un comunicato stampa, in cui si dichiarava che era stato sospeso dal suo incarico e che "si ritirerà immediatamente dall'istituto".
Venni sospeso per 12 giorni e quindi richiamato al Rowett per finire il lavoro previsto dal contratto annuale", disse Pusztai. “Quando tornai al laboratorio, trovai il computer sigillato, i cassetti delle scrivanie chiusi con i lucchetti e tutti i miei documenti spariti. Ancora peggio, nessuno mi rivolgeva la parola. Tutti i miei ex colleghi si comportavano come se non esistessi. Quando entravo nella stanza dei caffè, si giravano dall'altra parte".
"Sospeso", in altre parole, era un eufemismo non proprio gentile per dire licenziato. E non fu solo Pusztai a ricevere il benservito. I suoi esperimenti vennero interrotti improvvisamente, i suoi dati vennero confiscati. Le sue patate vennero sequestrate, la sua squadra di 18 ricercatori venne sciolta e la sua ricerca per gettare luce sulla sicurezza degli alimenti geneticamente modificati venne completamente bloccata.

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