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ALLARME PSICOFARMACI
T
ra un mese il Ritalin torna in Italia. 
Al via l’attivazione del registro dove verranno schedati i bambini in terapia
Comunicato Stampa dal Comitato "Giù le mani dai bambini"

“Il Ministero non offre adeguate garanzie, la medicalizzazione è alle porte”.
Proseguono intanto gli screening psichiatrici nelle scuole senza l’autorizzazione dei genitori. Ma dal Ministero di Pubblica Istruzione provengono notizie incoraggianti: il Ministro Fioroni ha dimostrato sensibilità al tema ed interverrà personalmente.

Oggi si è tenuto a Roma un seminario organizzato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e dal Ministero per la Salute sul tema della somministrazione di psicofarmaci ai bambini, tema sempre più d’attualità in Italia, dove i minori a rischio di trattamento potrebbero potenzialmente superare quota 800.000, e dove si procederà presto all’attivazione del discusso registro per schedare i bimbi in terapia con psicofarmaci. Al seminario sono intervenuti i vertici delle più importanti autorità di controllo sanitario, nonché “Giù le Mani dai Bambini”®, prima e più visibile campagna indipendente di farmacovigilanza per l’età pediatrica in Italia. 

Il Portavoce Nazionale della Campagna, Luca Poma, ha dichiarato a margine del convegno: “è necessario informare la cittadinanza che, al di la dell’indubbia buona volontà dei funzionari dell’ISS, le precauzioni assunte dal Ministero per evitare abusi sono del tutto insufficienti: non si pone adeguatamente l’accento sui pericolosi effetti collaterali di questi psicofarmaci, non si promuove alcuna azione d’informazione ad ampio raggio di insegnanti e famiglie su queste delicate problematiche, non si garantisce un consenso realmente informato alle famiglie, non si citano con obiettività tutte quelle evidenze scientifiche che invitano alla prudenza nella somministrazione di molecole psicoattive ai minori. 

Non facciamo una battaglia di principio – ha aggiunto Poma – ma di merito: se pensano di risolvere con l’istituzione di un registro, pure utile, un problema così complesso, sbagliano. Dove sono le risorse aggiuntive per garantire alle famiglie la libertà di scelta terapeutica? In molte parti d’Italia si rischia di dire ai genitori: o lo psicofarmaco, oppure pagatevi di tasca vostra le terapie non farmacologiche”. Cresce inoltre la polemica per gli screening psichiatrici nelle scuole, svolti senza l’autorizzazione dei genitori. “E’ una chiara violazione delle norme di legge, ed è gravissimo - dichiara Poma – che si ignori totalmente la volontà della famiglia su temi così delicati. 

Facciamo appello alla sensibilità del Ministro Fioroni affinché faccia chiarezza con una circolare a tutte le scuole d’Italia”. Fonti accreditate all’interno del Ministero Pubblica Istruzione hanno dichiarato che il Ministro ha personalmente a cuore la questione, e sta valutando come intervenire, di concerto con le competenti Direzioni Generali del Ministero, per garantire che cessino questi abusi, riportando la normalità nelle scuole. “Ottimo per le intenzioni del Ministro Fioroni, gli italiani interessati da questi problemi confidano certamente nel Suo pronto intervento. Speriamo che anche la Sanità dia i cenni di concreta disponibilità che fino ad oggi sono mancati, abbiamo chiesto al Ministro Turco l’istituzione di un tavolo urgente sulla questione, a 30 giorni dalla reintroduzione del Ritalin in Italia siamo ancora in attesa di risposta”

Per media relations 337/415305 – portavoce@giulemanidaibambini.org
Conferenza "BAMBINI & PSICOFARMACI", sabato 3 febbraio 2007 a Padova (PD) 

 

Dichiarazioni di specialisti e di politici della Commissione Parlamentare Infanzia

L’istituzione di questo Registro, senza le garanzie adeguate che meriterebbe, è una trappola: si rischia di trattare con Ritalin bimbi che non dovrebbero a monte neppure entrare in terapia. Il grande problema che sta venendo ignorato è quello del protocollo terapeutico, carente e fortemente orientato sulla soluzione farmacologica, con il risultato che le diagnosi rischiano di venir fatte a ‘maglie troppo larghe’ e le alternative al farmaco non valutate adeguatamente come meriterebbero. Un’idea buona come quella del registro per tenere sotto controllo le somministrazioni, rischia di essere uno specchietto per le allodole, se non ci si fa carico di determinare con maggiore serietà i criteri di presa in carico dei bambini”
(Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta dell’età evolutiva)

“I questionari che vengono utilizzati per diagnosticare questi disagi dell’infanzia sono altamente soggettivi ed impressionistici. Le differenze d’esperienza, tolleranza e di stato emotivo dell'intervistatore e del bambino intervistato non vengono tenute in alcun conto, e nonostante questa vaghezza, e nonostante il fatto che le scale di valutazione utilizzate non soddisfino i criteri psicometrici di base, i sostenitori di questo approccio pretendono che questi questionari forniscano una diagnosi accurata, ma così non è, e non sarà la sola istituzione di un Registro che risolverà la questione".
(prof. William Carey, primario e professore di Pediatria Clinica dell’Università della Pensylvania, primario del reparto di Pediatria Comportamentale dell’Ospedale di Philadelphia, membro dell’Accademia Nazionale delle Scienze USA)

“Parlando di disturbi del comportamento, ed in particolare di sindromi quali ad esempio il deficit di attenzione e iperattività (ADHD), siamo più che altro di fronte ad una “moda” ed a diagnosi inconsistenti e vaghe. Queste diagnosi, così come vengono oggi semplicisticamente perfezionate, non si possono e non si devono fare, ed il Registro di per se servirà a poco, se non si rivedranno completamente tutti i protocolli: cambierà qualcosa se andremo ad iscrivere in un Registro bambini che a monte non sarebbero dovuti essere sottoposti a terapia a base di Ritalin?”
(Emilia Costa, titolare della 1° Cattedra di Psichiatria dell’Università di Roma La Sapienza )

“I medici sono chiamati ad una piena responsabilizzazione ed a tutelare davvero il diritto alla salute dei pazienti, specie se minorenni. Non si può pensare di risolvere tutto con l’apertura di un registro, e si può continuare a prescrivere psicofarmaci contestati ed a rischio di abuso: questo atteggiamento ormai, come dimostrano anche le cronache giornalistiche, è definitivamente sul banco degli imputati”
(prof. Claudio Ajmone, psicoterapeuta, membro dell’Associazione Europea di Psicoanalisi)

“Il Ministero per la Salute vuole creare una ‘rete di controllo’ sui bambini, che verranno inquadrati e schedati per questi presunti problemi comportamentali, e poi verranno sottoposti a terapie a base di psicofarmaci stimolanti. Poi compileremo la lista dei morti come negli Stati Uniti. Lo voglio dire chiaramente: il Ministero non sa quello che fa ed a cosa andrà incontro”.
(prof. Giorgio Antonucci, psicoanalista, già collaboratore di Franco Basaglia)

“Queste diagnosi vengono perfezionate indipendentemente dall’ambiente, quindi si attribuisce al bambino una sofferenza ‘sradicata’ dalle sue radici sociali, e questo è un grave errore. Inoltre la diagnosi – per come viene proposta - è decisamente pericolosa, perché la terapia a base di questi psicofarmaci genera preoccupanti effetti collaterali, senza considerare le implicazioni del dire con tale leggerezza ad un piccolo bambino di 7/8 anni ‘tu sei un malato di mente’”
(prof. Agostino Pirella, Ordinario di Storia della Psichiatria dell’Università di Torino)

“Guardate la realtà nella quale facciamo vivere i nostri figli: troppo spesso ci sono aspettative soffocanti e motivi di disagio che si riversano sui più deboli, e che noi adulti diamo per scontato. Perché nelle famiglie questi problemi non vengono affrontati? Non stupiamoci allora se poi i per bambini sorgono problemi, anche gravi”
(prof. Franco Blezza, Ordinario di Pedagogia Generale dell’Università di Chieti)

Ho la netta sensazione che non ci si renda pienamente conto di cosa implica somministrare psicofarmaci stimolanti ad un bambino di 5 o 10 anni, del tipo di impatto sul suo metabolismo, sul sistema ormonale, sul suo sistema nervoso in via di sviluppo”
(Luigi Cancrini, psichiatra, Commissione Parlamentare sull’Infanzia)

Siamo molto preoccupati, e siamo contrari a questa medicalizzazione del disagio: come ha chiesto ‘Giù le Mani dai Bambini, è necessario aprire un dibattito immediatamente. Non ripetiamo gli errori degli Stati Uniti, che sono caduti vittima delle sconsiderate pressioni delle case farmaceutiche, le quali anche in Italia evidentemente sanno ‘sussurrare’ alle orecchie giuste. Il farmaco non può e non deve rappresentare una scorciatoia: è indubbio che nell’immediato alcuni psicofarmaci possano ottenere effetti positivi, ma a quale prezzo? Si agisce solo sui sintomi, ignorando completamente le cause profonde di questi disagi”
(Luana Zanella, parlamentare, Commissione Parlamentare sull’Infanzia)

"Così i trasforma una generazione in piccoli ‘zombie’. In mancanza di patologie riscontrate scientificamente, i bambini vanno aiutati ed accompagnati nella loro crescita. Imbottirli di psicofarmaci li fa sentire solo dei malati quando non lo sono. In Parlamento alzeremo la voce e faremo ciò che è necessario per impedire questa follia".
(Laura Bianconi, parlamentare, Commissione Parlamentare sull’Infanzia)       

"Se consideriamo che negli 82 centri dove verrà distribuito Ritalin ai bambini non mi risulta verranno messe a disposizione risorse aggiuntive rispetto a quelle esistenti, le famiglie verranno poste davanti a una scelta obbligata: o somministrare lo psicofarmaco ai propri figli, seppure in modalità controllata, oppure aggiustarsi da se, pagandosi le terapie alternative allo psicofarmaco, che pure potrebbero ottenere ottimi risultati senza esporre i bambini a rischi. Queste pastiglie hanno lo stesso profilo di rischio di eroina e cocaina e il governo inglese le ha recentemente classificato tra le 20 droghe più pericolose al mondo".  
(Francesco Caruso, parlamentare, Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati)

 
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